La Jornada - Giovedì 16 marzo 2006
"Quello che propongono è vendere definitivamente il nostro paese e creare uno Stato di polizia"
Se i promotori del Patto di Chapultepec vinceranno, "sarà la fine della sovranità nazionale"

HERMANN BELLINGHAUSEN - Inviato

Irapuato, Gto., 15 marzo - " Il Patto di Chapultepec significa trasformare lo Stato messicano in uno Stato poliziesco". Se i suoi promotori vinceranno, "sarà la fine della sovranità nazionale: loro sono il nemico". Con queste parole del subcomandante Marcos nel parco Fundadores questo pomeriggio, l'altra campagna ha lasciato lo Guanajuato.

In mattinata si era svolto un incontro nei sobborghi di Irapuato con membri dell'Unione Nazionale delle Organizzazioni Popolari della Sinistra Indipendente e dell'Unione Contadina Operaia Popolare Indipendente (UCOPI). Nell'incontro si sono ascoltate le testimonianze della repressione e della brutalità della polizia, raccontate soprattutto dalle donne, riferite al delegato Zero in occasione della Giornata Internazionale contro la Brutalità della Polizia che oggi si è celebrata in diversi luoghi "per denunciare l'uso e l'abuso degli apparati repressivi contro la gente umile e semplice".

Nel suo discorso del mattino, il delegato zapatista ha ricordato che la commemorazione "nacque perché la polizia in Svizzera, nove anni fa picchiò due bambini di 11 e 12 anni. Ieri a Tapachula, Chiapas, poliziotti dell'Agenzia Statale di Investigazioni hanno assassinato un bambino di 10 anni con un colpo d'arma da fuoco al petto. E uno si chiede a quale età questo sistema ritiene che si sia abbastanza grandi per essere uccisi dalla polizia. E quelli che stanno là in alto a destra ci hanno dato la risposta nel momento in cui hanno represso i compagni e le compagne dell'UCOPI e picchiato i bambini quando ancora erano nel ventre della loro madre.

E questo che vengono a rispondere il PAN e El Yunque a Irapuato e Guanajuato. La loro brutalità è superiore a quella di qualunque polizia del mondo. Così come si picchiano i bambini nel ventre della loro madre, si picchiano i bambini nelle scuole, i giovani, le donne e si reprime e uccide chiunque lotta per la giustizia. I governi dell'alto non hanno altra risposta alle nostre domande che non sia la prigione, le botte o il cimitero".

Davanti a circa 800 persone, nel parco di Irapuato, Marcos ha chiesto: "Qual'è la differenza tra la polizia gestita da El Yunque nazionale ed il PAN in Guanajuato e la polizia gestita dal PRD quando ha picchiato gli studenti del Consiglio Generale di Sciopero nell'eroico sciopero del 1999-2000, che ha fatto conquistare alla UNAM l'istruzione pubblica e gratuita? E qual'è la differenza tra questa ed i poliziotti che manda il PRI?".

Ovunque, ha affermato, la polizia è al servizio dei potenti ed il governo è il capo ed il comandante. "In alto si sono messi d'accordo i grandi potenti con il Patto di Chapultepec ed hanno ottenuto che i candidati alla Presidenza della Repubblica abbassino la testa e si mettano in ginocchio".

Secondo il delegato Zero, si sbaglia chi pensa che i ricchi propongano un programma per dare case dignitose, trasporto pubblico efficiente e a buon prezzo, per abbassare i prezzi ed aumentare i salari.

"Se qualcuno pensa che migliorerà l'istruzione, si sbaglia. Se qualcuno pensa che ci saranno più posti di lavoro, si sbaglia. Se qualcuno pensa che ci sarà rispetto per i diritti e la cultura indigeni, si sbaglia".

Ha aggiunto che lo stesso sarà riguardo al rispetto per i giovani, alla violenza e all'omicidio di donne ed alla prostituzione infantile.

"Quello che il Patto di Chapultepec propone è vendere definitivamente il nostro paese, spogliarci della nostra povertà che è l'unica cosa che avevamo fino ad ora. E sapendo che questo provocherà scontento, il punto principale del patto diretto da Carlos Slim, è la sicurezza. La sua sicurezza, perché quando in alto parlano di legge, è la loro legge; quando parlano di ordine, è l'ordine di cui loro hanno bisogno per continuare ad arricchirsi.

Nessuno là in alto ha guadagnato legittimamente la propria ricchezza. L'ha guadagnata espropriando, rubando, ingannando, imprigionando ed assassinando", ha denunciato.

Sicurezza significa, ha spiegato, "aumentare la capacità di repressione dei poliziotti, dotarli di più armamenti, renderli ancora più feroci e scatenarli contro quelli che possono ribellarsi. Poco fa, una compagna ci ha raccontato quello che ha fatto la polizia nel suo quartiere: entrare nelle loro case, riempirle di gas lacrimogeni e picchiare la gente, tutto perché volevano un terreno, un terreno che prima non importava a nessuno.

Il patto di Chapultepec significa trasformare lo Stato messicano in uno Stato di polizia, dove anche l'Esercito federale assume le funzioni di una polizia interna. Gli eserciti non serviranno più per difendere il paese in caso di invasione esterna. Serviranno per difendere i ricchi dalla povera gente proprio qui. I poliziotti aumenteranno e così le loro armi per reprimerci. Questa è la proposta fondamentale della destra e dei grandi industriali. Sanno che il loro piano di vendere e distruggere quello che abbiamo, troverà resistenza tra i contadini senza terra, i popoli indigeni, i giovani, le organizzazioni di sinistra che non si vendono, le ONG, le famiglie e le persone che non resteranno a braccia incrociate.

