Lettera dei prigionieri politici Loxicha a L'Altra Campagna
Otro Periodismo - 13 febbraio 2006
dalla pag. web: Okupación auditorio "CHE" Guevara

ALLA DELEGAZIONE DENOMINATA "L'ALTRA CAMPAGNA" DELL'EZLN
ALLE ORGANIZZAZIONI CHE DIFENDONO I DIRITTI UMANI
AGLI STUDENTI E PROFESSIONISTI DEMOCRATICI
ALLE PERSONALITÀ DI BUONA VOLONTÀ
ALLE ORGANIZZAZIONI NON GOVERNATIVE
AL POPOLO DI OAXACA, DEL MESSICO E DEL MONDO
AI MEZZI DI COMUNICAZIONE

P R E S E N T E

Con la presente, i prigionieri politici e di coscienza indigeni zapotecos della regione Loxicha, da questo luogo in cui siamo reclusi, inviamo un combattivo e cordiale saluto.

Ai membri dell’ALTRA CAMPAGNA dell’EZLN che lottano contro le ingiustizie e gli arbitrii che le autorità statali e federali compiono con politiche che discriminano e violano i diritti dei gruppi più vulnerabili, in particolare contro gli indigeni, noi prigionieri politici e di coscienza della regione Loxicha ci uniamo ed appoggiamo la lotta che state conducendo. Da quanto sappiamo state realizzando un giro del paese per cui vi auguriamo buona fortuna, perchè questa attività è di estrema importanza per dare al popolo un momento di riflessione ed una luce di speranza affinchè i nostri figli, che saranno i futuri cittadini, possano avere una vita più umana, ed un Messico dove prevalga l’uguaglianza, il lavoro e le opportunità per tutti e senza distinzione alcuna.

Riportiamo qui di seguito una breve storia della detenzione degli indigeni tuttora privati ingiustamente della libertà dopo 10 anni di carcere. Nel 1996 lo stato messicano scatenò un’ondata repressiva contro gli indigeni zapotecos di Loxicha; l’unico crimine che riconosciamo di aver commesso è quello di essere poveri tra i poveri e di essere indigeni,poi per il semplice fatto di aver chiesto, nelle forme legali, alle autorità statali e federali, allora priiste, risorse economiche per le opere più urgenti di cui ha bisogno il nostro popolo e programmi di aiuti per l’agricoltura.

Ma le autorità, lungi dall’accogliere e risolvere le istanze più sentite del popolo, hanno risposto con carcere, sequestri, omicidi, persecuzione contro i nostri fratelli indigeni e dobbiamo descrivere i soprusi di cui siamo stati oggetto da parte delle autorità che dicono di difendere il popolo e di vegliare su di lui. Il nostro calvario è iniziato il 25 settembre del 1996 con l’arresto arbitrario del Presidente Municipale che fungeva da Sindaco Municipale, nominato secondo gli usi e costumi e tuttora detenuto. Nello stesso anno la repressione è stata generalizzata contro il popolo indifeso con l’arresto di 150 semplici indigeni, 9 dei quali sparirono per mesi prima di ricomparire davanti alle autorità giudiziarie per rispondere di vari crimini, mentre altri furono assassinati dalle pallottole di infami poliziotti.

Mentre eravamo detenuti, per le autorità è stato facile fabbricare accuse contro di noi, tutte di ordine federale, che ci coinvolgevano con il gruppo armato EPR. Con crudeli torture fisiche e psicologiche ci hanno obbligato a firmare fogli in bianco e dichiarazioni che non abbiamo mai rilasciato, grazie alle quali siamo stati ritenuti responsabili di tutte queste accuse totalmente false.

Ringraziamo per il loro coraggio le nostre famiglie, i nostri figli, gli amici e tutte le persone di buona volontà, che fin dal principio hanno iniziato una difficile lotta quotidiana per la nostra libertà, mentre noi da questo carcere abbiamo realizzato diverse azioni di protesta. L’arduo lavoro dell’avvocato difensore ha consentito la liberazione della maggioranza dei detenuti. Attualmente siamo ancora in 13 ad essere privati della libertá. A tutt'oggi le autoritá federli che si sono definite del cambiamento (PANISTA), hanno fatto orecchie da mercante, non hanno mostrato alcun interesse per la soluzione dell’annoso problema e non ci hannoo ancora rimesso in libertà.

Per ultimo vogliamo dirvi che è necessario affratellarci, unire criteri e sforzi perchè insieme facciamo sentire le nostre voci per chiedere al governo federale di promulgare una “AMNISTIA FEDERALE” che permetta la nostra liberazione e quella di tutti i prigionieri politici detenuti nelle diverse prigioni del paese.

PRIGIONIERI POLITICI E DI COSCIENZA INDIGENI DELLA REGIONE LOXICHA

FORTINO ENRÍQUEZ HERNÁNDEZ, JUAN DÍAZ GÓMEZ, RICARDO MARTÍNEZ, ENRÍQUEZ, URBANO RUIZ CRUZ, JUSTINO HERNÁNDEZ JOSÉ, CIRILO AMBROSIO ANTONIO, AGUSTÍN LUNA VALENCIA, ABRAHAM GARCÍA RAMÍREZ, ESTANISLAO MARTÍNEZ SANTIAGO, MARIO AMBROSIO MARTÍNEZ

(tradotto dal Comitato Chiapas "Maribel" - Bergamo)

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