La Jornada – Venerdì 21 luglio 2006
Abitanti di 5 comunità assicurano che l’azione è appoggiata dalla SRA
Residenti dei Montes Azules accusano i lacandoni di volerli cacciare
Il problema del ricollocamento delle popolazioni insediate nella riserva della biosfera
MATILDE PEREZ U.

Lacandoni di Frontera Corozal e Nueva Palestina, con il sostegno della Segreteria della Riforma Agraria, hanno minacciato di cacciare gli abitanti di Flor de Cacao, Ojo de Agua, El Progreso, San Jiacinto Lacanjá e Viejo Velasco Suárez - comunità situate nel perimetro della riserva della biosfera dei Montes Azules - poiché non sono state incluse nel processo di esproprio di terre della comunità lacandona.

In un comunicato urgente, gli indigeni abitanti dei cinque villaggi hanno denunciato che dal giorno 14 del mese in corso, un distaccamento di Pubblica Sicurezza del Chiapas si è stabilito ai bordi di Ojo de Agua; temono che gli agenti vogliano sgomberarli dalle terre che occupano da più di 30 anni.

Gli abitanti dei villaggi, membri dell'Unione delle Comunità Indigene della Selva del Chiapas (UCISECh) e dell'Associazione Rurale di Interesse Collettivo (ARIC-Indipendiente) - organizzazioni che hanno messo in discussione i programmi di ricollocamento intrapresi dal governo federale - hanno spiegato che non sono stati inclusi nel programma di quietanza dell'esproprio di terre della comunità lacandona.

Nel documento indirizzato al Centro dei Diritti Umani Fray Bartolomé de las Casas, aggiungono: "Arturo Márquez, rappresentante speciale della Segreteria della Riforma Agraria in Chiapas, e Gabriel Montoya Oseguera, delegato di governo di Benemérito de las Americas, minacciano di sgomberarci se non accettiamo il ricollocamento forzato".

Le autorità non hanno mantenuto gli accordi firmati al tavolo di Limonar che stabilivano la regolarizzazione degli insediamenti con più di 30 anni di esistenza, confini definitivi, se le famiglie accettavano ricollocamento su terreni di uguale qualità con una base abitativa, appoggi per progetti produttivi, tra altre cose.

"Il governo non ci ha spiegato perché non vuole legalizzare le nostre terre; abbiamo detto che non vogliamo denaro né ricollocamento, ma la certezza giuridica di possesso dei nostri appezzamenti, che proteggeremo costi quel che costi", hanno dichiarato nella loro denuncia.

Le radici del conflitto

Ricordano che dal 1972, quando l'allora presidente Luis Echeverría consegnò per decreto presidenziali 614 mila ettari a 66 famiglie di lacandoni, hanno subito costanti sgomberi, minacce e perfino l'uccisione dei loro leader. Ad ottobre del 1984 accettarono di essere ricollocati nella zona chiamata El Desempeño, l'accordo fu firmato dai rappresentanti dei villaggi, la comunità lacandona e la SRA.

Il 28 aprile 2005 si è installato un tavolo di negoziato perchè di nuovo i lacandoni di Nueva Palestina e Frontera Corozal esigeva che fossero restituite loro le terre; in questa occasione Rafael Arellanes, rappresentante del governo del Chiapas, si era impegnato a risolvere il conflitto agrario.

Denunciano che Antonio Jiménez, dell'ejido Lacanjá; Erlindo López, dell'ejido Cintalapa, e Samuel Sánchez, dell'ejido Santo Domingo, insieme ad Arturo Márquez e Montoya Oseguera, nei tre mesi scorsi sono ricorsi all'offerta di denaro, birre ed automobili affinché "abbandoniamo pacificamente le nostre terre". Tuttavia, sussiste l'insicurezza e l'inadempimento degli accordi concordati. Per questo, gli abitanti delle cinque comunità hanno chiesto alla SRA che informi dettagliatamente sulle 16 comunità che sono state favorite con l'acquisto di 17 mila 200 ettari e spieghino perché hanno lasciato fuori loro.

Il 5 luglio scorso, la SRA ha comunicato che c'erano sostanziali progressi nella soluzione del problema agrario della regione e che aveva consegnato risalrcimenti compensativi agli abitanti di sei comunità collocate nell'area principale della zona lacandona e convenuto un pagamento simile per otto località ubicate nella zona delle Cañadas.

(tradotto dal Comitato Chiapas "Maribel" - Bergamo)

logo

Indice delle Notizie dal Messico


home