La Jornada - Domenica 12 febbraio 2006
Incontro dei popoli mixe, zapoteco e chinanteco con il delegato Zero
Gli zapatisti ci hanno insegnato a rivalutare il nostro senso del futuro

Questo è il testo íntegrale del messaggio letto da rappresentanti dei popoli indigeni della sierra di Oaxaca nella loro riunione con la delegazione zapatista, nel contesto dell'altra campagna

Guelatao de Juárez, Oaxaca
8 febbraio 2006

Subcomandante Insurgente Marcos
Autorità municipali e comunali
Rappresentanti delle organizzazioni comunitarie e regionali

Fratelli e sorelle

Da quella dolorosa alba del 1994, noi popoli indigeni della Sierra di Oaxaca, ci siamo uniti alla voce zapatista del Già basta! Ci siamo uniti perché aldilà della realtà che condividiamo, ci unisce una storia comune e soprattutto ci uniscono sogni ed aspirazioni di una vita giusta e degna. Allora, commossi, nei nostri cuori e nei nostri pensieri dall'insurrezione zapatista, abbiamo intrappreso un processo di riflessione che ci ha portato in San Cristóbal Lachirioag, Villa Hidalgo Yalálag, Santiago Atitlán Mixe e qui, in San Pablo Guelatao, per dibattere la nostra realtà e per condividere le nostre aspirazioni.

Su mandato delle comunità, una delegazione della Serranía Oaxaqueña è andata alla Convenzione Nazionale Democratica (CND) con l'obiettivo di cercare quel "camminare insieme" con l'Esercito Zapatista di Liberazione Nazionale (EZLN), al fine di riuscire ad arrivare a ciò che così tanto manca in questo paese: libertà, giustizia e democrazia. Poco dopo, con la nostra stessa vena e con le nostre stesse conoscenze, vari dei nostri fratelli e delle nostre sorelle hanno risposto all'appello zapatista di partecipare ai Dialoghi di San Andrés su Diritti e Cultura Indigeni, al fine di apportare l'esperienza e le conoscenze che ci hanno lasciato in eredità i nostri predecessori.

Coscienti dell'importanza di essere organizzati come popoli indigeni, abbiamo dato il nostro umile contributo per la creazione del Congresso Nazionale Indigeno (CNI), inteso como spazio d'incontro dei popoli indigeni del Messico. A partire dalla diversità che siamo e dalle nostre capacità e dai nostri limiti, abbiamo contribuito alle iniziative zapatiste in tutti questi anni, animati sempre dal profondo desiderio di democrazia, libertà e giustizia che ci unisce a voi.

Questo processo di organizzazione regionale ha le sue fondamenta nella nostra storia comune e condivisa. Noi popoli indigeni della serranía oaxaqueña, nei lunghi e difficili tempi della colonizzazione, abbiamo imparato resistere. Abbiamo resistito alla lunga notte coloniale che aveva dettato il nostro sterminio e l'annientamento della voce e del pensiero indigeno. Abbiamo resistito ai tempi della cosiddetta "independenza nazionale" che dalle sue origini ha significato la "emancipazione del creolo", ma mai l'emancipazione dei popoli indigeni. Abbiamo resistito all'avvenimento di una presunta "rivoluzione messicana" che pretendeva che la "assimilazione" e la "integrazione" fosse il destino ineludibile dei popoli indigeni. Nonostante tutto, grazie alla resistenza, oggi noi popoli indigeni della Serranía Oaxaqueña e di tutto il Messico, stiamo in piedi e con la fronte alta.

Però non siamo solo riusciti a resistere, abbiamo pure intrappreso un ampio e profondo lavoro di ricostituzione. La ricostituzione non è un ritono al passato. Si tratta di lavorare per tornare ad essere popoli in senso pieno e fiorenti, tenendo conto delle nostre profonde radici millenarie e della situazione attuale in cui viviamo quotidianamente. Lungo la strada della ricostituzione, abbiamo imparato a guardare ed a comprendere la logica e la filosofia della comunalità, che si esprime in modo quotidiano nella nostra assemblea comunale, nel nostro territorio comunale, nel lavoro comunale e nella festa comunale. Nella comunalità si riflette la nostra essenza ed il nostro essere collettivi.

