La Jornada - Martedì 13 giugno 2006
Luis Hernández Navarro
Atenco: l'orrore, l'impunità

È trascorso più di un mese ed una settimana dall'incursione della polizia ad Atenco. Due giovani sono stati assassinati dalle forze dell'ordine. Più di 200 persone, tra loro ci sono nove minorenni, sono state arrestate senza mandati di cattura, selvaggiamente picchiate e torturate. La maggior parte delle 47 donne fermate hanno subito aggressioni ed abusi sessuali. Cinque stranieri sono stati espulsi dal paese dopo essere stati maltrattati.

Il 4 maggio 2006 è una data da ricordare. Occupa un posto nel vergognoso calendario dell'impunità governativa, accanto al 2 ottobre 1968, del 10 giugno 1971 e del 22 settembre 1997. È la dimostrazione che, nonostante gli anni trascorsi dalla guerra sporca, il volto repressivo ed autoritario del governo messicano si mantiene intatto.

Nessuno è stato punito per le gravi violazioni dei diritti umani compiute con l'operativo di Ateneo. Al contrario, i capi di polizia responsabili sono presentati come i nuovi eroi dello stato di diritto. La maggioranza dei grandi media elettronici mantengono il silenzio rispetto alle atrocità commesse. I partiti politici si sono disinteressati della questione. Tutti puntano all'oblio.

La barbarie sembra interessare solo fuori dal Messico. Migliaia di persone si sono mobilitate in quasi 30 paesi per denunciarla. L'11 maggio Amnesty Internacional ha emesso un atto d'accusa urgente chiedendo il chiarimento dei fatti. L'11 maggio Human Rights Watch ha condannato l'uso eccessivo della forza. Le Nazioni Unite hanno emesso diversi avvertimenti. La Commissione Internazionale di Osservazione dei Diritti Umani (CCIODH), formata da 28 persone di sette paesi, è venuta il Messico tra il 29 maggio ed il 4 giugno ed ha redatto un esauriente rapporto sulle atrocità commesse.

Si è trattato di una rappresaglia annunciata. Quando nel marzo del 2003 il relatore particolare delle Nazioni Unite, Miloon Khatari, seppe della situazione che si viveva a San Salvador Ateneo, raccomandò al governo messicano di garantire "che non ci fossero ripercussioni né misure punitive contro gli attivisti e difensori delle case. Il relatore speciale è preoccupato per le accuse formulate contro gli attivisti principali, che sono diventate un ostacolo per il mantenimento del dialogo e della riconciliazione". Purtroppo Khatari ha avuto conferma del suo avvertimento.

Negli operativi del 3 e 4 maggio I corpi di polizia hanno usato armi da fuoco, gas lacrimogeni, scudi e manganelli elettrici. Agenti della Polizia Federale Preventiva (PFP) per tutto il 4 maggio sono entrati nelle abitazioni private senza alcun mandato. Hanno picchiato in maniera bestiale ed hanno arrestato i residenti senza mandati di cattura. Hanno distrutto e rubato i loro beni. I vetri delle automobili degli abitanti di Ateneo sono stati distrutti. Hanno inoltre arrestato difensori dei diritti umani e giornalisti presenti sul luogo.

Non è stato permesso l'accesso al luogo dei fatti né ad ambulanze e né a medici nonostante molte persone fossero state ferite gravemente.

Il trasferimento dei fermati fino al carcere di Santiaguito è durato più di sei ore. Le donne sono state abusate sessualmente e stuprate. Il rapporto della Commissione Nazionale dei Diritti Umani (CNDH) dimostra che almeno 23 delle donne fermate hanno subito abusi sessuali.

Gli uomini sono stati picchiati selvaggiamente. Molti testimoni hanno denunciato che a due di loro è stato introdotto un bastone nell'ano. I poliziotti hanno insultato, vessato ed umiliato i fermati. Hanno picchiato persone inconsapevoli. "Vi ammazzeremo come cani", hanno detto loro.

Giunti in carcere le cose non sono andate meglio. I feriti più gravi sono stati trasferiti in un ospedale dove sono stati curati solo con aspirina e senza le più elementari condizioni igieniche. Le donne stuprate sono state per giorni senza assistenza né cure mediche. Sono state visitate da un ginecologo anche quattro settimane dopo le aggressioni. Inoltre, è stato impedito loro di presentare denunce legali. Sono state anche minacciate nel caso lo avessero fatto.

Gli arrestati sono stati ammassati nelle celle. Non è stata data loro neanche acqua. Gli è stato impedito di comunicare con l'esterno. Uno di loro ha riferito alla CCIODH: "quando abbiamo chiesto di fare una telefonata, che volevamo vedere un avvocato, ci hanno risposto che non eravamo in un film americano, perché questo succede solo negli Stati Uniti. Qui siamo in Messico…".

Ironicamente, il 10 maggio, Festa della Mamma, la direttrice del carcere è andata a fare gli auguri alle donne. Loro hanno raccontato alla CCIODH che "le donne hanno cominciato a sollevarsi le camicie ed abbassarsi i pantaloni per mostrare i lividi ed hanno detto: 'felici con questi? Voi avete sorelle, figlie, sareste felici di tutto questo?'".

Il rapporto della CCIODH – il più completo fino ad ora redatto – conclude che l'operativo della polizia è avvenuto con un uso eccessivo della forza pubblica, contrario ai principi di proporzionalità, ragionevolezza ed assoluta necessità che dovrebbe guidarla. Stabilisce che non si è operato secondo quanto disposto né dalla Costituzione né dai trattati internazionali sottoscritti e ratificati dal Messico.

Detta Commissione ritiene che l'ex-incaricato della PFP, Wilfrido Robledo Madrid, così come David Pintado Espinos, Alejandro Eduardo Martínez Aduna ed Ardelio Vargas Fosado debbano essere immediatamente sospesi. Nello stesso tempo sostiene che sia necessaria l'immediata liberazione delle persone arrestate secondo il principio della presunzione d'innocenza.

Oggi è chiaro perché il governo di Vicente Fox si è rifiutato di giudicare e punire i crimini del passato: sapeva che facendolo si sarebbe messo il cappio al collo. Le amministrazioni paniste non si differenziano in nulla da quelle priiste in quanto a violazione dei diritti umani. Sono fatte della stessa impronta: l'impunità.

(tradotto dal Comitato Chiapas "Maribel" - Bergamo)

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