La Jornada - Martedì 17 gennaio 2006
Marcos solidale con la giornalista Lydia Cacho
"QUINTANA ROO, VITTIMA DELL'URAGANO DELL'AMBIZIONE"

ELIO HENRIQUEZ E HUGO MARTOCCIA - Inviato e Corrispondente

Playa del Carmen, QR, 16 gennaio - Dopo l'uragano Wilma che quasi tre mesi fa ha provocato migliaia di disastrati in questa entità, "è passato l'uragano dell'ambizione e della corruzione dei governanti, perché alla gente più maltrattata ed umile non sono arrivati gli aiuti ufficiali, ma solo ai grandi impresari ed ai loro alberghi", ha dichiarato il subcomandante Marcos.

"Il governo messicano ha speso milioni di pesos in propaganda per dire che si poteva tornare sulla Riviera Maya, incurante di quanta gente è rimasta senza casa, i beni ed ha dovuto emigrare perché ha perso il lavoro che aveva qui", ha dichiarato dando il via ad un incontro a cui hanno partecipato circa 1.500 persone.

Ha affermato che ora "sono i criminali, gli ignoranti ed i bastardi che stanno governando e guidando il paese, mentre la gente che innalza le grandi costruzioni e fa fiorire la terra sta in basso". Il subcomandante sostiene che in queste terre, in cui abbondano le grandi industrie del turismo, "molti fratelli di vari stati devono lavorare come 'peones acasillados' [schiavi - n.d.t.]".

Nel campo di calcio della colonia Luis Donaldo Colosio, il delegato Zero ha criticato i partiti politici ed i candidati presidenziali, così come Marta Sahagún, moglie del presidente Vicente Fox.

Ha definito l'aspirante priista Roberto Madrazo "ladro vergognoso e criminale", mentre rispetto ad Andrés Manuel López Obrador ha detto che appartiene "allo stesso PRI che cambia colore e si dipinge di giallo e nero. E dietro di loro ci sono i partiti piccoli, i nani, che si vendono al migliore offerente".

Il delegato Zero è partito da Chetumal alle 7:30 verso Playa del Carmen. Prima di partire, i coordinatori dell'Altra Campagna in Quintana Roo avevano commentato la possibilità che al suo passaggio nel capoluogo municipale di Felipe Carrillo Puerto, il cui sindaco è il perredista Eliseo Baena, facesse una sosta per
salutare i simpatizzanti.

All'arrivo ci sono stati attimi di confusione, perché la gente che lo stava aspettando non si trovava nel luogo concordato. Sembra che una stazione radio, legate alle autorità locali, aveva annunciato che Marcos si sarebbe incontrato davanti ai suoi uffici, approfittando dell'occasione per intervistarlo. Inoltre, si era diffusa la voce che Marcos avrebbe appoggiato le autorità perrediste.

Nella confusione, la carovana ha vagato per la città ritornando poi nel punto dove originariamente sarebbero dovuti essere i simpatizzanti. "Volevano tenderci una trappola", ha commentato uno dei coordinatori dell'Altra Campagna. Dopo un momento il dirigente ribelle è salito sul tetto del veicolo per rivolgere un messaggio alle 100 persone circa presenti.

In risposta alla presunta manipolazione delle autorità municipali, il sup ha rincarato la dose di critiche contro il PRD. "Noi non appoggiamo questo partito di assassini, ladri e saccheggiatori che sono gli stessi che ci hanno attaccato in Chiapas", ha dichiarato. Ha detto che i gruppi di banchieri ed i grandi industriali stanno distruggendo il paese con la complicità dei politici che stanno mentendo, come ha mentito il PRD quando ha affermato che venivamo qui ad appoggiarlo.

"Vogliamo dirvi di non farvi ingannare, perché vi usano solo per i loro interessi, perché gli imprenditori legati al narcotraffico arrivino ai governi e si dimentichino di voi come lo hanno fatto con noi, perché quelli che ci vogliono governare sono gli stessi che si sono pronunciati contro la legge su diritti e cultura indigeni", ha aggiunto. "Non potete appoggiare chi perseguita e uccide", ha affermato.

Al termine della manifestazione è proseguito per Playa del Carmen per continuare l'itinerario iniziato il primo di gennaio a San Cristóbal de las Casas. Già molti chilometri prima di arrivare a destinazione, lo aspettavano membri del Moto Club Harley Davidson. Il delegato Zero è sceso dall'auto su cui si trovava ed è salito sulla sella posteriore di una motocicletta.

Marcos ne ha approfittato per salutare chi si trovava sul passaggio, compresi gli automobilisti che lo guardavano stupiti. All'entrata della città lo aspettavano contadini locali che gli hanno messo a disposizione Palomino, perchè lo montasse.

Come se fosse sul suo terreno, nella selva, il subcomandante ha cavalcato per le strade della città sotto lo sguardo di molti passanti e di gente che usciva dai negozi per vederlo. Così è entrato da avenida 35 Nord, sede del Movimento di Cultura Popolare, dove è stato ospitato.

Nel posto si è riunito in privato con aderenti alla Sesta Dichiarazione della Selva Lacandona. Alle 17, in una cerimonia in onore della comandante Ramona, recentemente scomparsa, realizzata nell'auditorium che porta il suo nome, ha incontrato gruppi ecologisti, i quali hanno denunciato l'espansione "indiscriminata dei progetti turistici nella regione, che stanno distruggendo l'ambiente e l'ecosistema".

La cerimonia è iniziata con rituali maya. Sul tavolo sono stati posti un panno nero, una candela, una fotografia di Ramona, un quadro della Vergine di Guadalupe ed un cesto per mettere le offerte in sua memoria. Petali di rose rosse, chicchi di mais, fagioli e grano sono stati messi nel cesto da alcuni dei presenti che non erano più di 50.

Nella riunione svoltasi dopo le otto di sera nel campo di calcio, Marcos ha comunicato che "mentre rendevamo omaggio alla comandante Ramona, c'erano donne del Partito di Azione Nazionale che gridavano delle cose, su istruzioni di un uomo. Forse sono così le donne di Azione Nazionale, che hanno bisogno di un uomo che dica loro quello che devono fare e loro ubbidiscono. Noi pensavamo che fosse il contrario, visto quello che succede là a Los Pinos, tra Marta Sahagún e Vicente Fox".

Il dirigente incappucciato ha iniziato il suo discorso salutando i "compaesani chiapanechi che sono qui", e molte grida si sono levate tra i 1500 presenti. Da ieri è cominciata a Chetumal la nuova modalità di presentarsi in luoghi pubblici aperti per fare arrivare il suo messaggio al maggior numero di persone. E nei due casi ha ottenuto una buona risposta.

Dai gradini del campo sportivo, dove precedentemente si era svolta una festa musicale, il sup ha difeso la giornalista Lydia Cacho, accusata del crimine di diffamazione da "un industriale figlio di buona donna che violenta le bambine ed è libero". Ha chiesto: "Per quanto tempo dovremo ancora aspettare il ripetersi di questa storia?".

(tradotto dal Comitato Chiapas "Maribel" - Bergamo)

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