La Jornada - Martedì 18 aprile 2006
Gli indigeni non sono minorenni, dice a Marcos
Gálvez: la gente deciderà se si fa La Parota
ALFREDO MENDEZ

Il subcomandante Marcos deve mantenersi al margine del conflitto per la costruzione della diga La Parota, in Guerrero, ha affermato Xóchitl Gálvez Ruiz, incaricata della Commissione Nazionale per lo Sviluppo dei Popoli Indigeni, sollecitando il delegato Zero a smettere di trattare gli indigeni come se fossero dei "minorenni".

La funzionaria ha firmato ieri un accordo di collaborazione con la Suprema Corte di Giustizia della Nazione, SCJN, e con l'Istituto Federale della Difesa Pubblica affinché avvocati, interpreti e traduttori aiutino decine di indigeni che sono sottoposti a procedimenti penali.

Consultata dopo la firma dell'accordo nei corridoi della SCJN, ha respinto i commenti del subcomandante Marcos che ieri aveva assicurato che l'EZLN prenderà come un'aggressione diretta un intervento dell'Esercito per far fronte alla resistenza dei contadini che si oppongono alla costruzione della diga a La Parota.

"La violenza non sarà mai il meccanismo col quale noi messicani risolveremo le nostre differenze" - ha sostenuto. "Che (Marcos) lasci decidere alla gente; già basta che si vedano gli indios come dei minorenni".

Il capo ribelle aveva assicurato domenica in Agua Caliente, Guerrero, che l'opera "potrà solo essere fatta in cambio di una guerra nel sudest"; ma, la commissaria nazionale per lo Sviluppo dei Popoli Indigeni ha rispotto che quella posizione vuol dire scommettere sulla violenza, il che "è inaccettabile".

Ha ammesso che un gruppo di abitanti della comunità di Cacahuatepec si opponga effettivamente alla costruzione della diga, ma "c'è un altro gruppo, molto numeroso, che è a favore. Tra di loro ci sono differenti opinioni, che si sono espresse in varie assemblee".

Gálvez Ruiz ha riferito che il Presidente è stato rispettoso con coloro che dissentono da un programma di governo ed ha promesso che "non s'imporrà nessun progetto col quale i cittadini non siano d'accordo". Però ha sottolineato che La Parota "permetterebbe di ottenere acqua potabile, il che è una necessità primordiale nella regione".

Compete solo agli abitanti della regione decidere se accettano l'opera "e se essi non sono d'accordo, non si farà... se non si convincono del progetto, non imporrà con la forza".

(...)

(tradotto dal Comitato Chiapas di Torino)

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