La Jornada – Martedì 14 novembre 2006
Tentativo di sgombero della selva all’origine del conflitto
Lacandoni ed abitanti di Palenque si scontrano per le terre: 2 morti
ANGELES MARISCAL - Corrispondente
Tuxtla Gutierrez, Chis., 13 novembre - Indigeni lacandoni hanno tentato di sgomberare dalla selva agli abitanti del villaggio Viejo Velasco Suárez, municipio di Palenque, che hanno opposto resistenza e si sono scontrati a pugni, sassi ed armi, lasciando sul terreno due morti ed almeno due feriti da colpi d'arma da fuoco.
La disputa per il possesso della terra in quella regione è rinata quando abitanti di Nueva Palestina - membri dei cosiddetti Beni Comunali della Selva Lacandona - hanno cercato di sgomberare chi da 22 anni vive nella comunità Viejo Velasco Suárez.
Dal luglio scorso gli abitanti di Viejo Velasco Suárez, Flor de Cacao, Ojo de Agua El Progreso e San Jacinto Lacanjá si rifiutavano di negoziare la loro uscita dalla selva, ed avevano denunciato che per questo motivo i funzionari statali li minacciavano ad ogni momento di sgomberarli, dopo che i governi statale e federale avevano annunciato il decreto di esproprio delle terre nella comunità lacandona, intrapreso negli ultimi quattro anni per ricollocare o regolarizzare circa 200 villaggi ed accampamenti situati dentro i beni comunali lacandoni.
Il governo federale voleva con questo "risolvere 30 anni di conflitto agrario" nella selva, derivato dal decreto presidenziale del 1972 che ha concesso a 60 famiglie di lacandoni di poco più di 614 mila ettari di terra, molti dei quali già occupati da altri gruppi.
Il 16 luglio scorso gli abitanti dei quattro villaggi citati avevano denunciato di essere oggetto di "minacce di sgombero, ricollocazione forzata mediante pressione ed inganni da parte di Arturo Márquez, rappresentante speciale della Segreteria della Riforma Agraria in Chiapas, e Gabriel Montoya Oseguera, delegato di governo a Benemérito de Las Américas, e la pressione intimidatoria dei comuneros di Frontera Corozal e Nueva Pelestina".
Gli abitanti di Viejo Velasco Suárez avevano denunciato azioni ostili da parte di indigeni lacandoni, come il taglio dell'erogazione dell'acqua, la chiusura di strade comunali ed il furto di raccolti che, assicuravano, si era acutizzato nelle ultime settimane. Questo lunedì, abitanti di Nueva Palestina sono entrati a Viejo Velasco per sgomberare i suoi abitanti. Secondo la Procura Generale dello stato, questi ultimi hanno posto resistenza "e decisero di affrontarli a pigni, sassate ed armi".
"Durante un sorvolo, la Direzione della polizia settoriale ha localizzato i corpi di due uomini adulti dei quali, fino ad ora, si ignora l'identità", ha segnalatp l'ente.
Alla chiusura di questa edizione, poliziotti statali e federali realizzavano un pesante operativo di vigilanza via terrestre ed aerea nella zona, al fine di evitare altri conflitti.
Sono morte 11 persone, secondo l'organizzazione Maderas del Pueblo.
Gli organizzazione Maderas del Pueblo del Sudest, con sede a San Cristóbal de las Casas, hanno comunicato che nello scontro nel villaggio Viejo Velasco Suárez - situato nella selva Lacandona - sono morte 11 persone ed ha definito il fatto come una "profonda ed imperdonabile violazione dei diritti al territorio, all'integrità ed alla vita delle famiglie indigene coinvolte".
Ha precisato che le vittime sono Martha Pérez Pérez, María Pérez Hernández, María Núñez González, Petrona Núñez Pérez, Dominga Pérez López, e Felícitas Pérez Parcero; Pedro Núñez Pérez, Oliver Benítez Pérez ed Antonio Pérez López; la bambina Noilé Benítez ed un neonato.
L'organizzazione dichiara che i "responsabili diretti" di quei morti sono i governi statale e federale, dato che il 21 novembre del 2005 hanno firmato un accordo con 28 villaggi della zona - tra i quali Viejo Velasco Suárez - nel quale si dava riconoscimento e regolarizzazione agraria.
Nonostante questo, aggiunge, "hanno violato la loro firma e la loro parola solo quattro mesi dopo; i governi federale e statale hanno disatteso gli impegni cominciando a fare pressioni su questo villaggio e su Ojo de Agua, Tzotzil, Flor de Cacao e San Jacinto Lacanjá, per obbligarli al loro ricollocamento forzato o - in caso di rifiuto - subire uno sgombero violento".
[con informazioni di Elio Henríquez, corrispondente]
(tradotto dal Comitato Chiapas "Maribel" - Bergamo)
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