La Jornada - sabato 21 gennaio 2006
MARCOS: FOX SÌ CHE HA CAMBIATO IL MESSICO, LO HA RIPORTATO AL XVI° SECOLO
ELIO HENRIQUEZ e LUIS BOFFIL GOMEZ - Inviato e Corrispondente

Merida, Yucatán, 20 gennaio - I governi del Partito di Azione Nazionale (PAN), iniziando dal presidente Vicente Fox ed il "ridicolo" governatore Patricio Patrón Laviada, vogliono trasformare lo Yucatan "in una grande azienda" ha affermato il subcomandante Marcos chiudendo con un meeting la sua visita di tre giorni nello stato.

"Il Messico e lo Yucatan di Fox e di Patrón Laviada hanno costruito ancora una volta una struttura di casta, dove questa casta maledetta sta in alto" e la grande maggioranza, in basso, ha detto il Sup nel discorso più forte che ha pronunciato contro il Presidente nei 20 giorni da che ha iniziato a percorrere il paese alla guida dell'Altra Campagna.

Davanti a circa 2 mila persone riunite nella piazza principale di Merida, il delegato Zero ha sostenuto che in pochi anni Fox ha cambiato il paese "riportandolo al XVI° secolo, compiendo così il cambiamento per tutti che aveva promesso nella sua campagna elettorale", nel 2000.

Prima, a Chichén Itzá, una delle zone archeologiche più visitate del Messico, aveva denunciato che il governo vuole costruire lì un centro commerciale, perciò ha invitato i popoli indigeni a "ribellarsi e difendere la nostra storia che i ricchi vogliono trasformare in carta igienica".

Oggi, la prima attività pubblica di Marcos è stata nella zona archeologica per appoggiare la lotta di più di 500 artigiani che dicono di aver ricevuto minacce di sgombero dalle autorità statali e federali.

Difendere la nostra storia

Ai piedi della scalinata della piramide maggiore, chiusa per lavori dell'Istituto Nazionale di Antropologia e Storia (INAH), il subcomandante ha rivolto un messaggio ai maya qui riuniti.

"La nostra capa, la comandante Ramona, sapeva che saremmo venuti qui. Lei era artigiana, di qui ricavava di che vivere. Con le sue mani faceva meraviglie, parlava di un mondo che univa il passato ed il futuro. Era uno dei nostri capi, era donna ed artigiana e prima di morire ci ha incaricato di venire qui a porgervi il suo saluto. Oggi eseguo l'ordine ricevuto, ed il messaggio è che dobbiamo difendere la nostra storia che vogliono vendere come se fosse carta igienica", ha affermato nella cerimonia iniziata con un minuto di silenzio in memoria di Ramona, su richiesta degli artigiani.

Marcos ha dichiarato che i ricchi "vogliono far morire la nostra storia per venderla come se fosse un animale da mangiare, e noi dobbiamo unirci per non permetterlo".

Ha insistito nel suo invito ai popoli indigeni del Messico di unirsi per difendere la loro storia. "Noi vediamo quello che vuole il governo, che è trasformare questo in un centro commerciale e togliere quello che sporca, quello che imbruttisce il posto: gli indigeni maya artigiani perché qui, sui morti, camminino solo puri bianchi", ha aggiunto.

Secondo Villevaldo Pech, Chichén Itzá è visitato ogni anno da un milione e mezzo di persone, cosa che produce entrate superiori ai cento milioni di pesos (non un milione e mezzo, come erroneamente abbiamo detto nell'articolo di questo venerdì), perché il costo dell'entrata è di 98 pesos. L'INAH ne riscuote 48 ed il governo statale 50.

"Non siete soli compagni", ha detto il delegato Zero agli artigiani chiedendo loro di "non arrendersi, non vendersi e non abbandonare la lotta", perché da ora in poi saranno appoggiati da molta gente in tutto il paese.

