La Jornada - Mercoledì 24 maggio 2006
Ai funzionari messicani riuniti a Madrid, chiesta la liberazione dei prigionieri politici
Cresce la condanna internazionale per la repressione a San Salvador Atenco
Indette giornate di solidarietà in diverse città; l'altra campagna raccoglie sostegno

HERMANN BELLINGHAUSEN

Le manifestazioni contro la violenza istituzionale in Atenco ed in appoggio all'altra campagna si sono estese a 50 città di 24 paesi. Si susseguono le proteste davanti alle ambasciate messicane a Stoccolma, Bogotà, Caracas, Santiago e Berlino ed in vari consolati. Questo martedì si è svolta un'assemblea-dibattito a Napoli, dove sono stati proiettati filmati su quanto successo in Atenco.

Lunedì 22, durante il seminario "La normalità democratica in Messico e le elezioni del 2006", a Madrid, a cui partecipavano l'Istituto Federale Elettorale (IFE) il Potere Giudiziale della Federazione, il Senato della Repubblica e l'Università Nazionale Autonoma del Messico (UNAM), hanno fatto irruzione decine di persone per chiedere la liberazione dei prigionieri politici. Davanti agli attoniti presenti riuniti nell'Istituto Universitario di Ricerche Ortega y Gasset, i manifestanti hanno steso uno striscione con scritto: "Impunità e ipocrisia in Messico".

Nell'inaugurazione dell'evento accademico-politico delle istituzioni sopra citate, membri della Confederazione Generale del Lavoro (CGT) spagnola, la Rete di Appoggio Zapatista, la Piattaforma di Solidarietà con il Chiapas, Oaxaca e Guatemala, ed il Centro di Documentazione sullo Zapatismo hanno denunciato i fatti di Atenco, ed hanno "smascherato la presunta normalità democratica messicana", come informa la Commissione Confederale di Solidarietà con il Chiapas della CGT.

Dopo aver "rovinato" l'inaugurazione ai due senatori messicani presenti ed ai rappresentanti dell'IFE, del Potere Giudiziale e della UNAM, i manifestanti hanno chiesto la liberazione degli arrestati, la punizione dei colpevoli e la fine della repressione in Messico. Per finire, i funzionari messicani all'uscita hanno trovato graffiti e scritte di "condanna e denuncia" sui muri dell'Istituto Ortega y Gasset.

Come espresso ieri in Quebec dalla Federazione dei Comunisti Libertari del Nordest, "questa situazione non può passare sotto silenzio. Gli strumenti dello Stato messicano operano perché non si sappia, ma ora la voce dei nostri fratelli e sorelle è arrivata a noi. Da dove siamo, è importante che sappiano che agiremo per dimostrare la nostra solidarietà, oggi che lo Stato messicano attacca l'altra campana, e più precisamente i contadini del Fronte dei Popoli in Difesa della Terra".

Negli Stati Uniti, organizzazioni di immigrati, aderenti alla Sesta Dichiarazione della Selva Lacandona e gruppi di solidarietà con l'EZLN hanno manifestato presso gli uffici consolari, nelle piazze pubbliche, viali e stazioni della metropolitana in più di 10 città, oltre a concerti, recital ed assemblee pubbliche in località come La Villita (Chicago), Oakland, New York o Albuquerque.

Questo fine settimana si terrà una riunione della Sesta in California, a Oxnard, a nord di Los Angeles, con la partecipazione di immigrati, attivisti ed artisti chicani e statunitensi.

Questo fine settimana si celebrerà a La Garriga (Catalogna) l'Incontro Europeo per l'Intergalattico, con aderenti internazionali di una decina di paesi del vecchio continente.

Come parte delle giornate internazionali di solidarietà con i detenuti e l'altra campagna, sono state convocate manifestazioni a Berlino, Mar del Plata, Buenos Aires ed altre città.

Nel frattempo, il corpo diplomatico del nostro paese continua ad essere incalzato da gruppi civili di America ed Europa. Per esempio, il console generale del Messico a El Pas, Texas, Juan Carlos Foncerrada Berumen, nei giorni scorsi ha ricevuto una lettera dalla Unione del Popolo di Confine, che rappresenta organizzazioni di lavoratori agricoli e immigrati, disoccupati, coloni, studenti e maestri.

L'unione ha espresso la sua condanna per "l'atto barbaro di repressione del governo messicano contro la popolazione di San Salvador Atenco che ha posto il Messico nella lista dei governi repressori e violentatori dei diritti umani su scala internazionale".

"Anche se all'inizio c'è stato un blocco premeditato ed una mistificazione dell'informazione, col passare dei giorni è fluita l'informazione vera della terribile violenza ufficiale. Ora sappiamo che l'attacco è stato pianificato ed eseguito dalle autorità dei tre livelli di governo, dove sono rappresentati i tre partiti politici maggioritari, e da più di 3 mila elementi di polizia, compresi gruppi di élite federale. Che questi sono stati mandati per sottomettere brutalmente una popolazione rurale piccola ed inerme, composta principalmente di contadini che hanno lottato per molto tempo per difendere le loro terre e le loro comunità. Che a causa di questo atto repressivo, il giovane Javier Cortés è stato assassinato premeditatamente dai poliziotti. Che le donne fermate sono state picchiate, denudate ed alcune stuprate. Che centinaia di abitazioni sono state distrutte per arrestare indiscriminatamente, e che gli agenti avevano l'ordine di picchiare con accanimento tutti gli arrestati. Che gli stranieri catturati sono stati umiliati, picchiati e deportati in puro stile americano, senza poter interporre nessun procedimento legale per provare il loro compimento con le leggi sull'immigrazione".

Per tutto questo, gli immigrati messicani hanno chiesto a Foncerrada, "nella sua qualità di rappresentante del governo messicano di trasmettere la nostra totale condanna per l'operato selvaggio contro la popolazione di Atenco", così come la richiesta di liberazione dei detenuti, la fine della repressione e la punizione dei colpevoli. Hanno chiesto "che il governo messicano smetta di fare dichiarazioni vane a favore degli immigrati messicani negli Stati Uniti, poiché non ha l'autorità morale per chiedere che si rispettino all'estero i diritti dei connazionali, quando si pratica la repressione e la violenza ufficiale contro i messicani nella nostra stessa terra".

(tradotto dal Comitato Chiapas "Maribel" - Bergamo)

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