Chi sostiene la mano che regge il bastone col quale ci picchiano? Dov'è lo stato di diritto, la legalità? In alto non hanno nessuna ragione per reprimerci, hanno solo la forza e fino ad ora sono riusciti ad imporla perché siamo soli, separati gli uni dagli altri, perché non sappiamo della nostra esistenza reciproca, perché ignoriamo la nostra ribellione, la nostra capacità di organizzazione e soprattutto il nostro coraggio. Contro il Patto di Chapultepec, contro i ricchi, ci siamo ormai ribellati nell'altra campagna".

Ore prima, nel quartiere popolare dell'UCOPI, uomini e donne di quattro organizzazioni aderenti alla Sesta hanno testimoniato di carcere e repressione. Così, Juana Razo ha detto: "anche noi abbiamo calpestato la prigione di Puentecillas per il crimine di esserci organizzati per difendere il diritto dei contadini e dei commercianti". Hanno anche parlato dell'unione dei commercianti Simón Bolívar della UCOPI, sugli sgomberi del primo isolato. "Dopo tre giorni che ci avevano cacciato dai nostri posti di lavoro hanno aperto un Liverpool, Cibeles, Del Sole. È il loro modo di avere la tavola pulita ed il cortile sporco", ha detto da parte sua Gabino.

Secondo Juana Hernández, "ogni volta che il governo ci reprime ci dà più forza. Ogni volta che dice li abbiamo distrutti noi risorgiamo dalle ceneri, delle braci che riprendono ad ardere". Martín, un altro dirigente, ha denunciato che la repressione fu orchestrata da Ramón Martín Huerta, quando era governatore ad interim e poi come sottosegretario.

Risposta internazionale

La risposta internazionale agli appelli del subcomandante Marcos rivolti dall'altra campagna si è moltiplicata in Europa ed America Latina con dichiarazioni pubbliche e mobilitazioni. È notevole il concentramento di attivisti davanti al consolato del Messico a Barcellona, il 14 marzo, nella giornata internazionale di denuncia della repressione della polizia contro l'altra campagna in Messico.

In questo concentramento sono state denunciate le aggressioni contro simpatizzanti ed aderenti all'altra campagna in Messico, si sono consegnate delle firme contro la banca HSBC per il suo boicottaggio della solidarietà verso le comunità indigene zapatiste, cancellando i conti dell'organizzazione Enlace Civil di San Cristóbal de las Casas, Chiapas.

Come informa il Collettivo di Solidarietà con la Ribellione Zapatista di Barcellona, è iniziato anche il boicottaggio internazionale contro il PAN ed il governo del Messico per la proibizione del governo di Guanajuato alla visita che il delegato Zero doveva effettuare ai fratelli Andrade, detenuti nel carcere di Puentecillas per motivi politici. Il pronunciamento contro HSBC ed in favore delle comunità indigene autonome ed in resistenza del Chiapas è stato firmato da centinaia di persone e personalità di 20 paesi. I firmatari dichiarano la loro "fiducia nella parola delle autorità delle comunità che hanno dimostrato trasparenza e hanno dato una lezione al mondo su come sviluppare le necessità delle comunità indigene in resistenza".

Nel documento si aggiunge che non si potrebbe dire la stessa cosa delle banche HSBC e BBVA Bancomer che hanno escluso dai loro servizi i conti delle comunità zapatiste. "Ci offende il loro comportamento e vogliamo denunciare pubblicamente alcuni fatti che possono ubbidire solo ad interessi oscuri, o alla pressione di quei poteri che non sopportano l'autogoverno e lo sviluppo delle comunità in ribellione". I firmatari sono di Brasile, Germania, Belgio, Argentina, Grecia, Canada, Stati Uniti, Colombia, Svizzera, Cile, Cuba, Honduras, Guatemala, Stato spagnolo, Catalogna, Euskal Herria, Finlandia, Italia, Francia, Portogallo e Messico.

In Germania, il Gruppe B.A.S.T.A di Muenster ha realizzato oggi mobilitazioni e pronunciamenti contro la repressione dell'altra campagna in diverse parti del territorio messicano, ed ha manifestato"solidarietà ed appoggio ai compagni e alle compagne dell'altra campagna in Messico che subiscono la persecuzione e oppressione dei governi locali, statali e federale guidati dai partiti PRI, PAN, PRD, PT e PVEM".

Così, nel Giorno Internazionale contro la Brutalità della Polizia, in Germania si sono svolte proteste "contro la violazione dei diritti umani di attivisti sociali del Messico". Il gruppo di Muenster ha annunciato una campagna di informazione rivolta alla società e alla stampa di Germania ed Europa sulle ingiustizie compiute dai cosiddetti "organi di sicurezza", ed ha manifestato a tutti gli aderenti dell'altra campagna "che la loro lotta è giusta, degna e necessaria, e che non sono soli". Dalla Germania si chiede "la liberazione immediata ed incondizionata dei detenuti; la soluzione dei conflitti sociali e politici; la cessazione della repressione ed intimidazione; la cancellazione dei mandati di cattura ed il libero transito dell'altra campagna".

(tradotto dal Comitato Chiapas "Maribel" - Bergamo)

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