La Jornada - Venerdì 17 marzo 2006
In San Cristobal, 17 attacchi dal novembre ad oggi
Minacciati altri due attivisti dell'altra

ELIO HENRIQUEZ - CORRISPONDENTE

San Cristóbal de Las Casas, Chis, 16 marzo - Individui non identificati hanno fatto irruzione nell'abitazione della direttrice dell'organizzazione cattolica Caritas in questa città, Norma Medina, e di suo marito, David Méndez, collaboratore del Centro dei Diritti Umani Fray Bartolomé de las Casas, che ha reso pubblica la denuncia. Con questo sono 17 i fatti di violenza ed intimidazione avvenuti da novembre ad oggi contro attivisti che risiedono in San Cristóbal e partecipano all'altra campagna, convocata dall'Esercito Zapatista di Liberazione Nazionale.

Il centro, presieduto dal vescovo emerito Samuel Ruiz García, ha spiegato in un comunicato stampa che martedì, "tra le nove e le 11 del mattino, degli sconosciuti irruppero nella casa di David Méndez e Norma Medina, distruggendo porte e serrature e rubarono unicamente un computer portatile, lasciando altri oggetti di valore; frugarono tra le sue loro cose personali e quelle dei loro figli piccoli, lasciandole sparse sui letti".

Medina è direttrice della Caritas, raggruppamento appartenente alla diocesi di San Cristobal, ed in quella qualità in mesi recenti "ha lavorato intensamente nell'attenzione umanitaria alle persone e popolazioni disastrate per il passaggio del ciclone Stan, così come nella denuncia pubblica delle irregolarità della gestione delle autorità statali per rispondere a quell'emergenza", ha chiarito il centro.

Méndez è collaboratore del Fray Bartolomé da sei anni e recentemente i "suoi sforzi si concentrarono sull'organizzazione del primo Incontro Statale contro Procede/Procecom che si realizzò dal 10 al 12 marzo in Petalcingo, Tila".

Ha ricordato che il giorno in cui incominciò quell'incontro "fu posto un posto di blocco militare, dove non era mai stato ubicato prima: all'entrata dell'ejido Petalcingo, dove David e gli altri partecipanti furono fotografati dai soldati".

Inoltre, sono successi altri incidenti come "l'interruzione del servizio elettrico e si identificarono almeno tre persone come membri dell'Esercito distaccati in Tila che s'infiltrarono nell'atto vestiti da civili e stavano prendendo fotografie e video ai partecipanti".

L'irruzione nella casa è stata denunciata al Ministero Pubblico lo stesso giorno in cui è successo, come tutti gli altri attacchi che si sono verificati senza che ad oggi si abbiano informazioni ufficiali su investigazioni o misure per trovare i responsabili ed evitare che continuino.

"Questi fatti di minacce ed intimidazioni si iscrivono nel contesto di incremento della polarizzazione e della conflittualità sociale nello stato, nel quadro politico elettorale e dell'altra campagna, apparentemente con l'intenzione di generare confusione e paura nella popolazione ed inibire il compito di promozione e difesa dei diritti umani nello stato".

(tradotto dal Comitato Chiapas di Torino)

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