La Jornada - lunedì 19 giugno 2006
Il delegato zapatista partecipa all'incontro per la liberazione dei prigionieri politici
Marcos: Atenco ed Oaxaca sono le ferite più recenti di una lunga lotta

MARIANA NORANDI E HERMANN BELLINGHAUSEN

"Due indignazioni segnano il nostro calendario attuale: da una parte, quella che ci provoca l'assalto poliziesco a San Salvador Atenco, l'aggressione sessuale alle donne e l'illegalità con cui tengono in prigione le nostre compagne ed i nostri compagni; dall'altra parte, quella che nasce dentro di noi per la brutalità della polizia del governo di Oaxaca quando ha attaccati il magistero democratico ed il popolo", ha detto il subcomandante Marcos partecipando al Primo Incontro per la liberazione di tutti i prigionieri politici, la presentazione in vita dei desaparecidos e la cancellazione dei mandati di cattura contro attivisti sociali, che si tiene questo fine settimana nell'auditorium del Sindacato Nazionale dei Lavoratori Uniroyal.

Nelle sue "alcune riflessioni sulla lotta e sulla libertà e sulla giustizia", il delegato Zero ha detto: "ne abbiamo molte in tutti gli almanacchi del Messico in basso" ed ha enumerato quelle "note in Messico e nel mondo", come quella del 2 ottobre, del 10 luglio, la guerra sporca, Aguas Blancas, Acteal, El Charco ed El Bosque, come "altre che non sono tanto note, ma le conosce la nostra pelle, il nostro sangue, la nostra memoria". Ha ricordato gli sforzi realizzati negli ultimi decenni "per riscattare la nostra memoria, nei quali purtroppo hanno prevalso la dispersione e la frammentazione", dove organizzazioni, gruppi e famiglie lottavano ognuno per conto suo.

"Nella lunga e zittita storia di lotta di quelli in basso per democrazia, libertà e giustizia, sono le ferite recenti quelle che ci convocano. Pasta de Conchos in Coahuila, Lázaro Cárdenas in Michoacán, San Salvador Atenco nello stato del Messico, Oaxaca nello stato dallo stesso nome, le prigioniere ed i prigionieri politici in tutto il paese, i desaparecidos politici di ieri ed oggi, le minacce che mascherate da procedimenti legali sovrastano coloro che lottano".

Il delegato zapatista è stato presente alla riunione solo per dirigere il suo messaggio nel pomeriggio di domenica: ha offerto un'analisi delle condizioni sociali e politiche che prevalgono sotto il capitalismo e rendono possibile "un sistema di spoliazione, sfruttamento e razzismo", dove non esiste uguaglianza, neanche davanti alla legge, tra i padroni e le classi lavoratrici, ed "anche la giustizia è una merce".

Tra le diverse proposte dell'incontro, si può sottolineare quella inviata dalla prigione da Jacobo Silva Nogales e Gloria Arenas, aderenti dell'altra campagna, che si pronunciano per un "coordinamento nazionale per i nostri, un vero ponte che unisca le differenti lotte in una pratica comune" che si apra anche ai non aderenti, si articoli in modo autonomo rispetto alle istituzioni ufficiali ed ai partiti ed eviti di cadere "nella ricerca di risorse economiche e politiche", come succede frequentemente nella difficile e dolorosa lotta per strappare allo Stato i prigionieri e gli scomparsi politici.

In un altro messaggio, América del Valle, del Fronte di Popoli in Difesa della Terra, che è perseguitata dalla giustizia, segnala: "parlare di carcerati politici si è convertito in una costante; la tirannia che altri fratelli hanno affrontato per anni".

L'incontro nazionale ha lavorato per realizzazione di: una diagnosi della situazione dei prigionieri politici nel paese, l'elaborazione di un censimento generale dei prigionieri politici, scomparsi ed esiliati, così come per la creazione di un coordinamento nazionale permanente per la liberazione di tutti gli attivisti imprigionati. Il secondo giorno della riunione è cominciato con l'installazione dei tavoli di lavoro regionali, nei quali si è presentato un diagnostino di ogni situazione e si sono progettate azioni.

Anche se ogni regione - nord, centro e sud - presentava delle particolarità, si è arrivati ad alcuni punti d'accordo, come creare commissioni di lavoro: di stampa per diffondere un'informazione verace della situazione dei prigionieri e per resistere alle campagne dis/informative dei media di massa; di unione con le organizzazioni internazionali; di finanza per raccogliere fondi; giuridica, che inviti avvocati impegnati ad assumersi la difesa, e di contatto coi prigionieri politici per mezzo di visite o lettere, così come una commissione della verità che informi la società sulla situazione di questi prigionieri, sottolinei che sono attivisti sociali e resista all'immagine criminale che è stata loro affibiata.

Si è proposto di denunciare la situazione nei ceferesos (prigioni di massima sicurezza), dove è costante la violazione dei diritti umani e nei quali non dovrebbero stare i prigionieri politici. Si è ribadito la necessità di eleminare questi centri penitenziari e si espressa l'urgenza che questi prigionieri siano trasferiti in prigioni vicine alle loro case. è stata creata una pagina web: http://www.sitio.de/presospoliticos che unirà i coordinamenti nazionali, regionali e statali, così come la società in generale e si è progettato un piano di azioni per i prossimi mesi.

(tradotto dal Comitato Chiapas di Torino)

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