Los de Abajo - La Jornada – Sabato 14 ottobre 2006
Atenco nella Selva Lancandona
Gloria Muñoz Ramírez

Un enorme striscione di solidarietà col popolo di San Salvador Atenco si trova all'entrata principale del caracol della comunità zapatista di La Realidad. "Questo striscione significa che noi come indigeni che lottiamo per la terra siamo uguali ai compagni di Atenco che lottano per la stessa cosa. Noi sappiamo della repressione che hanno subito questi compagni e per questo siamo solidali", dice Sergio, della giunta di buon governo.

La Realidad, come tutti i villaggi di questa valle della selva chiapaneca, e del resto delle regioni zapatiste, ha riaperto il primo ottobre scorso i suoi contatti con l'esterno, sia a livello locale che nazionale ed internazionale, dopo cinque mesi di allerta rossa. "Stiamo riorganizzando il lavoro dentro il caracol. Adesso ci stiamo coordinando nei lavori che toccano ad ognuno, perché questa giunta ha appena iniziato il suo turno. Stiamo considerando i problemi della terra ed il seguimento di tutti i progetti", afferma Roel, presidente della nuova amministrazione autonoma.

Il caracol, spazio di incontro politico e culturale degli zapatisti e sede di una delle cinque giunte di buon governo del territorio ribelle, è rinnovata. Hanno tagliato l'erba, pulito i magazzini e tutte le installazioni, hanno messo lo striscione in solidarietà con Atenco e steso un grande periodico murale sulla parete principale degli uffici del governo autonomo. Alla stesura di Ultimas Noticias. Un periodico alternativo de la junta de buen gobierno hanno lavorato ancora nella notte di ieri Abel, Roel, Carina, Tania, Nicodemo, Sergio e Carmelino, autorità autonome che hanno tagliato e incollato notizie e cartelloni su Atenco, Oaxaca e l’altra campagna.

"Si tratta di dire a tutti quelli che vengono nel caracol, alla gente dei villaggi, di altri stati o del mondo, quello che è successo ai nostri compagni di Atenco. Noi, come comunità zapatiste continuiamo a chiedere la liberazione di tutti quelli che sono ancora in prigione. Noi siamo parte dell'altra campagna e seguiamo i suoi passi", dicono Sergio, Raúl ed Abel, quasi all'unisono.

Rischio di violenza contro gli zapatisti a Tumbalá

Più di 50 indigeni zapatisti della comunità Ch'oles de Tumbalá sono stati sgomberati con l'uso della violenza da una proprietà recuperata sette anni fa. Nell'agosto scorso è stato eseguito uno sgombero che ha lasciato un saldo di arresti arbitrari e torture contro tre degli abitanti della comunità, oltre a distruzione e danni ad animali, incendio di case, alberi da frutta e campi seminati. Il primo ottobre più di 300 uomini, donne e bambini basi di appoggio dell'EZLN hanno nuovamente recuperato gli oltre 500 ettari. È la lotta per la terra.

A partire da quel momento si vive una drammatica tensione in questa comunità del municipio autonomo El Trabajo, appartenente al caracol di Roberto Barrios, nella zona nord dell'entità. La minaccia di un nuovo sgombero è latente. Lo dimostrano la presenza di poliziotti, il sorvolo di elicotteri e la pressione di allevatori locali.

losylasdeabajo@yahoo.com.mx

(tradotto dal Comitato Chiapas "Maribel" - Bergamo)

logo

Indice delle Notizie dal Messico


home