La Jornada - lunedì 20 febbraio 2006
Un ribollire di proposte di radio libere, siti Internet ed altri progetti
Una disco di Tlaxcala diventa punto di incontro di media alternativi

HERMANN BELLINGHAUSEN - INVIATO

Zacatelco, Tlax, 19 febbraio - Da locale disco a punto d'incontro di media alternativi con banda annessa, El Dorado riceve da ieri tutte le persone che si sono sentite convocate dall'altra campagna al suo entrare nello stato che si considera ufficialmente la "culla" della nazione. Ieri, sabato si sono riunite qui circa mille e 500 persone, delle quali solo un terzo non erano ancora aderenti della Sesta Dichiarazione della Selva Lacandona. Arte ed abilità per continuare a scaldare l'ambiente, musicisti, mimi, giocolieri, MC's di hip hop, trovatori, ballerini, maschere e rappresentazioni tutta la mattina.

E dopo, 10 ore di sessione plenaria fin oltre la mezzanotte. Un centinaio di interventi, cioè tutti autoritratti parlanti che hanno detto: chi sono, che cosa faccio, dove, come e perché. Oggi ci sono stati i tavoli d'incontro e di lavoro sui temi portanti di questo particolare segmento della mobilitazione che è partito quest'anno sotto il nome di altra campagna e che con Tlaxcala ha già visitato nove stati della Federazione.

Questo pomeriggio è apparso il delegato Zero ed ha letto il suo primo resoconto del percorso: dal Chiapas al Campeche passando per Quintana Roo e Yucatan, cioè il sudest del Messico in basso.

Da ieri si erano dati appuntamento le radio pirate (oramai non più tanto), giornali, riviste, siti Internet ed altri progetti di penna e piuma con accento sulla zeta. Qui si sono incontrate le due grandi pittrici, quasi canoniche, della visualità zapatista: la mazateca Domi (del Collettivo Callejero) e la cileno-messicana Beatriz Aurora. Anche l'equipe promotrice del Multiforo Alicia, oasi rockettara della città del Messico; il pertinace gruppo CLETA; case editrici che già ai miei tempi erano definite marginali; collettivi di arte, di educazione e di propaganda. Registi, fotografi, hackers, difensori dell'ecosistema o del patrimonio culturale (la rivista El espejo humeante di Tezcatlipoca), Indymedia Chiapas e Yucatan.

Rodrigo Solís, de La Torilla Editorial ("Il potere della massa"), ha testimoniato: "Noi pubblichiamo libri e li distribuiamo gratuitamente, registriamo autori" ed ha definito l'arte come rivoluzionaria, se ci fossero ancora dubbi. Da San Luis Potosí è arrivata La Neta Amorfa che lavora da 1992 "in modo clandestino ed a volte pubblica contro una multinazionale che vuole estrarre l'oro e l'argento da una regione huachichil, che è un'etnia sterminata, la zona è abitata pure da purépechas. Facciamo delle mobilitazioni di massa contro la Miniera San Xavier e riunioni permanenti per il piano nazionale di lotta. Siamo in lotta permanente, sia legale che clandestina, appoggiata dalla società civile".

Ai veterani si uniscono le matricole piene di buona volontà, come il collettivo Rompiendo la Noche, di Monterrey: "È un mese che stiamo lavorando, non abbiamo esperienza ma vogliamo continuare a lavorare; facciamo cicli di cinema e facciamo interviste agli aderenti da Nuevo Leon. Siamo in sette, abbiamo molta voglia di continuare a lavorare, facciamo questo perché crediamo che sia un altro modo di fare comunicazione, se si può vogliamo apportare a questa lotta, ci sembrerebbe bello consolidare una rete di informazione e c'impegniamo a riprodurre il materiale".

Da Jalapa è arrivato il collettivo di Comunicazione Alternativa che fa il bollettino 'Per uno zapatismo dove ci stiano molti zapatismi', formatosi nel 2001 dopo la Marcia del colore della terra. "Inizialmente eravano delle copie, poi il collettivo si è sgretolato ed il bollettino terninò lì; poi ci siamo uniti alla lotta per la terra dei contadini di Acopan, è tornato ad apparire il bollettino, è cresciuto ed ha migliorato il suo design".

Le radio libere Teocelo (Veracruz), La Voladora (Amecameca), Plantón (Oaxaca), Sabotaje, Ke Huelga, Pirata, Pecheco, Zapote (Distretto Federale) e Radio Libertad (che trasmette in cinque lingue indigene), così come le equipe del programma pionieristico 'Dal campo alla città' che va avanti da 17 anni in Radio Educazione o 'La hora de la mengambrea'.

Dalla vicina città di Puebla è arrivata Spirale 7, spazio "che cerca di distribuire il caffè delle comunità zapatiste, grazie a giovani, adulti e bambini. Siamo incasinati ma cerchiamo di organizzarci e di lavorare per costruire autonomia nella città e da tutte le parti. Cerchiamo di sopravvivere, facciamo eventi culturali, concerti, musica, poesia, diffondiamo la pirateria. Continuiamo a tenere questo spazio autogestito tra tutti. Ci dedichiamo a diffondere, a cucinare, a vendere libri; usciamo in strada per invitare le persone a ribellarsi contro questo sistema. Cerchiamo di toglierci vizi come il maschilismo o il protagonismo. Costa lavoro". Inoltre, portano avanti il piano La Realidad-Tijuana ed aspirano a dar vita a Indymedia Puebla.

