La Jornada - Giovedì 12 gennaio 2006
Marcos in riunione a Huixtla con i disastrati di Stan
SENZA RICOSTRUZIONE, NON VOGLIAMO LE ELEZIONI
Gli abitanti condannano l'abbandono del governo di Fox

HERMANN BELLINGHAUSEN - Inviato

Huixtla, Chis., 11 gennaio - "È offensivo nei nostri confronti che sia stato stanziato più denaro per le prossime elezioni che per la ricostruzione. Se non c'è costruzione, non vogliamo elezioni", esplode così il signor Oscar Esquinca, disastrato, membro del Consiglio per la Ricostruzione di Huixtla e simpatizzante dichiarato della lotta del subcomandante Marcos".

Questa sera si sono ritrovati centinaia di huixtlecos disincantati e disperati per l'abbandono governativo. Il signor Esquinca afferma: "Voglio protestare per l'abbandono spietato che stiamo subendo noi disastrati. I ponti sono ancora crollati, i fiumi straripati, le case piene di acqua e fango, le strade accidentate. Si parla di una milionata di pesos, ma è arrivato per primo il denaro per le elezioni, ed è più che quello destinato alle opere".

Non tutte sono proteste e lamentele. Juan Domínguez, di questa città, dice: "Non so perché qui nel Soconusco la gente ha paura di protestare contro questo governo che ci insulta". E invita tutti a parlare senza paura ed "esprimere i propri sentimenti".

Prendono la parola anche persone della sierra, di luoghi come Motozintla, La Grandeza, Bejucal de Ocampo, El Porvenir ("dove proprio adesso è coperto di ghiaccio", dice uno, cosa che suona quasi fantastica nella calda notte huixtleca) Amatenango de la Frontera, Siltepec. Un altro uomo dice: "Parlo a nome degli orfani della patria, i dimenticati".

L'incontro dell'Altra Campagna in questa città si celebra in una proprietà rurale, tra alberi di banano e milpa, organizzato e vigilato da centinaia di basi di appoggio dell'EZLN, col volto coperto da passamontagna, in un evento inusitato per questi luoghi. I ribelli, provenienti dalla costa e sulla Sierra Madre del Chiapas, hanno costruito un piccolo caracol con panche e tettoie per ricevere le oltre mille persone che sono arrivate qua questa sera ad incontrare il subcomandante Marcos.

"È una riunione di quelli in basso con quelli in basso, guardando sempre a sinistra, contro il neoliberismo", ha detto il primo oratore davanti un lungo tavolo dove si trovano Marcos ed una decina di zapatisti, responsabili regionali locali.

Jorge Martínez Morales, anche lui huixtleco, dice: "In questo municipio ci sono molti simpatizzanti dell'Esercito Zapatista, e vogliamo protestare perché ci hanno completamente buttati qui. Le autorità ci hanno ingannato con bugie e donazioni. Non vediamo abitazioni e continuiamo ad essere profughi".

Ricorda che dopo le acque di Stan, la sabbia del fiume si è alzata di cinque metri raggiungendo la città. "E non vediamo che si stiano eseguendo i lavori. Ci serve subito un muro di contenimento. Le nostre vite continuano ad essere in pericolo".

Un altro huixtleco ripete: "Qui siamo completamente a terra". I "tricicleros regolari" prendono la parola, alcuni per appoggiare i ribelli, altri per protestare contro i "tricicleros" zapatisti, "perché non pagano come gli altri le licenze che rilascia il governo municipale".

A metà della riunione, Marcos interviene per invitare la gente a continuare a parlare, e poi denuncia che il governo ha avviato la macchina per la costruzione nell'autostrada costiera "solo perché ci saremmo passanti noi con la stampa, ma prima non stavano lavorando".

Scene di abbandono e inganno

"Grazie, Presidente, di non aiutare", ironizza una scritta su un muro di quella che doveva essere stata una casa tra le rovine e la sabbia ammucchiata del fiume Huixtla, a più di tre mesi dal disastro provocato dal ciclone Stan sulla costa e la sierra dello stato.

