La Jornada - Sabato 20 maggio 2006
Consolati ed ambasciate del Messico sono gli scenari
Le proteste per i fatti di Atenco si estendono a 22 paesi
Anunciate mobilitazioni a Quito, Bogotá e Caracas

HERMANN BELLINGHAUSEN

Ieri si sono svolte mobilitazioni ed eventi pubblici in città di Stati Uniti, Canada, America del Sud ed Europa per protestare contro il governo messicano per la repressione a San Salvador Atenco, chiedere la liberazione dei prigionieri politici ed in favore dell' altra campagna. Queste Giornate Internazionali erano state convocate, con brevi comunicati, dal teniente coronel Moisés, della Commissione Intergalattica dell'EZLN, il 16 e 17 maggio scorsi, "dalle montagne della selva Lacandona".

La risposta è arrivata da molti paesi. Questo venerdì si sono realizzate proteste su entrambe le spone dell'Atlantico. A giudicare dalle risposte tranquillizzanti e benevole ricevute dai manifestanti durante i colloqui con consoli e portavoci delle missioni messicane (secondo testominianza raccolte da La Jornada) c'è d'aspettarsi che i rapporti di consolati ed ambasciate tranquillizzeranno la già di per sé tranquilla cancelleria, secondo cui "non succede niente".

Qualcosa come: "tutto a posto..... c'erano solo qualche decina di manifestanti con cartelloni... si è spiegato loro che in Messico non c'è repressione... che si applica la legge, eccetera".

In ogni caso, questa volta sono state disturbate non poche sedi diplomatiche del Messico. Il Movimento per la Giustizia nel Quartiere ed altre organizzazioni hanno manifestato davanti al consolato di New York, "per condannare la brutale repressione a San Salvador Atenco". Lo stesso è successo a San Diego e San Francisco (California), dove le proteste sono state organizzate dal Collettivo Zapatista di San Diego e dal Caracol Autonomo della Missione (importante quartiere latino di San Francisco che si è dichiarato "municipio autonomo zapatista").

A Montreal e Vancouver (Canada) si sono mobilitate decine di organizzazioni indipendenti. In questi luoghi, e negli altri che seguono, non sono le prime proteste; ci sono già da due settimane, ed in alcune come a Barcellona, San Francisco e Los Angeles sono state continue.

In Argentina, la Rete di Solidarietà con il Chiapas di Bahía Blanca e la Radio Comunitaria FM de la Calle questo venerdì hanno trasmesso un programma speciale intitolato 'Tutti siamo Atenco'. Il Collettivo di Solidarietà Chiapas-Messico ha manifestato per le strade di Toulouse, Francia, mentre a Londra c'è stata una manifestazione davanti all'ambasciata del paese.

Ad Oslo, Norvegia, diverse organizzazioni hanno sfilato dal palazzo del governo fino al Dipartimento degli Esteri "per chiedere la liberazione dei prigionieri politici di Atenco, il rispetto dei diritti umani e la cessazione della brutalità della polizia e della repressione del popolo messicano".

Questo giovedì si è svolto un concentramento davanti al consolato del Messico a Valencia, Spagna. "Da qua solidarizziamo con le vittime della repressione in Atenco e con l'altra campagna", segnalano.

Ci sono state proteste di collettivi ed organizzazioni di sinistra all'ambasciata di Atene (Grecia). Per questo sabato si annunciano concentramenti davanti all'ambasciata del Messico a Quito (Ecuador) e Bogotà (Colombia). Lunedì 22 sono previste mobilitazioni a Caracas (Venezuela) di fronte alla sede diplomatica del Messico, al suono di "tutti per i detenuti di Atenco".

Come comunica la Commissione Intergalattica dell'EZLN, "fino al 17 di maggio si sono registrate almeno 85 azioni nel mondo per chiedere la libertà incondizionata di tutti gli arrestati, contro la brutale repressione poliziesca e per la punizione dei responsabili dell'assassinio, degli stupri, dei pestaggi e delle torture compiuti contro i nostri compagni e compagne".

