CHETUMAL
STATO DI QUINTANA ROO

15 GENNAIO 2006

maglietta gialla
Lui sta visitando vari stati della repubblica per proporre delle cose, perchè adesso c'è la campagna elettorale presidenziale e lui sta facendo la sua altra campagna per proporre cose distinte da quelle che stanno proponendo i candidati.

due ragazzini nel campo da pallone
Lui è del Chiapas... la sua campagna... più o meno.
Immagino che per fare delle correzioni... sempre dà la colpa ai politici, che non servono...

nell'auto
È che il subcomandante Marcos, adesso che abbiamo già i tre candidati, sta mettendo l'idea che nessuno dei tre è una buona opzione per governare il paese... ma non ci sono alternative... perché adesso viene il comandante?

gelataio
Il PAN o il PRI, è lo stesso, sono collusi, travestiti da agnelli, ma hanno lo stesso colore. Solo promesse, che non mantengono mai quello che dicono.

donna con bimbo
All'inizio ti promettono e ti promettono, così rimani col dubbio o con la paura che se scegli uno quando alla fine arrivano al potere e all'incarico, l'ambizione li cambia forse...

nell'auto
Chissà se fare come sta facendo il subcomandante Marcos è un modo anche solo per far più pressione sul governo già eletto.

braccia conserte
Siamo in un paese molto ricco e disgraziatamente ogni sei anni lo saccheggiano... è questo è proprio ciò che sta cercando Marcos di evitare... e che i benefici siano per tutti noi, per tutti i messicani in generale.

guardia municipale
Per noi: è buona gente per noi. Il subcomandante Marcos è buona gente.

ragazza con il mais
Lui sta di più con la gente umile, la gente povera, quella che realmente chiede, che esige che si faccia più attenzione a loro, di non essere dimenticata...

donna con bambino
La gente di meno risorse, se è innocente, non ha denaro per dimostrare che non è colpevole... in quest'aspetto io penso che aiuterebbe molto in tutta la repubblica messicana... per cambiare la forma di pensare.

ragazza con il mais
Guarda, io non sapevo nemmeno che stava per venire, io vado sempre solo dal mio lavoro alla mia casa... non so, non lo sapevo.

gelataio
Io voglio andare prima, perché arriverà molta gente. Di sicuro, perché è quello che vuole la gente: un evento politico, sociale che sia per un cambio radicale.

intervistatore
Dov'è il Parco Alameda?

ragazzino allegro
Là, davanti al Palazzo Municipale.

intervistatore
Sarà lì e voi pensate di venire a vederlo?

con grembiule
A che ora? alle 6... sì, bisogna andare... ok

presentatore
Il subcomandante insurgente Marcos!
Chiediamo ai compagni giornalisti che per favore siano civili!

Marcos
In questi giorni, popolo di Chetumal, abbiamo ascoltato una storia di dolore molto simile al nostro. Il dolore dei compagni dell'ejido Chetumal, ai quali hanno sottratto centinaia di ettari per fare un areoporto.
Glieli hanno tolti illegalmente, nonostante che fossero di loro proprietà, ed al posto di utilizzare questo terreno che gli hanno tolto per interesse pubblico, per migliorare Chetumal o Quintana Roo, invece i grandi impresari se lo stanno vendendo per i loro centri commerciali.
Abbiamo ascoltato la storia dei compagni di Majaual, ai quali stanno togliendo pure illegalmente le loro terre in Canadas. Li minacciano, li perseguitano, li picchiano perché non sono d'accordo che degli impresari con l'appoggio del governo, stiano accerchiando la spiaggia.
Stanno costruendo un muro, come il muro che sta facendo il governo nordamericano perché i messicani non passino dall'altro lato della frontiera... però qui in Messico e qui in Quintana Roo.
E questi compagni si organizzano per protestare e li minacciano di morte, li perseguitano, li incarcerano, li picchiano e così avanti.
Abbiamo ascoltato la storia degli indigeni maya di Nicolás Bravo, di come ogni volta che si organizzano per migliorare gli arriva immediatamente un camion.
A volte è un camion di poliziotti dello stato, perché non si muovano, per picchiarli ed altre volte porta delle provviste o coperte per accontentarli un momento, non di più.
Abbiamo ascoltato anche la storia dei compagni contadini, che vedono come non possono produrre gli alimenti neanche per sopravvivere e che ogni volta di più con questo Procede si vedono obbligati a vendere le loro terre per dei soldi che durano solo un poco e poi devono andare ad emigrare dall'altra parte, negli Stati Uniti per guadagnare denaro, separandosi dalle loro famiglie.
Abbiamo ascoltato storie dei giovani che non hanno alternative, neanche di studio, per poi trovare un lavoro.
Se prima le famiglie lavoravano perché i figli potessero studiare ed avessero un futuro assicurato, adesso possono anche avere una laurea, ma non trovano un buon lavoro lo stesso.
Tutta questa storia di ingiustizia e di dolore l'ascoltiamo e l'abbiamo ascoltata in Chiapas e l'ascolteremo nel resto del paese, però non finisce qui... e questo è quanto siamo venuti a dirvi.
Perché questa gente che ha questo dolore e soffre - come sicuramente soffrono quelli che mi stanno ascoltando con attenzione, per altri motivi o per gli stessi - non si adegua e si ribella e si organizza e lotta per cambiare le cose.
Noi non siamo venuti ad invitarvi a muovervi o ad ammazzare.
Noi siamo venuti ad invitarvi a vivere lottando, però non più soli, in un angolo...
Però qualcuno può pensare "ci va bene così come stiamo", come qualcuno che è venuti qui: "vogliamo star così come stiamo, Quintana Roo è un grande stato, viene gente da tutte le parti a lavorare qui perché c'è molto lavoro e buon salario, vero? Le cose non sono care, il governo è democratico"... Stavo pensando di essermi sbagliato di paese, di mondo pardon , non di paese...
Noi siamo venuti ad invitarvi a pensare e che decidiate a che volete dedicare le vostre forze, le vostre capacità di lotta, di pensiero, di parola, di organizzazione.
Se le dedicate perché qualcuno arrivi al potere e si arricchisca ed a aspettare, a vedere a che ora esce in televisione il video dove si vede che si stanno rubando il denaro... oppure non esce nemmeno in televisione, però si ruba il denaro lo stesso...
Oppure invece di tutto questo, inizia a parlare ed a aprire le orecchie per ascoltare la lotta di altri.
Adesso chiediamo solo questo, per poi già insieme decidere in che direzione vogliamo andare, per che strada camminare, quale compagnia scegliamo, perché stiamo scegliendo da soli con che passo vogliamo andare ed a che velocità.
Il 2006 è un anno di elezione, c'è da eleggere se ripetiamo la storia di sempre e se torniamo a stare inginocchiati, umiliati, repressi o se decidiamo di fare già da ora un'altra storia, un altro Messico, un altro popolo, un'altra campagna.
Questo siamo venuti a dirvi compagni, grazie mille.

presentatore
In questo momento arriva qui con noi - qualcosa che non si è visto mai qui nel nostro stato - la etnia dei maya, che non sono i maya ingannati, i maya che mettono la camicia al governatore... questa è un'invenzione recente...
Sono i maya originari che vengono a consegnare il bastone del comando al delegato Zero.

maya
Così insieme continueremo a lottare per la sesta dichiarazione e per l'altra campagna.
Viva Messico!

fuori campo
Un applauso per favore per questo cinturone di sicurezza!


(tradotto dal Comitato Chiapas di Torino)

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