El Universal - Sabato 22 luglio 2006
Messico in attesa dei connazionali a Beirut
Aiuterà gli 800 che rimangono quando lo chiedano

José Luis Ruiz

Il governo messicano informa che in Libano si trovano ancora per lo meno 800 messicani che non hanno voluto andare via dal paese, preso di mira dagli attacchi israeliani che sono costati già la vita di centinaia di civili.

Il portavoce presidenziale, Rubén Aguilar, ha spiegato che l'ambasciata del Messico in Libano continua ad occuparsi di questo gruppo di connazionali e che quando chiederanno di uscire dal paese riceveranno tutto l'appoggio possibile dalle autorità messicane.

Giovedì è arrivato a Istanbul, Turchia, un convoglio autobus con 113 messicani che erano partiti dal Libano, mentre altri otto hanno deciso di rimanere in Siria. Mercoledì scorso sei nazionali e due loro familiari sono stati trasportati per mare a Cipro, su una nave greca.

Le ambasciate del Messico in Libano, Egitto e Turchia continuano a stare in contatto permanente coi messicani che vivono in quel territorio di conflitto.

"Il governo del Messico ha espresso la sua preoccupazione per la scalata di violenza che ha luogo in Libano ed Israele", ha commentato il portavoce presidenziale.

Ha detto che la Cancelleria messicana ha condannato, da una parte, l'incursione di forze irregolari di Hezbollah nel territorio israeliano ed il lancio di razzi contro villaggi civili di quel paese e, d'altra parte, l'uso sproporzionato della forza da parte d'Israele che ha causato la morte di centinaia di civili, la distruzione di infrastrutture di base fondamentali e l'isolamento al quale è sottoposta la popolazione del Libano.

Il "Messico ha lanciato un urgente appello alla pace ed alla stretta adempienza degli obblighi internazionali da parte dei protagonisti del conflitto", ha spiegato il portavoce de Los Pinos.

(tradotto dal Comitato Chiapas di Torino)

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