La Jornada – sabato 11 novembre 2006
In Zacatecas guida una marcia in sostegno alla APPO e perché se ne vada la PFP
"Oaxaca, molto più grande di come indicato sulla cartina del nostro paese"
È ritornato il vecchio carro porfirista, ha spiegato

Durante un incontro nella scuola General Matías Ramos Santos ha manifestato il suo sostegno agli studenti rurali
HERMANN BELLINGHAUSEN

Zacatecas, Zac. 10 novembre - Il subcomandante Marcos ha guidato oggi una marcia per il centro di questa città, convocata dall'altra campagna, in appoggio alla lotta popolare di Oaxaca, per l'uscita della Polizia Federale Preventiva (PFP) da quello stato, e per la liberazione dei detenuti politici di San Salvador Atenco.

Centinaia di persone sono arrivate nella Plaza de Armas per un meeting che ha riunito un migliaio di persone che gridavano: "Oaxaca sorella, Zacatecas ti dà la mano". Lì, il delegato Zero ha rivolto un messaggio di appoggio all'Assemblea Popolare dei Popoli di Oaxaca (APPO), ed ha esternato forti critiche al governo di Amalia García, all'imminente presidente Felipe Calderón ed ai tre principali partiti politici.

Hanno partecipato anche i maestri della sezione 34 del Sindacato Nazionale dei Lavoratori dell'Educazione, membri del Coordinamento Nazionale dei Lavoratori dell'Educazione (CNTE) e lavoratori e studenti dell'Università Autonoma di Zacatecas, abitanti della comunità La Tesorera e della colonia Camilo Torres, oltre a diversi collettivi dell'altra campagna dello stato e di Aguascalientes.

Striscioni e cartelli proclamavano "Siamo tutti Oaxaca". La manifestazione, che secondo gli osservatori è risultata molto partecipata rispetto agli standard locali, ha goduto di un "opportuno" blackout della colorita illuminazione abituale della cattedrale e dei suoi dintorni, che non ha spento gli animi dei partecipanti.

"Oaxaca è molto più grande di come è indicata sulla mappa del nostro paese", ha detto Marcos. E, "prendendo a prestito un'immagine che, con parole, ci ha regalato un yaqui a Sonora", il delegato zapatista ha affermato: "Il vechio carro porfirista è tornato a percorrere le terre messicane".

La CNTE ha ricordato che da due settimane mantiene un presidio di appoggio alla lotta oaxaqueña nel parco Indipendenza di questa città, dove fa raccolta di alimentari ed aiuti per la resistenza civile nello stato meridionale.

Sostegno all'istituto magistrale di Ayotzinapa

La notte di giovedì, il subcomandante Marcos aveva detto: "Il governo che nasce da questo movimento sarà un governo che ubbidisce ad un popolo che è già organizzato per comandare, questo è quello che manca". Questo, quando l'altra campagna incontra circa 300 studenti, uomini e donne, aderenti alla Sesta Dichiarazione della Selva Lacandona della scuola normale rurale General Matías Ramos Santos, a San Marcos, municipio di Loreto.

Qui, in un clima combattivo e disciplinato, rappresentanti della Federazione degli Studenti Contadini Socialisti del Messico hanno manifestato il loro appoggio alla lotta del popolo di Oaxaca, ai detenuti politici di Atenco e, in maniera particolare, alla resistenza attuale della normale di Ayotzinapa che tiene in sospeso la città di Tixtla (Guerrero) e rappresenta il punto massimo della difesa di questo tipo di istituzioni per i figli di contadini ed indigeni che i diversi governi minacciano di chiudere. Alla riunione hanno partecipato anche maestri della CNTE zacatecana e l'Assemblea Nazionale dei Braccianti.

Salutando il delegato Zero come "rappresentante di tutti noi", la federazione degli studenti ha detto: "Non valiamo niente per il neoliberismo né per il governo. Al governo interessano solo le imprese che generano denaro". Hanno definito la loro scuola come "la culla più grande di coscienza rivoluzianaria dello stato"; è una delle 17 normali per formare mentori rurali che ancora esistono nel paese, il cui obiettivo è "sconfiggere l'ignoranza dei popoli dimenticati dal governo ed educare la gente oppressa affinché lotti per i suoi diritti".

Prendendo la parola, il subcomandante Marcos ha spiegato: "Io sono nato nel 1984 sulle montagne. In quei 10 anni formammo un esercito al servizio delle comunità, che obbedisse loro". Così si è rivolto agli studenti, molto interessati allo zapatismo, ma a giudicare dalle loro domande, poco informati al riguardo.

Ha ribadito le differenze tra lo zapatismo e le diverse posizioni e tappe del Partito della Rivoluzione Democratica, ed il livello a cui l'insurrezione indigena ha portato le comunità del Chiapas, più che una guerra che in ogni caso prosegue, ad una vita migliore. L'Esercito Zapatista di Liberazione Nazionale (EZLN), ha detto, "ha l'orgoglio di essere un movimento che non ha rimandato a dopo l'appoggio alle comunità".

Nel 2000 "ci accorgemmo di essere un'opzione violenta, incivile, e dicemmo 'ci facciamo da parte'. E successe che perse il PRI e non perse perché non cambiò niente di fondamentale. Continuarono i soprusi, il razzismo, non cambiò nemmeno il tipo di governante, perché Fox è idiota quanto lo fu Zedillo". Spiega il tradimento dei partiti al Congresso non approvando la legge Cocopa derivata dagli accordi di San Andrés. Ed ha ricordato ai giovani studenti che l'EZLN è ancora armato ed è così che protegge l'autonomia delle comunità in Chiapas.

"Alla federazione degli studenti si è mostrato lieto di averla conosciuta nella normale rurale di Ayotzinapa. "Speriamo di continuare ad incontrarvi dove si trovano quelli che lottano, in basso, con la gente. Quando sarete colpiti, avrete il nostro appoggio incondizionato".

(tradotto dal Comitato Chiapas "Maribel" - Bergamo)

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