Ignacio Pineda, del Multiforo Alicia Espacio, ha detto: "Facciamo musica, incontri, tavoli, presentazioni. Lavoriamo in autonomia, autogestione, etica e dignità, per una rete con gli altri spazi autonomi, per conversare ed organizzarci". Ha proposto che i locali abbandonati e malridotti siano destinati alla cultura. Altri spazi sono La Piramide, collettivi di donne come 'Integrando Mondi e Streghe' (cooperativa anarchico femminista, la cui pubblicazione omonima è "irregolare come le mestruazioni") assicurano che "solo la lotta contro i malgoverni ed i patriarchi ci renderà liberi". Un altro collettivo è l'anarkopunk Zapata Da Lata, di Celaya (Guanajuato) che fa fanzine, radio e barricate.

Guillermo Acevedo, del gruppo La Piroga, di Jalapa, ha raccontato il suo lavoro ("siamo attori, siamo nella lotta, lavoriamo con bambini") ed ha proposto circuiti di percorsi con l'infanzia, reti che portino le rappresentazioni da tutte le parti.

Sol Ho, di Possible Worlds, ha ricordato, tra le sue attività indicibili il cinema interattivo, l'ipertesto, l'Internet cooperativa. "Siamo stanchi della censura. I server, avendo utenti gratuiti, hanno più potere; è importante un ciberspazio dove ci stiano molti mondi. Il nostro lavoro è giustamente disturbare, proporre, sognare". Si è pronunciato per lavorare con server autonomi.

La Yeca lavora dal 1994 nel Centro di Reinserimento Santa Martha ed in altri ambiti penali: uno dei suoi progetti sono i "racconti condivisi".

Il collettivo Decena Trágica, "di musicisti poeti e casinisti arrabbiati", dichiarano: "la poesia è un arma che rimbomba sui marciapiedi. Solo la poesia può esprimere in questi momenti la vergogna che menti tanto mostruose possano agire con tanto cinismo in Messico, assassinando tutto ciò che di buono ci rimane. Quelle bestie sono cresciute per trasformarsi in una piaga di loro stesse". E propongono una convocazione "per riunire un tribunale internazionale che giudichi i crimini di lesa umanità che si sono commessi in questi sessenni. Loro sono una mafia che dobbiamo smascherare".

Pubblicazioni come La Trinchera, Pluma con Sombrero, Catapulta, Machetearte, Stackha, Ce Acatl ed El Ecologista si sono date appuntamento in Zacatelco. Gruppi che lavorano in Durango, in Coatepec (Veracruz), in Neza e Toluca (Stato del Messico), nell'Ajusco Media e nel Pedregal de Santo Domingo (DF), con i collettivi Jacalito ed Arte Nativo (pure di Veracruz).

Il Comitato di Enlace Latinoamericana e Caraibica forma una rete di comunicazione con i carcerati dell'America Latina ed offre il suo spettro all'altra campagna. Il Collettivo Atzacapozalco, di cittadini, studenti e lavoratori fa eventi culturali nella pubblica via ed ha seguito all'EZLN per un decennio. Il Collettivo Cittadinanza in Movimento, di Tlaxcala, ha detto che questo incontro è "l'avvenimento culturale più importante che c'è stato nello stato in anni", perché Tlaxcala "è una landa desertica dei media, completamente dominato dal PRI, anche se speriamo che un giorno riusciamo a uscirne fuori grazie anche a questa iniezione di energia e creatività che ci state dando".

Dallo Yucatan è arrivata Radio Ajen Kaj: "Abbiamo viaggiato 16 ore per ascoltarvi, per imparare da voi. Il tempo è nostro, non ci pagano né ci facciamo pagare. Abbiamo lo stesso obiettivo: costruire un mondo migliore. E non si costruisce difendendo cooperative, ma pensando che non ci devono più essere né ricchi né poveri".

Antonio Loredo, del Collettivo Callejero di Guadalajara: "Non sono stati pochi i tentativi di comprare il nostro lavoro. Stiamo lavorando con le comunità indigene del sud di Jalisco, con collettivi di difesa dell'ecosistema, organizzazioni rurali, radio e stiamo formando un gran collettivo di aderenti e non aderenti. Stiamo lavorando anche nella diffusione della Sesta e dell'altra. Vogliamo presentarvi la Sesta con una storiella".

Anche di questo ribollire di proposte "alternative", minori, indipendenti, o comunque si chiamino, si alimenta l'altra campagna. Tutto quanto si sta aggiungendo lungo il percorso della Commissione Sesta che è uscita dalla selva chiapaneca ed è già arrivata fino a qui.

(tradotto dal Comitato Chiapas di Torino)

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