La Jornada – Giovedì 16 febbraio 2006
"I padroni delle grande imprese si mettono d’accordo per riconquistare il paese"
Marcos squalifica i governanti criminali come il mandatario di Puebla

HERMANN BELLINGHAUSEN - Inviato

San Matias Cocoyotla, Pue., 15 febbraio - "Abbiamo visto molte volte persone, che sembrano umili e semplici, che quando arrivano al potere si corrompono in criminali", ha detto questa notte il subcomandante Marcos riferendosi a politici che prima di entrare nel governo non sembrano tanto male. Ha citato il caso del governatore di Puebla "che si chiama Mario Marín, quel bastardo. La gente chiede le sue dimissioni perché nel frattempo continua a prendersi un mucchio di soldi e mette sempre qualcuno per coprirsi le spalle.

Com'è possibile che qualcuno che ha commesso i crimini che sappiamo ed altri che non conosciamo, se ne torni tranquillo a casa sua o vada all'estero, quando tutti sappiamo che l'unico posto dove dovrebbe andare è il carcere?", si è chiesto il delegato Zero.

"Non è vero che i ricchi sono sempre stati ricchi o che la ricchezza è frutto del loro lavoro. Il denaro che possiedono non l'hanno grazie ad un’eredità o alla scoperta di un tesoro: l’hanno ottenuto attraverso il furto, l'approriazione, l'omicidio e lo sfruttamento di gente come noi. Per questo diciamo che il capitalismo nasce con le mani macchiate di sangue.

Non è vero che ci sono sempre stati. C'è stato un momento che non era così. La ricchezza che ora possiedono l'hanno ottenuta uccidendoci, togliendoci la terra, obbligandoci a vendere il nostro lavoro mentre loro si arricchivano col nostro lavoro".

Il delegato Zero, con la sua immagine amplificata su un schermo ad un lato della piazza, si è rivolto alla gente di Cocoyotla. "Sappiamo invece che al posto di questi che rubano, in prigione ci sono quelli che lottano per i diritti. Adesso la gente deve organizzarsi per difendersi dal governo, come in altri tempi doveva organizzarsi per difendersi dai criminali. Siamo sulla difensiva: se ancora una volta ci ripropongono un criminale, un assassino, un violentatore, un corrotto che ne sostituisce un altro e pensiamo che sia questo il problema... il problema fondamentale è il sistema che fa sì che esistano questi politici perchè siano al suo servizio".

Ha ribadito quanto ha già detto in diverse occasioni e riunioni dell'altra campagna: "I padroni delle grandi imprese si stanno mettendo di accordo per riconquistare questo paese. E se voi pensate di poter stare tranquilli nella vostra comunità, nella vostra casa, con il vostro lavoro, vi sbagliate perchè loro sono dovunque. Si prenderanno tutto, se lo glielo permettiamo.

Vengono per l'acqua ed ora stanno dicendo di voler privatizzare il monte di Cholula. Lo faranno se li lasciamo fare, perfino l'aria... e non crediate che ce lo venderanno in bottiglia, metteranno tasse per respirare l'aria di quel monte. Ma continuiamo a pensare che forse adesso ci sarà un buon presidente municipale, o forse un governatore che non sia un bastardo come Marín o come i suoi amici, o forse un presidente che non sia tanto buzzurro come Fox, o non tanto bastardo come Salinas de Gortari, o che non sia tanto imbecille come Ernesto Zedillo...".

Davanti a più di mille persone che lo ascoltavano questa notte in Cocoyotla, Marcos ha affermato: "Purtroppo non pensiamo più ad un buon governo, ma ad uno che sia meno cattivo, meno peggio... questo è quanto che ci stanno dicendo nelle campagne elettorali. Ma noi diciamo: perché non guardare in basso?".

In questo conglomerato di Cholulaesperó, ad attendere il subcomandante Marcos c’è una banda variopinta e strana: un tocco di rock nell'altra campagna, in un paese di biciclette e poliziotti a cavallo, con fiera e ragazzi delle bande di periferia ed anche ragazze dell'Università de Las Americas o qualcosa di simile, e contadini e il grido di "frittelle e zucchero filato".

Villaggio di mattoni minacciato dalla fuga dalla città, dal turismo e dalla speculazione del suolo e dell'aria

Il primo evento della giornata si è svolto nel municipio nahua di Huitziltepec, nello spazio della scuola autonoma Emiliano Zapata, composta da un solo salone, in fase di costruzione, sicuramente. Quando incominciarono le riunioni per costruirla, gli adulti del paese erano molto occupati a discutere se appoggiare o no il candidato priista Mario Marín o altri, ed il sindaco attuale è panista. Alla fine i lavori furono iniziati dagli stessi bambini e adolescenti.

