POR ESTO! - 19 gennaio 2006
L'Altra Campagna in Yucatán
Riflessioni per condividere, a partire dalla speranza

di Rosamaría González Romero
[dalla pagina di Otro Periodismo]

L'informazione e le riflessioni personali che presenterò qui di seguito riguardano la cancellazione del “programma previo della visita del subcomandante Marcos in Yucatán”, che è stato pianificato durante i mesi di ottobre, novembre e dicembre grazie a diverse organizzazioni maya, civili e politiche, ed a individui yucatecos simpatizzanti e aderenti della Sesta Dichiarazione della Selva Lacandona, che è stato sospeso e cambiato con un altro programma molto distinto dall'originale.

Il testo ha come obiettivo di socializzare la strana problematica che si è generata intorno all'inizio dell'Altra Campagna nella Penisola dello Yucatán, al fine di motivare l'analisi e la discussione politica necessarie per aiutare a risolvere il confronto fra posizioni di carattere politico, che si erano presentate già anteriormente, non solo in Yucatán ma in tutto il paese, tra quelli che hanno cercato di costruire una forza politica zapatista nazionale a partire dagli anteriori processi promossi dall'EZLN: la Convenzione Nazionale Democratica (del 1994) ed il Fronte Zapatista di Liberazione Nazionale (del 1996), provocando insuccessi e disillusioni.

Per cominciare riferirò che al principio dell'ottobre scorso, diverse organizzazioni maya dello Yucatán aderenti e simpatizzanti della Sesta Dichiarazione della Selva Lacandona (“La Sexta”) iniziarono una serie di riunioni nella città di Merida, per prendere accordi rispetto alla proposta del programma di attività che poteva realizzare il subcomandante Marcos con le comunità maya nella sua visita a Yucatán. C'erano fra di loro: il Forum Maya Peninsulare dello Yucatán e di Quintana Roo, del Congresso Nazionale Indigeno, il Colettivo degli Artigiani di Chichén Itzá, i cui rappresentanti si erano iscritti alla “Sexta” e quelli che sono minacciati di sgombero dalla zona archeologica; il Collettivo degli Ejidatari di Oxkum, che stanno difendendo le loro terre che sono state "comprate" in modo irregolare da intermediari del governo dello Stato al fine di poter costruirvi un nuovo areoporto, i Cittadini della Zona Archeologica di Dzoyila, in Mérida, che corre il rischio di essere schiacciata da edifici commerciali, l'Organizzazione Maya Chan Tza Can ed il Comitato Civile di Dialogo e Partecipazione Politica “9 de Marzo”.

Una volta messa insieme la proposta di attività che presuntamente avrebbe svolto il Subcomandante Marcos con le comunità maya ed avendo messo insieme anche il lavoro preparatorio svolto da un gruppo di venerabili anziani e sacerdoti maya, l'insieme delle organizzazioni maya convocarono -nel modo più amplio possibile- le altre organizzazioni civili e politiche così come gli individui simpatizzanti ed aderenti della “Sexta” in Yucatán per lavorare congiuntamente all'elaborazione di un programma integrale della “visita”.

Così, alla fine di ottobre si formò “il coordinamento per la visita del subcomandante Marcos in Yucatán” unendosi con le organizzazioni e tutti e tutte quelli che lottano nel sociale con un lungo percorso di lavoro nella regione.

Dalla metà di novembre fino all'inizio del mese di dicembre “il coordinamento per la visita in Yucatán” ha inviato per e-mail alla Rivista Rebeldía tre lettere all'EZLN dove si informava degli avanzamenti nel programma delle attività e si sollecitava una riunione bilaterale per poter affinare i dettagli del programma e della sicurezza della delegazione zapatista.

Il 6 dicembre è arrivata la risposta del Delegato Zero a quelle lettere, notificando che a breve sarebbe arrivata una missiva personale con le precisazioni necessarie. A partire da questo è iniziato un disincontro epistolare tra lui e le organizzazioni e persone partecipanti nel “coordinamento per la visita in Yucatán”, come conseguenza del fatto che in quella missiva l'EZLN informava che aveva nominato come suoi rappresentanti della Commissione Sesta in Yucatán e Quintana Roo delle persone che non sono benvenite nelle comunità maya, e che con distinte organizzazioni civili e politiche come pure con persone che lottano nel sociale impegnati nei processi dell'EZLN hanno avuto serie divergenze da più di dieci anni. Divergenze di ordine politico, conviene specificare.

È stata pure causa di disaccordo con l'EZLN da parte del “coordinamento per la visita in Yucatán”, la posizione della Commissione Sesta espressa nella lettera, che è stata percepita come carente di rispetto verso i processi locali e regionali delle organizzazioni yucateche, così come pure escludente nei confronti di coloro che lottano nel sociale in Yucatán anche se sono simpatizzanti della “Sexta” ma ancora non hanno firmato dando la loro adesione.

Il “coordinamento per la visita in Yucatán” ha risposto alla Commissione Sesta dell'EZLN ed al Subcomandante Marcos esponendo le ragioni per cui rifiutavano le decisioni prese dall'EZLN considerandole sbagliate.

La preoccupazione generale che avevano -e che hanno tuttora- le organizzazioni maya, civili e politiche e gli individui aderenti e simpatizzanti della “Sexta” in Yucatán ed in altri luoghi del paese, è che questo terzo tentativo rappresentato dall'Altra Campagna di costruire una forza politica nazionale zapatista promossa dall'EZLN, inizi riciclando gli stessi meccanismi antidemocratici -e con le stesse persone- che hanno caratterizzato lo sviluppo del progetto zapatista anteriore, sorto a partire dalla Quarta Dichiarazione della Selva Lacandona (il Fronte Zapatista di Liberazione Nazionale). Alcune persone pensano che questo terzo tentativo dell'EZLN è, forse, l'ultima opportunità.

Convinti che la costruzione dell'Altra Campagna ed il “Programma Nazionale di Lotta” sia responsabilità tanto dell'EZLN come pure di tutti noi che abbiamo aderito alla “Sexta”. E tenendo in conto le anteriori esperienze ed insuccessi vissuti tanto in ciò che è stata la Convenzione Nazionale Democratica, e poi, nel Fronte Zapatista di Liberazione Nazionale, la maggioranza delle organizzazioni e degli individui che aderiscono e simpatizzano con la "Sexta” in Yucatán, che hanno lavorato in unità durante i mesi di ottobre, novembre e dicembre costruendo il primo “programma previo della visita del subcomandante Marcos in Yucatán” hanno preso la decisione di “mettersi da parte rispetto all'Altra Campagna” in questa prima tappa. Decisione che non significa smettere di lavorare per la costruzione di un Programma Regionale di Lotta in Yucatán né di allontanarsi dall'EZLN. Al contrario, significa per loro, essere coerenti e rispettare gli aneliti e gli impegni presi nelle riunioni di lavoro e nella riunione plenaria della “Sexta”, lì in Chiapas.

Saper aspettare senza perdere la calma né la speranza, confidando nella ruota del tempo. È uno dei più importanti insegnamenti che dagli uomini e dalle donne maya dello Yucatán, così come dalle compagne e dai compagni dell'EZLN che in Chiapas resistono e costruiscono la loro autonomia, stanno arrivando a coloro che lottano nel sociale in questo paese. Così si sta testimoniando in Yucatán.

(maryam1994_8@hotmail)

(tradotto dal Comitato Chiapas di Torino)

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