il manifesto 14 novembre 2006
Niente asilo
L'arcivescovo chiede ai leader Appo di sloggiare

È durato solo due giorni l'asilo concesso dalle autorità eclesiastiche ai principali leader della Appo.

Tutto è cominciato giovedì scorso, quando vari dirigenti dell'Assemblea popolare, nel timore di essere arrestati o di subire qualche aggressione, hanno chiesto asilo politico all'arcivescovado di Oaxaca. In un primo momento, il rappresentante legale della diocesi, Wilfredo Mayrén, aveva espresso parere favorevole alla richiesta di asilo, motivandolo con l'esistenza di un «terrorismo di Stato».

Flavio Sosa, Florentino Lopez, Zenén Bravo, Gustavo Adolfo e Macario Octalo, tutti dirigenti della Appo, hanno potuto dormire tranquilli, grazie all'ospitalità nella casa diocesana.

Ma due giorni dopo, con una dichiarazione a sorpresa, l'arcivescovo José Luis Chavez Botello ha ritirato l'asilo. «La Chiesa non ha le risorse né l'infrastruttura per garantire l'integrità fisica delle persone», ha detto.

Secondo l'arcivescovo, la protezione dei dirigenti è responsabilità del governo. «Abbiamo richiesto al ministero degli interni di farsi carico di questa esigenza».

Come mettere i lupi a guardia del gregge.

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