La Jornada - Domenica 16 aprile 2006
A Zihuatanejo annuncia che questo mese si apriranno due linee di lotta al riguardo
Marcos invita i famigliari dei prigionieri politici e dei desaparecidos ad unirsi
Allerta gli abitanti sulla privatizzazione delle spiagge e sullo sfruttamento nei centri turistici

HERMANN BELLINGHAUSEN - Inviato

Zihuatanejo, Gro. 15 aprile - Rivolgendosi ai "compagni che stanno lottando per desaparecidos e prigionieri politici" sulla Costa Grande di Guerrero, il subcomandante Marcos ha spiegato che dal suo passaggio per Oaxaca, la Commissione Sesta dell'EZLN e l'altra campagna stanno appoggiando queste lotte e raccogliendo le denunce, caso per caso. "Noi diciamo che qualcosa è cambiato, ed è che non permetteremo più che continuino a colpirci separatamente. Fino ad ora ogni organizzazione, gruppo o collettivo doveva farsi carico dei propri morti, dei suoi desaparecidos e dei suoi prigionieri, ed i governi ed i ricchi ci colpivano e ci tenevano separati uno dall'altro, a volte promuovendo conflitti tra noi. Quello che propone l'EZLN nell'altra campagna è che dobbiamo lottare tutti insieme per tutti, per i nostri prigionieri, per i nostri morti e per nostri desaparecidos politici".

In una riunione con aderenti alla Sesta Dichiarazione della Selva Lacandona effettuata nella Società per la Protezione degli Animali di questo porto turistico, il Delegato Zero ha ascoltato oltre 20 persone testimoniare sulla persecuzione politica e poliziesca che subiscono gli attivisti sociali sulla costa e sulla sierra di Petatlán, sia sotto i regimi priisti dal passato come che con l'attuale governo perredista di Zeferino Torreblanca.

Ha sottolineato ancora una volta il ruolo centrale che occupano queste istanze: "Per i nostri morti, perché sono stati vittime di una campagna di diffamazione, attivisti sociali che sono presentati come delinquenti, narcotrafficanti, gente che fa male alla società; persone che spariscono e la giustizia nemmeno si degna di dire dove si trovino o se li hanno ammazzati, e le prigioni si riempiono di persone innocenti colpevoli solo di lottare perché le cose cambino".

Da un'altra parte, questo pomeriggio si doveva svolgere una manifestazione pubblica ed una riunione con aderenti della Sesta ad Atoyac de Alvarez, ma entrambe sono state sospese perchè poco prima che iniziasse il meeting nella piazza centrale, a pochi passi della statua di Lucio Cabañas, si è verificato uno scontro con attacchi verbali tra i membri del Consiglio Civico Comunitario Lucio Cabañas e dell'Organizzazione Contadina della Sierra del Sud (OCSS). Essendo i due gruppi simpatizzanti dell'altra campagna, ma avendo differenze profonde per questioni interne, la Commissione Sesta ha deciso di sospendere le attività programmate in Atoyac.

Nell'incontro di Zihuatanejo, ore prima, il subcomandante Marcos aveva annunciato: "In questo mese di aprile apriremo le due linee di lotta. Pensiamo che dobbiamo trovare i desaparecidos, vivi, perché vivi se li sono portati via, e dobbiamo tirare fuori i prigionieri". Questo, ha aggiunto, si deve fare su due linee. Una, la mobilitazione. "Bisogna parlare, bisogna dire e bisogna nominarli". Due, "dobbiamo aprire la linea giuridica".

Ha assicurato: "Abbiamo una risposta da darvi, faremo questo incontro dell'altra campagna con avvocati e gente che lotta; pensiamo sempre all'avvocato come qualcuno che tratta, ma c'è gente che vuole la giustizia. Stiamo mandando una scheda da compilare con tutti i dati e poter consegnare a San Luis Potosí, quando si terrà la riunione con tutti loro (il prossimo mese), l'elenco con i nomi dei desaparecidos politici e dei prigionieri, oltre che tutti i mandati cattura, perché molte persone sono minacciate, dicono loro che se continuano è pronto il mandato di cattura, per spingerli così ad abbandonare la lotta. E mentre loro intraprenderanno le procedure legali, noi su scala nazionale ed internazionale faremo la campagna per la liberazione dei prigionieri, la presentazione dei desaparecidos e la cancellazione dei mandati di cattura".

Oltre al problema della giustizia, ha fatto riferimento all'ambiente. "Non sono problemi lontani. C'è un responsabile, che è un sistema. Se tracciate una linea, vedrete che Zihuatanejo si unisce con il porto di San Blas in Nayarit, ed un'altra linea che vi porta fino in Quintana Roo: spiagge che stanno per essere privatizzate con un muro. Non è un'immagine allegorica, è un muro di pietra che già circonda una spiaggia; agli ejidatari è stato sottratto il terreno con delle trappole e adesso è già stato assegnato, inoltre hanno messo una sbarra per impedire il passaggio. Non c'è ancora niente sulla spiaggia, ma esiste già un progetto per costruirci un hotel".

Ha rimarcato che "le cose si vedono con occhi diversi. Voi qua potete vedere la natura ed un luogo vitale. La gente là in alto lo vede come un posto per fare affari. Non è la stessa cosa. Il traffico di specie animali è questo sistema che vede tutto come merce". Questo, in riferimento ad un altro tema della riunione: la protezione degli animali.