Inoltre, segnala, "in 45 città di 22 paesi del mondo ci sono state manifestazioni di fronte alle ambasciate e consolati del Messico; giornate informative in università e spazi pubblici; dipinti e graffiti; distribuzione di volantini ed un'infinità di attività create e convocate per iniziativa di ogni collettivo o individuo".

Moisés: "Non siete soli"

Il teniente coronel Moisés questo mercoledì ha dichiarato: "Sappiamo e crediamo che si organizzeranno le mobilitazioni pacifiche in mille modi diversi, col fine di esprimere quello che sentiamo davanti a quello che hanno fatto ai nostri compagni e compagne di Atenco, perché l'hanno fatto a noi e continueranno a farlo se non ci uniamo e ci aiutiamo. Nessuno fermerà le nostre mobilitazioni. È giusto ed è necessario per la nostra lotta".

Poco prima la Commissione Intergalattica Zapatista aveva ribadito che "il governo del Messico tiene in carcere ancora oltre 50 compagni e compagne di San Salvador Atenco e dell' altra campagna. Migliaia di persone in Messico ed in molte parti del mondo lottano per la loro liberazione". Ed avvertiva: "Loro non sono soli".

Tra il 3 ed il 17 maggio ci sono state manifestazioni, concentramenti, concerti, happenings, graffiti con musica hip hop compresa, e blocchi in Catalogna, Argentina, Ecuador, El Salvador, Cile, Canada, Colombia, Venezuela, Stati Uniti, Brasile, Cuba, Martinica, Paesi Baschi, Austria, Germania, Spagna, Svizzera, Francia, Dinamarca, Grecia, Italia, Svezia, Regno Unito e Norvegia.

Le principali città dove si sono svolte proteste contro il governo messicano e per chiedere la liberazione degli arrestati di Atenco e dell'altra campagna sono: San Diego, San Francisco, New York, Washington, Los Angeles, Riverside, Santa Ana, San Diego, Houston, Sacramento, Boston, Chicago, Minneapolis, Tucson, Portland, San Antonio, Montreal, Vancouver, Bogotá, Quito, Caracas, San Salvador, Buenos Aires, Rosarios, Bahía Rosario, Brasilia, Santiago del Cile, Estocolmo, Bilbao, Barcelona, Madrid, Munich, Münster, Heidelberg, Berlín, París, Toulouse, Atenas, Venezia, Roma, Mestre-Marghera, Bologna, Londra, Oslo e Copenhagen.

I 17 maggio si è tenuto un forum pubblico a New York "per informare sugli attacchi della polizia a San Salvador Atenco" ed il 16 si sono svolte azioni a Madrid – davanti all'ambasciata messicana - "per continuare a denunciare le aggressioni".

A San Francisco si è stabilito in forma permanente un "presidio solidale" nel consolato messicano a partire dal giorno 15, seguito occasionalemente da una "veglia intergalattica" per denunciare "la repressione brutale del governo fascista di Fox". Dalle 7 del mattino, quando i connazionali formano lunghe file per fare le pratiche, vengono informati personalmente e con dettagli di quello che succede in Messico, ma nelle televisioni questo non si vede. Qualcosa di simile succede a Vancouver.

Da altre parti del mondo molte organizzazioni continuano ad inviare messaggi di solidarietà. È il caso del Comité de Acción de Vrygrond (Sudáfrica), la Asociación Venezolana de Gerencia de Desarrollo Cultural ed il Colectivo Cultural Pueblo Soberano, il Sindicato Ceramista de Neuquén (Argentina), il Movimiento Político 14 de Junio (Perú) e la Coordinadora Nacional de Defensa del Agua y de la Vida (Bolivia).

(tradotto dal Comitato Chiapas "Maribel" - Bergamo)

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