Monitorando Radio APPO
Le trasmissioni della lotta oaxaqueña diffuse dai media del popolo
di Eleazar Salinas - Los Angeles, California - dalle pagine di Otro Periodismo - 11 novembre 2006

Attraverso Radio Università è stato possibile che in tutto il pianeta si venisse a sapere in tempo reale ciò che stava avvenendo a Oaxaca, nello stesso momento che i fatti avvenivano.

Siamo stati partecipi di tutte le sue emozioni: paura, angoscia, coraggio, potremmo dire che i nostri cuori palpitavano all'unisono con i compagni che combattevano per le strade e, naturalmente, con le compagne che si occupavano delle trasmissioni della Radio.

[tre foto di Alan Goodin]

Si sentiva il clima d'insurrezione, frasi - che non si possono dire in altre occasioni - sono diventate luoghi comuni: portate i razzi alla barricata di Adrenamiel, bottiglie alla barricata di Cinco Señores, mandate rinforzi al Canal Nueve, benzina e razzi a Radio Universidad, qualcosa da mangiare alla barricata 3…

Tutto è accaduto il Giorno dei Morti, il 2 novembre, ma a Oaxaca nessuno si è riposato, si potrebbe dire sono usciti a combattere perfino i morti.

Quel giorno è arrivata una commissione di senatori, per raccogliere testimonianze sulla cittadinanza: a capo c'era la signora Rosario Ibarra. In Radio Universidad dicevano: denunciamo che i priisti hanno installato dei tavoli, dove pretendono di raccogliere denunce contro l'APPO, ma oltre a ciò stanno chiedendo le credenziali di elettore, non andate lì, sono persone al servizio di Ulises Ruiz.

Prima delle dodici si è presentato un bambino a dire alcuni slogan, mentre la Polizia Federale Preventiva aveva iniziato il suo attacco contro la popolazione, con lacrimogeni, un altro gas rosso e, il cosiddetto gas al pepe, poi i getti di acqua e di acido dei blindati, ma non ha piegato la combattività delle masse ed arrivò il momento gli è pure finita l'acqua.

Alle 2 del pomeriggio, dopo circa due ore di scontri, la preoccupazione della PFP era diventata quella di ricaricare i suoi blindati. In Radio Universidad dicevano: compagni, non lasciate che si ricarichino d'acqua, prendete i camion-cisterna sotto controllo del movimento, si richiedono macchinari pesanti per fermare l'avanzamento dei blindati, gli elicotteri e gli aerei continuano a sorvolare la città, stanno sparando gas dagli elicotteri…

Molto diverse erano le preoccupazioni della direzione del movimento di resistenza: Chiediamo ai vicini che nonostante i combattimenti e gli attacchi di tutti i poliziotti, celebriamo i nostri morti, chiediamo che portiate quello che serve per fare un gran altare in onore del compagno giornalista nordamericano Bradley Will, abbiamo bisogno di calce, vernice e molti fiori.

Già a 3 ore dall'inizio del combattimento, la gente veniva fuori da tutti gli angoli, si dice che il contingente della PFFP fosse di circa cinquemila, in più c'era la polizia ministeriale dello stato e perfino quelli dell'AFI sono stati visti operare arresti, in più c'erano gruppi di poliziotti vestiti da civili.

Continuavano le trasmissioni, richiedendo materiali: usate l'aceto sopra qualunque straccio compagni, così vi permetterà di respirare, anche cocacola, impregnate un fazzoletto e coprirsi il viso, per favore fermate un camioncino nero, porta via dei compagni arrestati e feriti, una nota dell'equipe di sicurezza dell'APPO informa che il Consiglio Universitario si è riunito ed ha deciso di appoggiare il comunicato centrale dell'APPO dove sono scritte tutte le sue rivendicazioni, pone anche come prima esigenza il rispetto all'autonomia universitaria e respinge l'intervento dei poliziotti all'interno della città universitaria ed in tutto lo stato.

Dopo quattro ore di scontri, i combattimenti sono ancora più cruenti, si combatte corpo a corpo, vengono bruciati alcuni veicoli della polizia, due blindati sono distrutti, il che provoca un gran coro e rianima, i compagni che stavano portando via sono liberati più avanti dalle masse e, intanto, si stava combattendo contemporaneamente la PFP su sei fronti, ma la gente accorreva ad appoggiare il movimento.

Portano nello studio della radio un caricatore di fucile 7 e 62, di uso esclusivo dell'esercito che era caduto ad un poliziotto e che è stato raccolto da un compagno, dice l'annunciatrice: "ma che balordi, pensano di tirarci con questo?".

Due direttori di scuole e membri del Consiglio Universitario, informano sul loro appoggio al movimento e chiedono la rinuncia di Ulises. Si informa che la PFP è molto vicina alle installazioni della radio, si sentono i colpi e gli spari dei lacrimogeni.

Notizie che fanno pendere la bilancia a favore del movimento:

In radio Universidad si afferma: Abbiamo vinto una battaglia, ma non la guerra. Sfruttiamo il momento per organizzarci e ricostruire le barricate

Si invita a una riunione dell'APPO, per la continuazione della lotta ad un livello più ampio.

Si mette la canzone VENCEREMOS e si canta tutti in coro: EL PUEBLO UNIDO JAMAS SERÁ VENCIDO.

(tradotto dal Comitato Chiapas di Torino)

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