La Jornada – Domenica 12 novembre 2006
Ad Istanbul, attivisti dichiarano che "il popolo oaxaqueño non è né sarà mai solo"
Crescono in vari paesi le dimostrazioni di appoggio alla resistenza di Oaxaca

GLORIA MUÑOZ RAMIREZ - Speciale per La Jornada

Istanbul, 11 novembre - Le proteste contro la repressione del movimento popolare di Oaxaca si sono fatte sentire anche in questa città divisa tra due continenti. Nei giorni scorsi il gruppo locale di Indymedia, insieme ai collettivi Autonomo A, Blocco Anarchico ed Iniziativa Anarchica Comunista hanno manifestato davanti al consolato messicano in questa città con striscioni con la scritta "Ya Basta".

Gli attivisti hanno lanciato uova contro la rappresentanza diplomatica messicana al grido di "Tutti gli stati sono cattivi" e "Viva Oaxaca", ed in un comunicato stampa hanno dichiarato: "Il popolo di Oaxaca non è e non sarà mai solo nella sua lotta di resistenza.... Anche se lontano da questo paese, con il pensiero e con il cuore sono con noi".

Le manifestazioni a sostegno dell'Assemblea Popolare dei Popoli di Oaxaca (APPO) continuano in diverse città d'Europa. Ieri a Roma decine di attivisti del gruppo Ya Basta Moltitudia ha fatto irruzione ai festeggiamenti per il centenario della nascita di Frida Kahlo, in cui si aspettava l'arrivo dell'ambasciatore messicano in Italia che alla fine non è intervenuto.

Si è trattato, raccontano i manifestanti, di un'azione "per ricordare all'ambasciatore ed alla gente del nostro paese che in questi giorni in Messico la Polizia Federale Preventiva (PFP) e gruppi paramilitari ammazzano e reprimono i nostri compagni a Oaxaca, come già hanno fatto a San Salvador Atenco".

La celebrazione del centenario della pittrice messicana si è svolto all'Accademia Reale di Spagna a Roma, in mezzo ad una sfilata di moda che "sicuramente avrebbe inorridito Frida". Lo slogan "Se Frida fosse viva, starebbe con Oaxaca ed Atenco" ha ricevuto l'appoggio del pubblico presente, in maggioranza giovani italiani e latinoamericani.

Gli attivisti si sono presentati con magliette macchiate di vernice rossa (per simboleggiare il sangue versato) e striscioni con la faccia "arrabbiata" di Frida, oltre a cartelli nei quali si chiedeva la rinuncia del governatore Ulises Ruiz, la liberazione dei "detenuti politici" e l'uscita della PFP da Oaxaca.

"In questa celebrazione si dimentica che l'anima ribelle di Frida la porterebbe senza dubbio per le strade e le piazze per manifestare a fianco del suo popolo, delle donne e degli uomini di Oaxaca e di Atenco, a difesa delle rivendicazioni sociali che sono sempre state al centro della sua arte e della sua vita", ha affermato il gruppo Ya Basta in un comunicato.
Seguendo l'onda di proteste e manifestazioni internazionali di condanna della repressione del movimento di Oaxaca, da Francia e Belgio è stata diffusa una lettera di solidarietà "col popolo che resiste", nella quale decine di organizzazioni e collettivi di entrambi i paesi denunciano "l'impunità con la quale agiscono a Oaxaca i paramilitari protetti dalla struttura dallo Stato", ragione per cui, dichiarano, "diamo il nostro appoggio alla APPO quale organizzazione rappresentativa dei popoli ed organizzazioni di Oaxaca, e ci uniamo alla petizione di rinuncia dell'attuale governatore Ulises Ruiz".

A Parigi si sono svolte diverse manifestazioni ed azioni informative nel Centro Culturale Messicano di questa città, così come proiezioni di video in una casa dove si svolgono attività di protesta e solidarietà.

La resistenza del popolo oaxaqueño ha trovato un altro riscontro in Palestina, attraverso la Campagna popolare palestinese contro il muro dell'Apartheid che ha diffuso una lettera nella quale segnala che "in questo terrificante autunno di morte e distruzione, i popoli di Palestina e Messico sono più che mai uniti in una storia comune di sofferenza e lotta".

In Palestina, ricordano, "si è perpetrato un nuovo massacro, nella quale 29 martiri del campo profughi di Beit Hanoun si sommano alle centinaia di vittime assassinate da quando, nel giugno scorso, le forze di occupazione hanno lanciato questa recente e spietata offensiva contro la striscia di Gaza". Nello stesso mese di giugno, aggiungono, il governo messicano "ha cominciato ad utilizzare tutta la forza distruttiva contro gli educatori che lottano per i loro diritti d Oaxaca...

Piangiamo per i morti di Oaxaca come se fossero nostri. E prendiamo forza dalla determinazione nella lotta che queste persone hanno dimostrato in risposta alla repressione", concludono.

(tradotto dal Comitato Chiapas "Maribel" - Bergamo)

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