da rainews24.it
Immigrazione - Bush: 6000 soldati al confine con il Messico e barriere tecnologiche per fermare clandestini
La Guardia Nazionale chiamata a presidiare il confine sud degli Stati Uniti

Washington - 16 maggio 2006

George Bush parla agli americani e promette una linea dura sul tema "caldo" dell'immigrazione. Il presidente, in un discorso rivolto in diretta tv alla nazione, ha detto che gli Stati Uniti non hanno il pieno controllo sul confine con il Messico e hanno bisogno di drastici miglioramenti sia di uomini che di mezzi per fermare l'immigrazione illegale. Per questo Bush ha annunciato di aver ordinato alla Guardia Nazionale di inviare 6.000 soldati ai confini col Messico. I soldati non saranno utilizzati in attività coercitive e non arresteranno gli immigrati. Chi seguirà le regole potrà avere accesso a un piano di lavoro per gli stranieri: salari più bassi e la speranza di ottenere un giorno la residenza.

Risalire nei sondaggi

Bush - in caduta libera nei consensi - mira così a ottenere l'appoggio dei conservatori, favorevoli a un giro di vite ai controlli anti-clandestini. E tuttavia il piano ha già sollevato critiche pesanti sia fra i repubblicani che tra i democratici: poche le forze della Guardia Nazionale, a causa della guerra in Iraq, si è detto. Ma sono tanti anche i malumori nei settori sociali interessati: ovvi quelli degli immigrati che da settimane manifestano nelle piazze, ma anche degli imprenditori preoccupati di perdere manodopera a basso costo.

Immigrazione in marcia

Il tema è infatti l'immigrazione clandestina e non solo, visto che il Senato americano sta già lavorando ad una discussa riforma del settore - il discorso di Bush dovrebbe dare impulso e definizione al testo in cantiere ma soprattutto provvedere a misure urgenti che affrontino il problema con immediatezza. E nel frattempo, nelle ultime settimane, le piazze si sono riempite delle manifestazioni degli immigrati che chiedono la regolarizzazione e il riconoscimento dei loro diritti: sono 12 milioni e fanno appello alle radici stesse dell'America, paese di accoglienza, paese nato e cresciuto con l'arrivo di immigrati dall'Europa e da tutto il mondo - ma è vero che gli Stati Uniti hanno conosciuto fasi alterne di apertura e chiusura delle frontiere.

Proteste dal Messico

E anche sull'altro lato della frontiera, in Messico, ci sono preoccupazioni: il presidente messicano Vicente Fox ha chiamato Bush per dirgli la preoccupazione alla prospettiva di una militarizzazione della frontiera. Una legge approvata dalla Camera l'anno scorso prevede l'arresto e sanzioni penali per gli immigrati irregolari e la militarizzazione dei confini, con la costruzione di 1.125 km di reticolati. Il Senato sta ancora discutendo la riforma (proprio ieri, il dibattito è ripreso: potrebbe concludersi entro la fine del mese) e pare incline ad accogliere le tesi di Bush, sia pure modulate con formule ancora incerte, mentre la Camera ha già varato la sua che rafforza i controlli ai confini, 'criminalizza' i clandestini e ne prevede la deportazione (un provvedimento costosissimo ed impossibile da applicare).

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