Con le nostre fondamenta nelle nostre radici, noi popoli indigeni della Serranía Oaxaqueña, abbiamo imparato a costruire i nostri sogni e le nostre aspirazioni. Coscienti della nostra storia, nel decennio degli anni '70, abbiamo appreso i processi di autonomia che oggi ci tengono in piedi. Qui, in questa terra, si è rivendicato e richiesto con forza il riconoscimento delle nostre norme e regole per scegliere ed eleggere il nostro governo indigeno, indipendentemente dai partiti politici. Oggi, grazie a quello sforzo, 418 municipi indigeni di Oaxaca eleggono le loro autorità con assemblee comunitarie. Qui, nella Serranía Oaxaqueña, si sono combattuti i cacicazgos di partito che pretendevano impadronirsi della vita comunitaria. Qui si sono affrontati i gravi e complessi problemi di spoliazione delle nostre terre, dei nostri territori e delle risorse naturali, i problemi agrari ed il processo di individualizzazione e mercificazione di questi ultimi. Qui abbiamo iniziato un lavoro di inversione della politica culturale ed educativa etnocida dello Stato.

Come alcuni parlano male oggi dell'altra campagna, così è successo alla nostra storia ed ai nostri sogni che sono stati sempre giudicati assurdi e lontani dalla realtà. Pochi sono quelli che hanno creduto in una alternativa nostra propria. Noi non ci siamo persi d'animo. Al contrario, abbiamo acquisito più forza, anche in mezzo alle avversità ed alle difficoltà che ci circondano. Ed oggi con forza diciamo: le nostre proprie alternative e l'alternativa zapatista dell'altra campagna sono giuste e necessarie per questo paese.

Questa storia e questo sogno sono ciò che ci unisce allo zapatismo. Voi, uomini e donne dell'Esercito Zapatista di Liberazione Nazionale ci avete insegnato a rivalorizzare le nostre radici ed a rafforzare il nostro senso del futuro. Nonostante la nostra volontà ed il nostro impegno nel cercare di ottenere il riconoscimento legittimo che ci meritiamo in questo paese, coloro che hanno detenuto il potere ed il denaro non ci hanno mai visti, non ci hanno mai ascoltati e non ci hanno mai dato un posto in questa patria. Voi, invece, ci avete dato un senso del futuro ed avete dato ampiezza e visualità alle rivendicazione indie. Senza di voi, la nostra voce e la nostra parola non avrebbero mai ottenuto un posto in questo paese. Con voi l'abbiamo trovato. Per questo, ora, nel quadro dell'altra campagna non abbiamo avuto dubbi a mettere nelle mani vostre e degli "altri" che vi rappresentano, le nostre richieste e le nostre preoccupazioni.

L'altra campagna è l'opportunità per noi di rinfrescarci la memoria e la storia colettiva, e di rinnovare i nostri sogni e le nostre speranze. È l'opportunità di abbracciare le nostre lotte con gli altri popoli ed altri settori della società messicana. È l'opportunità di costruire un nuovo patto sociale che trasformi in modo radicale l'attuale struttura giuridica, politica, economica, sociale e culturale di questo paese. È l'opportunità che abbiamo di costruire un nuovo ordinamento giuridico, politico ed economico, basato su una nuova Costituzione. C'è l'opportunità che la società, fonte e depositaria della sovranità, eserciti pienamente il suo diritto fondamentale di decidere il suo futuro, così come lo siamo venuti proponendo noi popoli indigeni. È la nostra ora, e con la voce ed il pensiero di tutti ricostruiremo questo paese.

(tradotto dal Comitato Chiapas di Torino)

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