La Jornada – Martedì 21 novembre 2006
Luis Hernández Navarro
La APPO

L’Assemblea Popolare dei Popoli di Oaxaca (APPO) è una delle più importanti esperienze organizzative del movimento sociale in Messico. Si tratta di un'assemblea di assemblee nata il 17 giugno 2006 nell'ambito dell'insurrezione popolare contro Ulises Ruiz. Alla sua formazione hanno contribuito 365 organizzazioni sociali, municipi popolari e sindacati con un'unica richiesta: l'uscita del governatore.

Le assemblee popolari sono lo spazio dove tradizionalmente deliberano e prendono accordi le comunità oaxaqueñas. In molti municipi sono l'istituzione in cui si nominano le autorità locali. In un gran numero di organizzazioni sociali sono il luogo da cui si decide la direzione della lotta e si scelgono i dirigenti.

Oaxaca è uno stato multietnico e multiculturale. Qui vivono 16 popoli indios. Le otto regioni ed i 570 municipi che lo compongono sono lo spazio territoriale che dà identità ed orizzonte di lotta ad una vasta diversità di organizzazioni etnopolitiche, comunitarie, contadine, popolari e civili.

La APPO sintetizza la cultura politica locale nata dalle assemblee popolari, dal sindacalismo magistrale, il comunalismo indigeno, il municipalismo, l'estensionismo religioso, la sinistra radicale, il regionalismo e la diversità etnica dell'entità. Esprime, inoltre, le nuove forme associative che si sono create a Oaxaca sulla base della sollevazione popolare pacifica: le organizzazioni dei quartieri poveri della città di Oaxaca e delle periferie, le reti giovanili libertarie e le barricate.

Intorno alla APPO, ma più ampio di essa, si è creato un movimento sociopolitico conosciuto come la Comune di Oaxaca. Questa è l'espressione organizzativa autonoma della resistenza popolare, l'embrione di un potere diverso. Questo "altro potere" in costruzione si esprime con la creazione e consolidamento della Polizia del Magistero Oaxaqueño e l'Onorevole Corpo di Topiles. Qui è contenuta la volontà di trasformazione politica profonda di una parte molto importante della società oaxaqueña.

L'Assemblea propone di democratizzare le istituzioni mentre lavora ad una nuova costituente che elabori una nuova Costituzione. Vuole trasformare la rivolta popolare in una "rivoluzione pacifica, democratica ed umanista". Nel suo ultimo congresso ha respinto la posizione che sosteneva l'importanza che "la APPO negozi e vada ad occupare spazi di decisione e di potere nelle istituzioni vigenti".

L'APPO non è un partito politico né il movimento di massa di nessuno di questi. Non aspira a trasformarsi in un partito. Non è nemmeno la creazione di una guerriglia, o di qualche chiesa o ONG. Anche se al suo interno sono presenti molte correnti politiche non si rivolge a nessuna in particolare. Le une e le altre fanno da contrappeso.

La APPO non è un patto tra leader politici, sociali o religiosi. Non è un'organizzazione di capetti. Alla sua guida non c'è una figura che emerge sulle altre. È un movimento di basi. La sua direzione è formata da 260 persone. Si pretende di spiegare la sua nascita come risultato del ritiro da parte del governo di sovvenzioni a diversi dirigenti locali; è un buon argomento propagandistico contro il movimento, ma è un errore analitico.

La APPO è impossibile da comprendere al margine della sezione 22 del Sindacato Nazionale dei lavoratori dell'Educazione (SNTE). E non solo perché è nata come risultato dalla sua convocazione, ma la corporazione è presente in tutti gli angoli di Oaxaca. Da quando il sindacato ha cominciato il suo processo di democratizzazione, nel 1980, i maestri hanno cercato di legarsi con i genitori degli studenti e le loro lotte. Il risultato di questo processo è stato disuguale. Molti si sono trasformati in creatori e dirigenti di organizzazioni contadine ed indigene regionali, ma altri sono entrati nel mondo indigeno.

Il modo in cui gli attivisti magistrali si sono associati per agire dentro il sindacato si riproduce nel movimento sociale nel quale operano. Due correnti magistrali, l'Unione dei Lavoratori dell'Educazione (UTE) e la Corrente Democratica del Magistero (Codema), con grande influenza nella sezione 22, sono, nello stesso tempo molto influenti nella APPO.

Alla ricca ed inedita esperienza del movimento non corrisponde un linguaggio innovativo. La sua pratica ha appena iniziato a sistematizzarsi. Al suo interno coesistono diversi discorsi. È comune durante le manifestazioni di protesta trovare contemporaneamente gruppi con bandiere con la falce e il martello, giovani antiautoritari con il simbolo anarchico e comunità ecclesiali di base con le immagini della Vergine di Guadalupe. Questa diversità linguistica riflette sia progetti differenti delle strade da percorrere per la trasformazione politica, sia l'enorme difficoltà di pensare e nominare il nuovo. Nonostante ciò, c'è una pratica unitaria che, fino al momento, è riuscita a lasciare da parte le differenze ideologiche.

Alcune correnti politiche hanno tentato di estendere l'esperienza della APPO ad altri stati. A differenza di Oaxaca, dove l'Assemblea è il risultato di un processo di radicalizzazione dal basso che nasce dalla lotta corporativa, le nuove APPO in altre entità nascono da una decisione di gruppi politici. Il nome è lo stesso, ma i processi sociali che vi albergano sono molto differenti. Sarà molto difficile che queste esperienze si consolidino come convergenze sociali ampie, anche se potranno perdurare come fronti politici di attivisti.

La APPO è ormai una forza consolidata a Oaxaca. Il suo futuro non dipende dalle sorti di Ulises Ruiz. Che il satrapo se ne vada o no, l'Assemblea sopravvivrà. La sua azione ha mandato all'aria il sistema regionale di dominio nell'entità. Le relazioni tra il governo e la società nello stato, non saranno mai più come prima.

(tradotto dal Comitato Chiapas "Maribel" - Bergamo)

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