La Jornada - sabato 23 dicembre 2006
La Fondazione Lacandona e l'Opddic inviano per fax la confessione al Fray Bartolomé
Si attribuiscono gruppi priísti del Chiapas gli omicidi in Viejo Velasco Suárez
"Siamo i veri padroni delle terre" - dichiarano nel documento
HERMANN BELLINGHAUSEN

Migliaia di miliziani dell'Esercito Zapatista di Liberazione Nazionale si sono riuniti sulle giunte di buon governo del Chiapas per manifestare la loro solidarietà a simpatizzanti e "prigionieri politici" dell'Assemblea Popolare dei Popoli di Oaxaca [foto: Tomás Vázquez]

La denominata "comunità lacandona", con il nuovo nome di Fondazione Lacandona, e l'Organizzazione per la Difesa dei Diritti Indigeni e Contadini (Opddic) hanno riconosciuto di ebbero essere responsabili dell'attacco alla comunità Viejo Velasco Suárez il 13 novembre nei Montes Azules, Chiapas, nel quale sono morti tre indigeni (in principio, in mezzo alla confusione per la lontananza del luogo, si parlò di più vittime e si disse che erano basi d'appoggio zapatiste) ed altri cinque sono scomparsi, secondo una lettera inviata via fax al Centro dei Diritti Umani Fray Bartolomé de Las Casas.

Sebbene il documento non abbia firme autografe, a cinque giorni dal suo arrivo non è stato smentito ed è scritto nello stile caratteristico dell'Opddic.

In modo inusuale, si segnalano come parte dei "veri assassini dei nostri compagni della comunità lacandona" vari indigeni ancora scomparsi e l'ambientalista Miguel Ángel García, di Maderas del Pueblo del Sureste, il che è stato considerato da quest'ultimo come "una diffamazione ed una vera minaccia contro la mia integrità fisica e quella della mia famiglia".

L'Opddic fu fondata dall'ex-deputato locale ed attuale deputato federale supplente del PRI, Pedro Chulín, che prima incoraggiò, con l'appoggio del governo di Roberto Albores Guillén, il gruppo paramilitare Movimento Indigeno Rivoluzionario Antizapatista (Mira), la cui esistenza è sempre stata negata ufficialmente, ma del quale si è arrivati a conoscere la struttura paramilitare interna.

Attualmente, l'Oppdic è segnalata come organizzazione che possiede gruppi civili armati. Durante il sessennio di Vicente Fox e la gestione di Pablo Salazar Mendiguchía nello stato, l'Opddic ha avuto, secondo Maderas del Pueblo, "una spettacolare crescita, occupando territorialmente spazi prima coperti dai gruppi paramilitari Mira (regione delle vallate), Chinchulines (Chilón) e Pace e Giustizia (Tila, Sabanilla, Salto de Agua e Palenque)".

Decreti presidenziali

Da parte loro, i lacandoni, popolo maya composto da poche centinaia di indigeni che abitano in tre comunità (Lacanjá, Nahá e Metzabok) sono ufficialmente padroni di più di 500mila ettari della riserva della biosfera dei Montes Azules dagli anni '70 e '80, grazie a due decreti presidenziali, in particolare uno emesso da Luis Echeverría Alvarez su istanza dell'allora governatore Manuel Velasco Suárez.

Poi, José López Portillo annunciò un secondo decreto, estendendo disordinatamente le terre dei lacandoni ed aggiungendo diritti a colonizzatori tzeltales e choles che accettarono allora di essere riubicati.

Così su creò la "comunità lacandona", che ora reclama, a volte violentemente, i suoi diritti contro decine di villaggi insediati nella zona. È provato che conta su armi, addestramento militare ed appoggi ufficiali e da tempo si è associato con l'Opddic.

Il riconoscimento

La sanguinosa aggressione a Viejo Velasco Suárez è stata opera loro. Nel documento intitolato "Il volto della comunità lacandona", diretto "ai Xinich, alle organizzazioni non governative, ai leader cattolici, ai diritti umani, agli EZLN, a Felipe Calderón Hinojosa ed a Juan Sabines Gueriero", si legge testualmente (si è rispettata la sintassi e l'ortografia dell'originale):

"Gli avvenimenti del 13 novembre del presente (anno) sono una dimostrazione che la comunità lacandona incomincia a prendere decisioni contro ai suoi aggressori che stanno sopportando da molto tempo, non è né sarà l'ultima volta che reagirà per difendersi, ora è il gruppo che si incomincia a far valere i propri diritti, a dimostrare che sono i padroni e che hanno documenti ufficiali che li accreditano come proprietari.

Prima, ha dimostrato un volto pacifico senza passamontagna ed ha continuato sempre a dimostrare con la via di quello dialogo e l'accordo insieme alle istituzioni del governo e con i villaggi che erano inclusi, oggi riubicati e/o regolarizzati, altri per renitenza vogliono continuare a rifugiarsi lì con le stesse minacce di sempre, ma non rimarranno... avranno a che fare con la comunità lacandona, non si permetteranno più aggressioni, sequestri e assassini della nostra gente, siamo anche esseri umani che valiamo davanti agli occhi di Dio.

In questo momento dichiariamo responsabili quelli che oggi sono latitanti della giustizia (anche se se ne siano andati al nord dal paese, li staremo aspettando): Mariano Pérez Guzman, Miguel Moreno Montejo, Juan Peñate Montejo, Roberto Nuñez, Isidro Pérez Vazquez e Miguel Ángel Garcia di Maderas del Pueblo ed altri che sono i veri assassini dei nostri compagni della comunità lacandona che per tentare di riscattare i loro cari sequestrati l'11 di quello stesso mese fu crivellato da colpi.

La comunità lacandona con più di 31 quartieri o ejidi, come preferite chiamarli, ora esiste in più villaggi che si sono uniti per difendere l'organizzazione indigena pacifica fondata ai tempi di Echeverria e di Manuel Velasco Suares, con un totale di 1.678 comuneros, che conta ora su un totale di 79.500 abitanti. Non possono continuare a sopportare tante ingiustizie da parte delle persone che dicono essere zapatisti o dell'organizzazione Hormiga.

È tempo di dire la verità: siamo i veri padroni delle terre della comunità lacandona con documenti firmati dai governi passati ed attuali e non come chi dice di essere padrone di alcune persone che portano il passamontagna per non essere identificati".

"Non vogliamo la violenza"

"Non permetteremo che usino più il nome della comunità lacandona, siamo un altro gruppo di esseri umani, che non vuole usare la violenza, abbiamo sempre partecipato nella Ciad del dialogo per continuare a mantenere l'ordine sociale; ma pensiamo anche di non poter continuare a sopportare in questi tempi più invasioni, violenze ed aggressioni, abbiamo ponderato che siamo degli esseri umani e possiamo prendere in mano quello di cui in tutto il mondo spaventa, le armi, bisogna pensare compagni indigeni, noi ci manterremo vigili ed uniti, difenderemo il nostro territorio. Nessun'altra invasione".

Firmano: "tutti uniti, Fondazione Lacandona A. C. ed Opddic".

Nel frattempo, si sono già manifestate al riguardo le giunte di buon governo dell'Esercito Zapatista di Liberazione Nazionale dei caracoles di Roberto Barrios e Morelia, che hanno respinto le accuse dei riattivati gruppi priísti.

(tradotto dal Comitato Chiapas di Torino)

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