La Jornada - Domenica 11 giugno 2006
La CNTE invita a sbarrare il passo all'ultradesta
Anniversario del halconazo concentra altre proteste

MARIANA NORANDI, LAURA POY ED EMIR OLIVARES

A 35 anni dal halconazo del 10 giugno di 1971, migliaia di manifestanti si sono mobilitati per ricordare il fatto ed esigere la punizione dei colpevoli di quel massacro e per protestare contro la repressione dello Stato e chiedere giustizia per gli abusi del maggio scorso a San Salvador Atenco.

Al mattino si sono svolti due cortei: il primo è partito dal chiosco di Santo Tomás - ad alcuni isolati dal luogo del massacro di giovedì Corpus Domini del 1971 -, formato da organizzazioni sindacali ed ex dirigenti studenteschi del Comitato 68. L'altra mobilitazione è partita dall'Angel de la Independencia e vi hanno partecipato insegnanti dissidenti ed abitanti di San Salvador Atenco.

La terza manifestazione - convocata dagli aderenti dell'altra campagna -, nel pomeriggio, è stata aperta dal Comitato 68 e dai membri del Fronte dei Popoli in Difesa della Terra di Atenco. Anche questa è partita dal chiosco di Santo Tomás ed il subcomandante Marcos si è unito all'altezza del Metro Normal.

Chiudendo la marcia convocata dall'altra campagna, Marcos ha detto che Alexis Benhumea - il giovane morto dopo aver ricevuto in testa una granata di gas lacrimogeno sparata dalla polizia - è stato assassinato perché era giovane e ribelle, stava nell' altra campagna ed aveva optato per la trasformazione di un sistema che trasforma la giovinezza in crimine che si punisce con la pena di morte.

Il Delegato Zero ha dichiarato che i "giovani del basso" tra i quali c'era Alexis, "sanno di essere perseguitati come delinquenti per il loro modo di vestire, la loro pettinatura, il loro modo di parlare, la loro musica". Ha affermato che le "prede predilette" dai poliziotti sono graffitari, bande, ska, dark, punk, anarchici, studenti, pulitori di strada, operai, rockettari, impiegati, qualsiasi giovane del basso.

"Il pretesto del governo è che i giovani sembrano drogati, ladri, criminali. Mentre quelli che non sembrano invece lo sono realmente. Industriali, deputati, senatori, sottosegretari, presidenti municipali e della Repubblica, funzionari di tutti i livelli, capi di polizia, generali, mogli di presidenti della Repubblica; è tra loro che ci sono ladri, assassini, criminali, e tra i giovani. Perché hanno tanta paura che i giovani ripudino l'autorità, se è questa che li persegue, li imprigiona, tortura, viola ed assassina?".

Ha dichiarato che l'omicidio di Alexis Benhumea è stato ignorato dal governo federale e dai candidati alla Presidenza perché la sua morte non "è una merce attraente sul mercato elettorale".

Ha criticato che il governo si dispiaccia della morte del giovane e la voglia saldare con denaro: "Tira fuori l'assegno e domanda quanto vale la morte di Alexis"; tuttavia, ha detto che gli aderenti all' altra non domandano quanto vale, ma lo sanno, "abbiamo segnato bene il costo nel nostro cuore. E rispondiamo: un altro paese, un altro Messico. Un Messico dove il crimine non sia premiato con poltrone governative, ma sia punito con la prigione. Un paese dove i giovani non siano perseguiti, violentati, imprigionati ed assassinati a causa della loro età, cultura ed il loro modo di vestire; ma ci siano per tutti svago, sport, cultura. Un Messico dove la politica smetta di essere un commercio, uno spazio dove si plaude l'ipocrisia ed il tradimento. Un paese dove chi lavora guadagni e viva con dignità, dove non esista chi costruisce il suo benessere a costo del malessere di altri. Dove la democrazia non sia la patetica disputa tra partiti che non sono altro che prodotti commerciali che defraudano in tutti i sensi il consumatore. Un Messico con democrazia, libertà e giustizia".

Ha affermato che lo Stato "si sbaglia" se crede che con l'assassinio di Alexis causerà paura ed immobilità nell' altra campagna. "Andremo avanti, cresceremo ed organizzeremo questa crescita; ci ribelleremo e deporremo non solo chi comandando comanda, ma anche chi è padrone di tutto, chi dall'alto decreta prigione, dolore e morte per noi che siamo in basso". Angel Benhumea, padre di Alexis, ha dichiarato che a breve trasmetterà una denuncia contro le autorità responsabili dell'assassinio di suo figlio. Il leader insurgente gli ha consegnato un proiettile di gas lacrimogeno raccolto dove si trovava Alexis quando fu aggredito. Ha raccomandato di cercare "in questo bossolo le impronte digitali di Vicente Fox e di Enrique Peña Nieto".

Alle 10 del mattino, membri del Coordinamento Nazionale dei Lavoratori dell'Istruzione (CNTE) hanno partecipato alla cosiddetta marcia della dignità, per respingere le azioni repressive e per la difesa di un progetto di nazione in cui "tutti contiamo".

Più di 4 mila professori di Michoacán, Oaxaca, Tlaxcala e Guerrero hanno chiesto la sospensione della violenza contro donne, contadini, sindacalisti, studenti e docenti, perché non tollereranno che "Oaxaca si trasformi in un altro Atenco".

Hanno chiesto la liberazione immediata dei prigionieri politici e la punizione di chi ha partecipato alla repressione del 3 e 4 maggio scorsi, oltre ad esigere dal governatore di Oaxaca, Ulises Ruiz, di "non incoraggiare uno stato di guerra nell'entità, perché né la violenza né le punizioni economiche ci faranno arretrare di un passo".

Artemio Ortiz, leader della sezione 18 di Michoacán, ha dichiarato che è necessario costruire "un altro futuro per il Messico, perché non accettiamo quello che vogliono imporci gruppi di estrema destra".

Per ciò, ha esortato a cancellare "ogni possibilità di avanzamento di questa alleanza criminale Fox-Calderón, perché non permetteremo che passi l'estrema destra", ed ha insistito nell'invitare le organizzazioni civili e sindacali ad iniziare la discussione di un nuovo progetto di nazione, "dove contino le maggioranze".

Parallelamente, organizzazioni sindacali ed ex dirigenti studenteschi sono andati fino allo Zócalo per ricordare il halconazo. Raúl Alvarez Garín, dirigente del Comitato 68, ha segnalato che "è sempre più costoso" per il governo orchestrare la repressione, poiché "per ogni azione repressiva si ribellano giorno per giorno diversi settori della società".

(tradotto dal Comitato Chiapas "Maribel" - Bergamo)

logo

Indice delle Notizie dal Messico


home