"Santa la madre che ti ha partorito, subcomandante Marcos", diceva un cartello. L'evento ha raccolto circa 200 persone, in maggioranza indigeni. La "scuolina", come la chiamano, si trova in una zona quasi desertica. Tutta la gente non ci stava nel salone, cosicché molti sono rimasti fuori coperti sotto huizaches e pirules [arbusti delle zone desertiche - n.d.t.], al sole e all'aria fredda. Su un albero spelacchiato ondeggiavano due bandiere, su due rami diversi: quella nazionale con l'aquila, ma senza serpente, e quella zapatista. Un'altra bandiera nazionale era tesa su alcuni fichi d'india.

Per anni, Santa Clara Huitziltepec è stato un bacino elettorale dei diversi partiti. Si è passati dalla delusione perredista all'attuale infelicità panista con alcuni politici che hanno rubato un veicolo del DIF ed hanno trasformato un municipio laico e libero, in un altro cattolico e repressivo.

Un paese di tessitrici di foglie di palma che vendono rotoli di 12 braccia a cinque pesos per i fabbricanti di tappeti. Se va bene, riescono a fare fino a tre rotoli al giorno, se il marito, i bambini e la vita le hanno lasciate in pace. Altrimenti, riescono a malapena a tesserne uno. Cioè, in un giorno buono guadagnano 15 pesos!

Si sono uniti all'incontro nella scuola zapatista rappresentanti di 21 comunità indigene e meticce. Commercianti a cui le autorità non lasciano vendere la merce, contadini ai quali non lasciano coltivare le terre. Le donne raccontano di aver votato per Mario Marín a governatore, e piangevano, letteralmente. Non potevano credere allo scandalo in cui è coinvolto il loro candidato. La loro delusione: "vogliamo che vada via. Non pensavamo che Marín venisse fuori come gli altri".
È arrivata l'Unione di Contadini di Acozac, un popolo di muratori, contadini e musicisti. E sono venuti i lavoratori della pietra di San Salvador.

Il secondo evento è avvenuto nel quartiere di Guadalupe Tepeyac, conosciuto anche come La Granja. Si sono fatti sentire il collettivo d'arte El Rebote e la Commissione dei Giovani di Arte e Cultura, nata proprio per organizzare questo evento dell'altra campagna, che ha raccontato una storia d'oltretomba. Il collettivo La Ceiba ha detto che Guadalupe Tepeyac è un quartiere dimenticato ed usato dai politici come il sindaco Doger ed il governatore Marín, dai quali hanno ottenuto un parco molto carino invece degli indispensabili servizi medici. Qua nessuno crede più ai politici.

Membri dell'Unione Popolare dei Venditori Ambulanti 28 de Octubre, un'organizzazione "creata con sudore e sangue che si è trasformata in un covo di ladri", perseguitano modesti commercianti ed i loro leader sono in combutta con la polizia per estorcere denaro.

I bambini La Fanny, Il Chango e El Niño hanno parlato a nome dei Morros de la Colonia, una banda di ragazzini, grafittari, di strada. Dopo aver raccontato la loro storia, hanno chiesto dei bambini del Chiapas. Il delegato Zero ha parlato loro dei bambini zapatisti che sono nati dopo l'insurrezione ed oggi fanno parte del processo di costruzione dell'alternativa zapatista. Marcos ha raccontato la triste storia della figlia del compagno Samuel: La Paticha.

Il terzo incontro si è tenuto nel municipio di Coronango. Avevano costruito lì dei pollai, promettendo lavoro ed invece hanno portato solo inquinamento. Ed invece del lavoro, prigioni.

Un uomo di Tepeji de Rodríguez ha raccontato delle prigioni e della gente che si aderisce al programma Oportunidades, che in realtà non offre nessuna opportunità vera.

Il Comitato Indipendente per la Difesa dei Diritti Umani dello Stato di Puebla difende i fratelli Héctor ed Antonio Cerezo e Pablo Alvarado ed altri degli innumerevoli prigionieri politici che ufficialmente in Messico non esistono.

Quelli della Brigata per la Speranza Zapatista, formatasi dopo il massacro di Acteal, hanno scoperto che c'era una guerra di bassa intensità ed oltre a diffondere la parola zapatista appoggiano le scuole autonome del Chiapas.

(tradotto dal Comitato Chiapas "Maribel" - Bergamo)

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