La Jornada - Sabato 18 febbraio 2006
Un'altra campagna nel Paraná
LOS DE ABAJO
- Gloria Muñoz Ramírez

L'ALTRA CAMPAGNA solca le frontiere messicane, arriva in Argentina, ed in un angolino dell'est di Paraná, nella provincia di Entre Ríos, trova uno dei suoi migliori specchi. Si tratta di una dichiarazione realizzata da un gruppo di huerteras e huerteros che si dichiarano per la costruzione di un cordone verde, ecologico, creativo e sostenibile.

CON UNA CHIARA allusione all'altro modo di fare politica promossa dal basso e a sinistra dagli zapatisti in Messico, questo gruppo di uomini e donne di Paraná ha annunciato l'avvio della loro altra campagna che consiste nell'uscire a domandare ai vicini di questa città "come vogliamo la nostra città? come stiamo ora? come facciamo quello che vogliamo? vogliamo produrre alimenti sani e vogliamo consumarli o dipendere sempre di più dall'importazione di alimenti modificati geneticamente..."

GLI ORGANIZZATORI, GENTE dei collettivi La Casita del Huertero, Forum Ecologista de Paraná, Colectivo Resistir Construyendo, Radio Cualquiera e Centro Cultural La Hendija, si organizzano e si rifiutano di riprendere vecchie pratiche politiche che non prendono in considerazione quelli in basso.

DA TEMPO, huerteras e huerteros dell'est della città, giovani apprendisti della terra, insegnanti e docenti, artisti, lavoratori e lavoratrici si riuniscono nella La Casita del Huertero per resistere e costruire il loro sogno. Le condizioni per questo sogno già esistono e sono nel cordone verde che circonda ancora la città di Paraná verso est, dove si producono alimenti organici, ma che ora corre il pericolo di sparire per la riforma del nuovo Codice Urbano di Paraná che autorizza la lottizzazione di questo territorio. La speculazione è iniziata e alcune terre sono già state comprate per costruire quartieri senza nessun criterio di sostenibilità. Ma questo, dicono a Paraná, "può essere molto diverso, in un altro modo".

E QUESTO "ALTRO MODO" è cominciato con le consultazioni di dicembre e gennaio, domandando alla gente "come stiamo ora? che cosa vogliamo fare? e come lo facciamo?". Ma manca ancora molto, dicono, e questo è il compito della loro altra campagna che inizierà il 25 febbraio con un festival culturale a La Casita del Huertero.

CI SONO MOLTI MODI di essere zapatista nel mondo, ma ce n'è uno in particolare che tocca chiunque abbia il cuore dal lato sinistro. Ci sono attivisti che, probabilmente senza essere mai andati in Chiapas, sono lo specchio fedele di questa lotta per la dignità. È il caso di questa altra campagna in Paraná che, come gli zapatisti in Messico, ha emesso la sua Dichiarazione delle huerteras e degli huerteros.

"QUESTA NOSTRA PAROLA attuale, nasce dagli anni e dalla terra.... Questa parola, silenziosa mentre nasceva, è oggi la nostra spinta, e può esserlo per chiunque. Stiamo facendo un passo e lo vogliamo fare con tutte e tutti quelli che ritengono che non c'è peggior bugia che quella di dire che 'non c'è un'altro modo di fare le cose'", dicono in Paraná e, sicuramente, si ascolterà con allegria in qualche angolo del sudest messicano.

[losylasdeabajo@yahoo.com.mx]

(tradotto dal Comitato Chiapas "Maribel" - Bergamo)

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