Dopo la cerimonia durata circa 40 minuti, il dirigente zapatista è tornato a Chablekal per pranzo e per preparare il suo intervento nella manifestazione sulla piazza centrale di Merida che è iniziata dopo le 20 e 30, con il benvenuto degli aderenti della Sesta Dichiarazione della Selva Lacandona in Yucatan.

Poi, Marcos ha scosso i circa 2 mila presenti che hanno vissuto momenti di tensione all'annuncio che si sarebbe tolto il passamontagna, e così ha fatto.

È salito sul piccolo tavolo che stava sul palco ed ha cominciato con un "buona notte, Yucatan". Poi, con voce tranquilla, ha aggiunto: "sappiamo che siete molto preoccupati per il passamontagna. Allora, me lo tolgo davanti a tutti". Si è tolto il logoro e scolorito berretto color caffè ed ha iniziato a togliersi il cappuccio. Sono stati momenti di grande attesa. "Aspettate perché mi è caduta la parrucca", ha esclamato ed ha iniziato a sfilarsi il cappuccio di lana fino a toglierlo totalmente. Tuttavia, sotto indossava il cappuccio di tessuto nero sottile che utilizza quando fa molto caldo, come qui. Un sospiro di sollievo si è levato da tutta la piazza.

"Portiamo un messaggio e vogliamo che lo ascoltiate: ci siamo tolti il passamontagna e speriamo che anche il governo si tolga la maschera che sta usando per ingannarci tutti", ha affermato in tono energico.

"Abbiamo visto e compreso quello che sta accadendo in Yucatan, perché ascoltiamo la parola di gente umile e semplice, e quello che vediamo è che questi governi del PAN, incominciando dal signor Vicente Fox e proseguendo con il ridicolo Patrón Laviada, che governa questo stato, vogliono trasformare lo Yucatan in una grande azienda, come se non fosse successo tutto quello che è successo e non ci fossero tanta dignità e ribellione in questo paese, vogliono trasformarci un'altra volta in peones delle loro grandi tenute", ha affermato.

"Vi ricordate quando il signor Vicente Fox offrì il cambiamento per tutti e che tutto sarebbe migliorato, in effetti, ha mantenuto la sua parola: il paese è cambiato, e lo Yucatan, col governo di Patrón Laviada, ma all'indietro. In pochi anni, Yucatan e Messico sono ritornati al XVI° secolo, ed il modo di relazionarsi con quelli che stanno in basso è con la stessa arroganza e disprezzo che avevano i grandi latifondisti dell'epoca dei Montejo", ha sottolineato tra gli applausi dei presenti.

"Questo è il messaggio che i fratelli che lottano in questo stato vogliono che diamo a questi capoccia dei grandi ricchi, che col colore azzurro del PAN governano il paese e lo Yucatan".

Ha sostenuto che quello che stanno facendo i panisti al potere è "trasformare il lavoro in un crimine ed i lavoratori della campagna, della città e del mare, in criminali per metterli in prigione od obbligarli ad emigrare negli Stati Uniti, e che queste terre tornino ad essere di loro proprietà, come al tempo dei
latifondisti, per offrirle in vendita allo straniero
".

Tuttavia, ha affermato, con l'Altra Campagna "ha cominciato a nascere un grande movimento nazionale di lotta di sinistra anticapitalista contro questi, i moderni latifondisti, come il governatore dello Yucatan, il presidente Fox e tutta la combriccola".

Ha insistito che "la soluzione non è che il governante cambi di colore o di partito politico, ma nell'organizzarci qui in basso, per fare più grande la lotta", per "fare una trasformazione radicale che arrivi fino a dove l'impero delle torbide stelle e strisce ha il suo governo, perché questa grande ribellione incomincia dal basso, dal sudest del Messico".

Sabato, Marcos visiterá Campeche.

(tradotto dal Comitato Chiapas "Maribel" - Bergamo)

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