La Jornada – Sabato 15 aprile 2006
Repressione, saccheggio, investimenti a favore di pochi, tra quanto rilevato
Gli zapatisti a Morelos rilevano la serie di anomalie col timbro di Estrada Cajigal
Quando lo sapremo, fisseremo il giorno e l’ora dell’insurrezione - assicura Marcos

HERMANN BELLINGHAUSEN - Inviato

Zihuatanejo, Gro. 14 aprile - Dopo aver trovato nello stato di Morelos alcune delle situazioni più alte dell'escalation neoliberale contro i popoli, la cosiddetta "guerra di conquista" per il subcomandante Marcos, intrapresa con peculiare animosità dai governi panisti, l'altra campagna si è trasferita in Guerrero, dirigendosi in una regione non meno conflittuale e calda, sulla Costa Grande, molto vicino a Petatlán, dove nei giorni scorsi si sono registrati gravi fatti di violenza di origine ancora sconosciuta.

Il delegato Zero e la carovana dell’altra campagna sono arrivati sulle rive del mare dopo circa otto ore di viaggio da Zacatepec (Morelos), per dare inizio alla tappa guerrerense del suo percorso, ultimando i dettagli per le riunioni che sosterrà nei prossimi giorni sulla Costa Grande e Chica del diciannovesimo stato federale che riceve la Commissione Sesta dell'EZLN.

Dietro è rimasta l'alta ciminiera che lancia permanentemente fumo su Zacatepec dalla fabbrica Emiliano Zapata che, a dispetto del suo nome, simboleggia il pesante sfruttamento dei braccianti della canna da zucchero, senza diritti e in condizioni di lavoro quasi criminali, in una delle attività fisiche più devastanti e mal pagate che esistono in Messico e che in Morelos semplicemente è in tono con la "politica sociale" del regime biancoazzurro.

Le attività dell'altra campagna in Morelos hanno trovato dovunque tracce di repressione, saccheggio, investimenti milionari in favore di alcuni funzionari e dei loro soci; tutto, con la sigla pertinace del mandatario Sergio Estrada Cajigal di giusta (cattiva) fama, per quel esproprio di terre, boschi e sorgenti che vanno dell'ecocidio diretto all'etnocidio rinviato, le feste a tutto andare e l'uso della polizia per "stare attenti" ai giovani, come ho potuto constatare io stesso nella capitale morelense giorni fa.

Provocazioni

La notte di questo mercoledì, il Delegato Zero aveva diretto un meeting nella piazza centrale di Jojutla, in un ambiente che poteva essere più ostile se la popolazione avesse risposto alle provocazioni anonime che avevano preceduto la manifestazione nella città dello zucchero e del riso.

Prima che Marcos parlasse a circa 300 persone riunite nel parco, il novantenne attivista sociale Félix Serdán, che ha accompagnato il delegato zapatista in diversi atti dell'altra campagna nel sud di Morelos, ha dichiarato: "fin dal 1994 ho avuto il presentimento che la lotta iniziata in Chiapas fosse una lotta del popolo, una lotta giusta, e non mi sbagliavo".

Marcos ha poi detto: "arrivando a Jojutla abbiamo saputo di quello che stanno facendo i partiti politici, quelli che adesso si contendono la Presidenza della Repubblica. Questa è informazione di una rivista che si chiama 'Prima Plana': c'è una trappola gettata dal centro commerciale Wal Mart che ha pagato i consiglieri comunali del municipio di Jojutla 100 mila pesos per persona per ottenere il permesso per l'installazione, e contemporaneamente il municipio ha scatenato una campagna di discredito contro i piccoli commercianti, accusandoli ingiustamente della morte di un bambino".

Presenti all'atto, decine di commercianti sgomberati dalle strade del centro dalla Polizia Municipale esibivano cartelli e chiedevano a gran voce giustizia e la sospensione delle ostilità da parte del comune priista. Il Delegato Zero ha denunciato a nome di questi commercianti: "nella trappola del municipio di Jojutla sono implicati il consigliere comunale Arturo Martínez, del PRI; Alejandro Velasco, del PAN; Leonel Crespo Camacho, del PRD; Emanuel Villegas, del PAN; Martín López, del PRI, ed il sindaco José Manuel Peralta del PRI. Questi sono i tre partiti che dall'alto ci stanno promettendo che risolveranno i nostri problemi".

Ha detto che durante il percorso per Morelos, l'altra campagna "ha saputo perfettamente quello che stanno facendo il Partito di Azione Nazionale su scala statale e qualunque degli altri due partiti su scala municipale. È importante vedere quello che sta accadendo in alto affinché possiamo guardare con fermezza e decisione verso il basso, che è quello che propone l'altra campagna. Se impariamo ad ascoltare e a conoscerci, a conoscere le nostre storie, sentiremo che il nostro cuore diventa grande, perché la prima lezione dell'altra campagna è che non siamo soli, e si comincia ad imparare. In questa lezione scopriamo che quelli che stanno in alto non sono così potenti, così onnipotenti né così eterni come c'è stato più volte ripetuto".

Ha spiegato che "in questa prima tappa" l'altra campagna e la Commissione Sesta dell'EZLN "stanno posando lo sguardo e l'udito a tutte le resistenze, le ribellioni e le sofferenze presenti in tutti gli stati della Repubblica. Siamo già stati nella metà del paese ed orami vediamo che il dolore non si può contenere in un'urna, la ribellione non si può limitare ad una scheda elettorale".

