La Jornada – 19 novembre 2006
Los de Abajo - Gloria Muñoz Ramírez
Anniversario zapatista

La Realidad, Chis., 18 novembre - Mateo ed Emiliano, fondatori dell’EZLN in questa comunità, cominciano “questo anno 24 della lotta con molto lavoro, con animo, e con forza”. I due sono da 18 anni nell’organizzazione zapatista e ritengono che in tutto questo tempo il paese non sia cambiato, “la gente continua a star male, ad essere sfruttata ed emarginata. Ma noi zapatisti, sì, siamo cambiati. Siamo cresciuti dentro e fuori. Prima non conoscevamo gente di fuori, né loro conoscevano noi, Ma ora la nostra lotta è nazionale e internazionale. Ormai ci conoscono e ci conosceranno sempre più”, quasi sentenziano.

Seduto di fronte agli striscioni conmemorativi del 23° anniversario dell’Esercito Zapatista di Liberazione Nazionale, dopo l'interminabile programma di attività, Mateo ricorda quando "là, nel 1988, quando avevo meno anni di quanti ne ho adesso, incominciammo ad organizzarci. L'EZLN era già da cinque anni in montagna, dal '83, ma noi lo conoscevamo fin da allora. A quei tempi avevamo dubbi, molte domande. Ci domandavamo come fosse l'organizzazione. Non è paragonabile ad altre organizzazioni perché è un altro modo di lottare e di spiegare. I nostri compagni ci spiegavano dello sfruttamento in campagna ed in città, dell'emarginazione e tutto di questo cattivo sistema”.

Emiliano ricorda ognuna delle feste di anniversario, prima clandestine, e poi aperte a partire dal 1994. Parla orgoglioso di quel gruppo iniziale formato da sei persone, cinque uomini ed una donna. Tre meticci e tre indigeni fondatori dell'EZLN nel 1983. Ricorda anche il subcomandante Pedro, comandante militare di questa zona, uomo molto vicino a questa comunità. "Quello che penso di quei sei compagni è che fecero molto lavoro, così tanto che per questo vivono tra noi. Il seme che hanno buttato ha dato buoni frutti. E quelle piante crescono e si chiamano ora Sesta Dichiarazione e l'altra campagna, ed inoltre tutto quello che manca”.

L’altra campagna è un nuovo compito. “E adesso siamo in questa, in questo lavoro che abbiamo cominciato per parlare con altri compagni di qui, del Messico e di altre parti del mondo, affinché ci uniamo per cambiare il sistema”.

Mateo è orgoglioso di questi 23 anni, "ma non mi accontento. Dobbiamo organizzarci di più, insieme a più gente. Vogliamo cambiare il governo, il sistema. E per fare questo bisogna lavorare molto. Siamo coscienti che non ci riusciremo da soli. Ci riusciremo con altra gente di tutto il paese. Sono appena 23 anni", dice. "È già qualcosa, ma è necessario lavorare di più. Questo anniversario lo festeggiamo con balli e canti, ma il lavoro è ciò che conta. Ora siamo in fase di studio per prepararaci ai passi successivi", dichiara questo uomo con una fiducia quasi inspiegabile.

Ieri, per un momento, il caracol di La Realidad si è vestito a festa e con un programma che ha compreso i molto originali e mai ben compresi indovinelli zapatisti: "Ho cinque arance nel mio carniere.... Quante arance ho?". La risposta corretta era due, vai a sapere perché...

[losylasdeabajo@yahoo.com.mx]

(tradotto dal Comitato Chiapas "Maribel" - Bergamo)

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