La Jornada – Domenica 16 luglio 2006
Con un’operazione violenta, la polizia arresta circa 40 mayas, dichiarano testimoni
Il governo yucateco reprime la protesta pacifica contro il progetto di aeroporto
Gli ejidatari denunciano l’esproprio delle terre per costruire opere che la popolazione rifiuta

HERMANN BELLINGHAUSEN

Con un imponente violento operativo - secondo le testimonianze - la polizia dello Yucatán lo scorso giovedì nella comunità di Caucel ha arrestato 40 ejidatari maya che protestavano pacificamente contro le opere imposte dal governo del panista Patricio Patrón Laviada in comunità vicine a Mérida, tra queste un aeroporto – ancora in fase di progetto - a Hunucmá, i cui abitanti hanno ribadito che non permetteranno l’esproprio di terre.

Come informa il Movimento di Cultura Popolare, la mattina di giovedì, abitanti ed ejidatarios di Caucel hanno realizzato una marcia per protestare contro la Commissione per l'Uso del Suolo nello Stato di Yucatan (Cusey) "che sta invadendo le terre ejidales con il pretesto che queste sono già state vendute, ma senza mostrare nessun documento che lo provi".

Caucel è stato invaso dalla macchia urbana e la maggior parte delle sue terre ejidales sono ormai in mani di privati come Cemex, e pubbliche, come la Giunta dell'Acqua Potabile, che vuole costruire un impianto di purificazione per l'immensa zona che occuperà il progetto Metropolisur, nel quale è compreso lo stesso aeroporto, così come piani per la costruzione di abitazioni, esercizi commerciali e strade, tra altri.

Metropolisur, con il nuovo aeroporto, aggiunge il Movimento di Cultura Popolare aderente all’altra campagna, "sono i progetti più grandi del governo panista, il primo passo del Piano Puebla-Panama nella penisola, ed un affare per tutti i partiti politici che hanno già approvato la richiesta del governatore di un prestito di mille 48 milioni e 800 mila pesos per la costruzione dell'aeroporto. Hunucmá ed Oxcum sono le comunità più organizzate contro i progetti milionari del governo panista ed i grandi imprenditori stranieri e locali (come il banchiere Roberto Hernández)".

È stato anche arrestato l'avvocato William Santos Sáenz, che ha seguito questa ed altre lotte, come quella dei tassisti a Motul e degli ejidatari di Caucel. "La marcia alla quale hanno partecipato circa 150 persone, chiedeva che le macchine e attrezzature del Cusey smettessero di invadere l'ultima zona abitativa che possiedono. Gli ejidatari hanno visto il funzionario di Cusey allontanarsi poco prima che iniziasse la marcia, alle 10:30, ed in poco più di mezz'ora era già dispiegato un operativo della Polizia Statale con circa 15 pattuglie e due veicoli antisommossa pieni di agenti che immediatamente hanno cominciato a fermare le persone. Santos si stava dirigendo verso la polizia per vedere che cosa stava accadendo, quando è stato ammanettato ed arrestato insieme ad altre 38 persone, tra cui un minorenne che è già stato rilasciato".

"Tra gli arrestati ci sono quattro rappresentanti di Hunucmá, compresi il commissario ejidale Marcelino Mex Cauich, e José Gilberto Koc Canal, membri entrambi del Congresso Nazionale Indigeno e personaggi chiave del loro popolo, insieme a Felipe Moo Borges. Gli altri 33 arrestati sono di Caucel. Ci sono anziani malati e persone che non stavano partecipando alla protesta, come nel caso di alcuni contadini che stavano tornando dalla montagna e che ora vogliono accusare di porto d'armi pericolose (perché avevano con sé i machete) e di altri crimini minori, per esempio, di ostruzione del passaggio di macchinari. Gli arrestati ci sono sia partecipanti al movimento fino ad un anziano raccoglitore di bottiglie di plastica che stava solo passando da quelle parti".

Secondo i querelanti, non è stato permesso agli avvocati di parlare con gli arrestati. Rafael Acosta Solís, difensore di alcune persone di Caucel, ha presentato 11 appelli contro l'impossibilità di comunicare degli arrestati, "ma dopo la mezzanotte si è saputo che alcuni erano stati interrogati ed obbligati a firmare (non si sa che cosa) senza altri testimoni che l'avvocato d'ufficio. Molti dei fermati non hanno accettato di rilasciare dichiarazioni né di firmare. Si capisce che è un colpo politico per infondere paura e misurare la forza della risposta organizzata, ed un messaggio agli indigeni di Hunucmá ed Oxcum, perché sappiano che ora si fa sul serio".

Le autorità "hanno deciso di colpire una comunità come Caucel dove non ci sono forze tanto organizzate come a Hunucmá ed Oxcum (i tre villaggi sono vicini)", aggiunge la denuncia.

Il procuratore Armando Villarreal Guerra, ex consulente legale del governo statale, ha ricevuto una commissione composta da cinque persone, "alle quali ha detto che sarebbero state prese le deposizioni ma che ancora non sapeva perché erano stati arrestati (questo alle 10 di sera, quasi 12 ore dopo) né quali fossero le accuse a loro carico ma che stavano verificando il tipo di crimine per potere prendere le deposizioni. Più tardi, con atteggiamento prepotente, Villarreal ha aggredito gli avvocati dicendo loro di smetterla di aizzare la gente perché la procura stava agendo nella 'legalità'".

"Sappiamo che l'attacco agli ejidatari era pianificato e che si sarebbe consumato dopo le elezioni. Il messaggio è chiaro: mano pesante con la dissidenza e cattura dei rappresentanti della lotta contro i due giganteschi progetti", conclude la denuncia. Gli ejidatari ed abitanti di Hunucmá, Oxcum, Umán e Caucel sono andati oggi alla procura statale per chiedere la liberazione degli arrestati.

A sua volta, l’altra campagna indigena maya dello Yucatán ha denunciato: "il governo dello stato ha deciso, dopo le elezioni federali, di reprimere gli indigeni ed i contadini aderenti all'altra campagna che si sono installati sulle loro terre per difenderle dell'esproprio del governo panista. I nostri fratelli sono stati arrestati con violenza dalla Polizia Statale quando si sono messi davanti ai macchinari con i quali volevano iniziare il disboscamento per la costruzione dell'aeroporto. La loro intenzione era impedire l'esproprio delle loro terre. La compagnia incaricata di questo lavoro ha denunciato gli indigeni per danni a proprietà altrui ed il governo, che apparentemente aveva progettato questo fatto, ha mandato con celerità i diversi corpi di polizia che si sono scagliati contro gli indigeni".

(tradotto dal Comitato Chiapas "Maribel" - Bergamo)

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