Promesse e gesti a parte del governo e dei mezzi di comunicazione, le sequele del sinistro sono ancora quasi intatte.

L'Altra Campagna arriva sulla costa per trovare questo scenario ed uno scontento che, lungi dal dissiparsi, si va facendo cronico. Rovine di case e grandi mucchi
di sabbia rivelano che le opere di sgombero delle macerie non vanno avanti.

"Provviste? Aiuti? Quali?", commenta una donna che, chiarisce, non è zapatista m solo curiosa, davanti al podere di via Tuzantán dove questo pomeriggio si è riunito a porte chiuse il delegato Zero con le basi di appoggio dell'EZLN di questa zona, prima dell'evento pubblico della sera.

Si riunisce anche un gruppo di "tricicleros" regolari della città che chiedono di parlare con il subcomandante Marcos. Bisogna specificare che i tricicli sono il mezzo di trasporto pubblico più usato a Huixtla, e da tempo i "regolarizzati", dal governo municipale, sono in conflitto coi "tricicleros" autonomi, i quali ostentano la decalcomania della giunta di buon governo (JBG) di La Realidad, che li legittima e li riconosce come membri del municipio autonomo ribelle Tierra y Libertad.

Il tragitto sull'autostrada costiera che va di Arriaga a Tapachula rivela quello che diversi abitanti denunciano da Pijijiapan fino a qui: il governo ha riparato ponti e passaggi sui fiumi distrutti dal sinistro, ma non sono stati fatti muri di contenimento né nuovi alvei che prevengano future inondazioni.

Come ha detto ieri a San Isidro (Pijijiapan) il signor Sebastián, nella cerimonia di benvenuto riservata al delegato Zero: "La sola cosa che gli è importata, è stato riaprire l'autostrada per i camion e le automobili, ma noi, la gente, non contiamo niente".

Sulla sierra alla frontiera, che attraversa i municipi di Motozintla, Tuzantán, Amatenango de la Frontera e Frontera Comalapa, la distruzione è ancora più evidente. Villaggi sepolti dalle acque e colline smottate.

Sono venuti per riunirsi con Marcos anche i disastrati di Huixtla che sono ancora confinati in rifugi dove si sentono, più che dimenticati, inesistenti. Una signora di mezz'età, sull'orlo del pianto, afferma che ci sono donne sole, senza marito, con figli, senza casa, "e nessuno ci vuole aiutare nella disgrazia".

I disastrati huixtlecos e della sierra hanno parlato anche delle alte tariffe elettriche ed hanno annunciato la creazione di un fronte regionale di resistenza che si unirà a quelli che lottano nelle altre regioni del Chiapas e che sono stati interlocutori costanti nell'Altra Campagna.

Lo scontento contro i governi di Vicente Fox e Pablo Salazar Mendiguchía è esplicito, costante, e progressivamente, la gente di qui e di Motozintla ricorre ad espressioni altisonanti, ma, come ha detto uno di loro, "è che non ne possiamo più".

Successivamente hanno preso la parola le basi di appoggio dell'EZLN. A nome dei "tricicleros", Juromín dichiara: "Stiamo resistendo. Siamo ormai stanchi che
il governo continui a fregarci. Abbiamo tricicli sequestrati. Vogliono eliminarci. Per questo abbiamo detto 'basta'
".

Esmeralda chiede ai giornalisti di essere generosi e trasmettere le sue parole. "Noi siamo molto emarginati. Io sono una donna sola, mi occupo di mia mamma e mia figlia. Ma mi sono organizzata. Mi fa male che ci siano huixtlecos che abbassano la testa. Se siamo nati per morire, perché non morire lottando.

Ci sono persone disastrate che si fanno passare come leader e si prendono tutto quello che arriva in forma di aiuti. Noi siamo contro il governo", ha aggiunto per spiegare che l'unico aiuto che gli zapatisti accettano è quello che viene dalla società civile, attraverso la giunta di buon governo.

La riunione si prolunga per varie ore della notte. I costieri e montanari hanno bisogno di parlare, lamentarsi, protestare. E sperano che Marcos li ascolti.

(tradotto dal Comitato Chiapas "Maribel" - Bergamo)

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