In apertura della manifestazione, un gruppo "skate" di Jojutla ha interpretato alcune canzoni ribelli. Riferendosi a loro, ed opponendoli all'autoritaria campagna pubblicitaria lanciata da alcune star della scena del rock, Marcos ha detto: "salutiamo i nostri compagni musicisti, perché ce ne sono altri che ci stanno dicendo 'se non voti, taci'. Quello che dice l'altra campagna è 'vota o non votare, lotta e non lottare da solo. Unisciti con altri, fai con un altro la tua lotta, conoscila'".

Cioè, che tu voti o non voti, non tacere: "tutti qui sappiamo quello che accadrà all'alba del 3 luglio, tutte le promesse saranno gettate nella spazzatura, quelle sì, anche se la propaganda elettorale rimarrà ancora per molto tempo appesa o incollata sui muri".

Abbattiamo il governo

Ha esteso un invito alla popolazione di Jojutla: "incontriamoci, conosciamoci, facciamo un accordo, facciamolo insieme, abbattiamo il governo, cacciamo i grandi ricchi di questo paese ed allora, solo allora, cominciamo a costruire il paese che meritiamo. Se non lo facciamo, questa bandiera cadrà nel fango, dove l'ha messa il PAN con Vicente Fox; dove l'hanno infangata e sporcata di merda i tre principali partiti politici, i loro deputati e senatori che abbassano in maniera servile la testa davanti al potere dei monopoli dei mezzi di comunicazione.

Dobbiamo innalzare questa bandiera, ognuno come è, non si tratta che qualche organizzazione sparisca o che ognuno smetta di essere quello che è, ma lì dove stiamo, con la nostra ribellione e la nostra decisione, alziamoci insieme ed incominciamo a meravigliare questo paese ed il mondo di cosa la gente che sta in basso, semplice ed umile del Messico, può fare. Non è a lungo né a medio termine. È presto, è adesso. Perché il paese non ne può più, sta per finire, per mettere in vendita i rottami che lasciano là in alto. Dobbiamo farlo ora, e farlo insieme”.

Il Delegato Zero ha annunciato: "noi che stiamo nell'altra campagna abbiamo preso la decisione che quando ci saremo conosciuti, sapremo chi siamo, dove siamo, come vediamo il mondo, quale è la nostra lotta, allora incominceremo a metterci d'accordo e fisseremo il giorno e l'ora della nostra insurrezione. In quel momento la storia riprenderà a camminare, ora con i nostri passi, di noi che siamo in basso e a sinistra".

Nella colonia Manantiales, di Cuautla, ricevuto dagli abitanti e dal Fronte per la Difesa dell'Acqua che si oppongono al distributore di benzina "Milenium 3000", Marcos martedì spiegava: "L'affare del capitalismo che stiamo denunciando, quello della distruzione e della morte, è perfettamente sintetizzato qui". Si riferiva a quanto detto da uno degli oratori di Cuautla: "Un attimo fa, un compagno ci stava dicendo perché il generale José María Morelos scelse questo posto per resistere alle truppe realiste. Ci diceva che era il fatto che avesse tante sorgenti, cosa che, in termini militari, gli permetteva di trattenersi per molto tempo in un posto come a Cuautla.

Ascoltando le compagne, il compagno, e cercando di capire quello che succede qui, mi sono reso conto che in realtà, Morelos scelse Cuautla per l'origine della sua gente e la sua decisione, e che questa resiste dopo tanti anni, ascoltando e salutando con orgoglio che la maggioranza di questo movimento siano donne e giovani".

Mani pulite

Marcos ha sottolineato che "l'esempio di questo distributore di benzina è qualcosa che deve richiamare l'attenzione non solo nel paese e nel movimento ecologista mondiale, ma di tutta la popolazione di Cuautla, perché come ci hanno spiegato, la morte che si sta generando qui, la distruzione, incomincia a diffondersi nei dintorni. Abbiamo raccolto in altre parti la lotta contro i distributori di benzina.

Sembra che la proposta di questo nuovo capitano della neoconquista che è il PAN, abbia ottenuto quello che non era riuscito ad ottenere nessuno prima, mettere insieme la maggioranza della popolazione in ripudio contro la sua politica".

Ha assicurato che quanto sta facendo l'industriale Rafael Anguiano "è offrire al popolo di Cuautla ed al popolo di Morelos, invece di una sorgente, un distributore di benzina che la sostituisca. E se prima la vita sgorgava dalle sorgenti, dai distributori di benzina sgorgherà quasi immediatamente la morte, ancora il distributore non è stato aperto ed è già iniziata la distruzione degli alberi".

Davanti alla resistenza dei cittadini di Cuautla, il Delegato Zero concludeva: "riteniamo di non avere quello per cui stiamo lottando che è democrazia, libertà e giustizia. La democrazia che ci offrono è scegliere la faccia del ladro, la faccia di chi verrà a distruggerci. Questo è quello che ci offrono i partiti politici, in concreto Azione Nazionale. Ancora il suo candidato dice di avere le mani pulite, e le mostra. Che venga dunque a vedere Estrada Cajigal, quando avrà tempo, e vedrà la baldoria del suo elicottero e quello che sta facendo qui".

(tradotto dal Comitato Chiapas "Maribel" - Bergamo)

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