La Jornada - Mercoledì 19 aprile 2006
Chiede al governo federale non cedere per il progetto: le terre non appartengono ad un gruppo
Leader del PAN taccia di "terroristi" Marcos e quelli che si oppongono a La Parota

SERGIO OCAMPO E MISAEL HABANA - CORRISPONDENTI

Chilpancingo, Gro, 18 aprile - Il dirigente del PAN dello stato, Javier de Jesús Zepeda Constantino, ha definito "terroristi" il dirigente del Consiglio degli Ejidi e delle Comunità che si oppongono a La Parota (Cecop), Marco Antonio Suástegui Muñoz, ed il subcomandante Marcos dell'Esercito Zapatista di Liberazione Nazionale (EZLN) che sabato hanno annunciato che impediranno la costruzione della diga idroelettrica.

In una conferenza stampa, il panista ha chiesto al governo federale di esercitare le sue facoltà costituzionali per portare avanti il progetto ed ha sottolineato che Suástegui Muñoz ha serrato le file con gli indigeni chiapanechi che appoggiano alla delegazione dell'altra campagna per ostacolare l'opera.

Zepeda ha dichiarato che il leader del Cecop non è proprietario "nemmeno di un centimetro quadrato della zona in cui si vuole costruire la diga La Parota" ed ha assicurato che il fatto di aver sospeso la distribuzione dell'acqua del sistema Papagayo ad Acapulco lo converte in "un vero terrorista che sequestra le funzioni dell'autorità municipale del porto. In questo modo la cittadinanza è da lui sequestrata e minacciata".

Sulle dichiarazioni di Marcos, che ha avvertito che La Parota si costruirà solo con una guerra, il dirigente statale del PAN ha commentato: "Marcos si muove in una logica di guerra. La sua strategia è al cento per cento militare. È un progetto in termini bellici al quale la nazione intera ha già detto no".

"La miseria, la povertà e l'emarginazione sono problemi che preoccupano tutti i messicani, cioè l'EZLN non ha il brevetto per agire in nome di coloro che le soffrono", ha aggiunto.

Zepeda Constantino ha ricordato che nel caso de La Parota c'è un principio basilare di cui non si è tenuto conto: "Le terre e le acque sono proprietà della nazione, non di uno o di un solo gruppo. Il bene comune non può sottomettersi alla convenienza politica di un individuo chiuso al dialogo, che osa sequestrare la sicurezza e la salute di una città come Acapulco".

(...)

(tradotto dal Comitato Chiapas di Torino)

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