"Guardano la baia di Zihuatanejo e dicono qui è bello per far venire gente di un altro posto a divertirsi, a spassarsela. Spassarsela per loro vuole dire tutto; che ci sia prostituzione infantile, droga ed autorità corrotte che gli permettano tutto. Quando si introduce questo, si stabilisce un sistema che genera un mucchio di problemi e la gente si chiede perché, si suppone che ci avrebbe portato beneficio il turismo, ma risulta che sta portando molti danni". Ha invitato a riflettere "che quello che ci doveva portare sviluppo non ce l'ha portato. Perché è proprio questa la trappola, è il loro sviluppo a costo della distruzione della natura e dell'emarginazione delle persone".

Nella riunione si sono ascoltate anche testimonianze sulle condizioni di lavoro degli occupati nelle costruzioni, la maggioranza indigeni, che lavorano fino a 15 e più ore con stipendi bassi ed inoltre dovendo pagare, "a prezzi da turista" per il loro vitto. "Questa è la realtà di Zihuatanejo ed è la realtà di Guerrero, uno sviluppo turistico da jet-set. Gente che viene, molto famosa e internazionale, a divertirsi, ed una gran povertà che sta nascendo. Ed in una terza linea, la repressione politica su quelli che si ribellano. E se adesso colpiscono i contadini e gli indigeni che difendono i loro diritti, tra poco colpiranno tutti gli latri, chiunque protesti per qualcosa, non importa che sia per un animale o per un albero".

Riferendosi ad un contadino di Petatlán, Marcos ha detto: "Don Felipe ha difeso un albero, per questo è stato in carcere ed ora è qui grazie ad una mobilitazione di molta gente che si è unita per chiederne la liberazione. Questo è quello che noi vogliamo, mettere insieme tutti per esigere la liberazione di tutti quelli che sono ingiustamente in prigione.

Questa cosa provoca l'aumento del narcotraffico, perché vengono a vendere la droga ai turisti e poi la offrono al muratore, all'impiegato, e si incomincia a generare un altro mercato, il piccolo spaccio". Ha aggiunto "il mercato della prostituzione, perché arriva un gringo o nemmeno un gringo, come avvenuto nello scandalo del governatore di Puebla, al quale piacciono i bambini e le bambine piccoli, che prende la gente della strada non per metterla in una scuola ma per metterla al servizio sessuale di questa gente".

I centri turistici del Messico, ha detto il delegato zapatista, "hanno questo vantaggio: hanno tutto e più a buon mercato che altrove, e molte cose che in altri paesi non sono permesse, qui sì, dalle autorità corrotte di qualunque partito politico". Abbiamo visto in tutta la Repubblica "la disperazione di quelli che dicono 'è che le autorità ambientali non fanno niente': le autorità ambientali sono quelle che stanno portando le politiche di distruzione. Non solo non fanno il loro lavoro, ma stanno facendo l'altro lavoro, dando permessi, approvando progetti che loro stessi sanno perfettamente che distruggono l'ambiente. L'acqua, i boschi, le coste, tutto quello che vedono qua lo distruggono di proposito perché quello che interessa a loro è ottenere il maggior profitto possibile. Non importa se quando se ne andranno qua resterà un immondezzaio, la distruzione, la disoccupazione".

Ha assicurato che Guerrero è un esempio "del Messico che vogliono in alto. Un Messico molto ristretto, dove possano venire a divertirsi i ricchi e fare i loro profitti, ed un Messico miserabile, quello della maggioranza". Una via di mezzo non c'è. "Non ci sarà possibilità di una via di mezzo, perché la loro voracità è tale che non rispettano più niente. Se qualcuno non rispetta i bambini, perché dovrebbe rispettare la natura?".

Durante la riunione è stata anche denunciata l'imminente costruzione di uno stabilimento balneare."Faranno una spiaggia per i turisti, e le altre spiagge sono per la gente normale, perché a loro non importa che queste si rovinino, ma che resti pulita quella che vengono a godersi gli altri. Allora la spazzatura da lì la porteranno da questa parte. Non è che siano efficienti o inefficaci. Sono efficaci ed efficienti per quelli che stanno in alto".

Come ha fatto in altre occasioni, Marcos ha sottolineato "l'importanza di conoscerci, di fare insieme un'altra cosa". Ha osservato che "non c'è praticamente organizzazione che stia lottando e sia onesta che non abbia prigionieri politici".

Qualsiasi altro sistema che voglia porsi come un'alternativa al capitalismo "deve scegliere se farlo su un terreno distrutto impossibile da recuperare o se è già parte della sua lotta difenderlo". Ha ribadito che il posto dove tutte queste lotte si incontrano con la lotta indigena dell'EZLN è l'altra campagna. "Non è un movimento che stiamo guidando noi, è un movimento che convochiamo noi, ma dove ognuno occupa il suo posto, si guadagna il suo spazio e lo difende insieme ad altri per costruire una rete nazionale per la vita e contro la morte".

Ed ha chiesto: "È possibile immaginarsi uno Zihuatanejo giusto, libero e democratico? Sì, direte voi. Ma non è solo qui, ma in tutto quello che sta intorno, generato dall'abbondanza. Questa bellezza sta generando miseria ovunque". Sarà, ha concluso "con un altro sistema, non con un cambiamento di governo, perché Zihuatanejo ha già cambiato governo e la situazione è sempre uguale".

(tradotto dal Comitato Chiapas "Maribel" - Bergamo)

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