La Jornada - Giovedì 18 maggio 2006
Pablo Salazar dice che non tollererà più le proteste dei disastrati da Stan
Le manifestazioni sono "manipolate" a fini politici
Afferma d'essere "preoccupato" per la lentezza dei lavori

ANGELES MARISCAL - CORRISPONDENTE

Tuxtla Gutierrez, Chis, 17 maggio - Il governatore Pablo Salazar Mendiguchía ha detto d'essere "preoccupato" per il lento avanzamento della pulizia degli alvei dei fiumi nella zona devastata dall'uragano Stan in ottobre, e per i danni che può causare la stagione delle piogge. Però ha dichiarato che non permetterà che le manifestazioni dei disastrati - come quella di martedì in Motozintla - "trasgrediscano lo stato di diritto".

Saranno sgomberati - da detto - tutti quelli che bloccano le strade, intanto - secondo lui - le proteste dei disastrati da Stan "sono manipolate per interessi politici".

Martedì circa 400 contadini dell'ejido Belisario Domínguez, municipio di Motozintla, avevano bloccato la strada federale che comunica quella località della catena montuosa col municipio di Huixtla, ubicato nella Costa, per esigere la ricostruzione delle abitazioni distrutte da Stan e perché si ripuliscano i fiumi della regione che potrebbero straripare per le piogge. Poliziotti statali hanno sgomberato i manifestanti che avevano rifiutato di andarsene volontariamente. Il saldo è stato di 23 detenuti, secondo la Procura Generale di Giustizia dello stato.

Pablo Salazar ha detto che quei manifestanti si erano riuniti la settimana scorsa col delegato del governo chiapaneco per la ricostruzione delle zone devastate da Stan, il segretario di Sicurezza Pubblica, Horacio Schroeder Bejarano.

Su richiesta degli stessi disastrati, "i più alti dirigenti" della Segreteria di Comunicazioni e Trasporti avevano spiegato dettagliatamente "gli avanzamenti e le pendenze nella ricostruzione di ponti e strade nella regione".

Il governatore commenta che la riunione non bastò a calmare la rabbia dei disastrati, "perché c'è un'agenda politica che si è intromessa e qualche dirigente sta muovendo la gente.

Siamo disposti ad ascoltare tutti quanti, stiamo lavorando nella ricostruzione. Quello che non possiamo permettere è che queste voci di protesta, anche se hanno le loro ragioni motivate e legittime, oltrepassino i limiti della legge".

Ha spiegato che quando si blocca l'unica via di comunicazione fra le regioni Sierra e Costa "non rimane altra alternativa che agire per liberarla.

Abbiamo fatto loro varie ingiunzioni perché sloggiassero volontariamente, ma dato che non l'hanno fatto, abbiamo dovuto agire. Deplorevolmente, devo dire, in tutti i casi in cui la resistenza smette di essere pacifica, civilizzata e si oltrepassano i limiti della legge, dobbiamo agire e così abbiamo sempre fatto e continueremo a fare".

Poi ha aggiunto: "Sono molto scoperti focolai d'inquinamento (politico). Uno è in Escuintla, un altro è in Motozintla, ma c'è lo stesso una forte presenza istituzionale in queste regioni".

Sul lento avanzamento dei lavori di pulizia dei fiumi, ha spiegato: "Non è una buona notizia che nella zona della ricostruzione stia piovendo, ma siamo presenti, in assemblea permanente con i presidenti municipali, con tutte le brigate di Protezione Civile e stiamo insistendo con le imprese impegnate nell'opera perché accelerino i lavori affinché siano finiti prima della data che normalmente si considerava d'inizio della stagione dei cicloni che è settembre od ottobre".

(tradotto dal Comitato Chiapas di Torino)

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