El Universal - domenica 10 settembre 2006
Cercano di ‘far a pezzi' il dialogo, dice APPO
Ex-guerriglieri prevedono una "esplosione" se c'è repressione a Oaxaca
Aggressione ad un altro ufficio della APPO

Jorge Octavio Ochoa

Oaxaca, Oax - L'Assemblea Popolare del Popoli di Oaxaca (APPO) ha denunciato che ci sono tentativi per far a pezzi i negoziati con la Segreteria di Governo, dopo che ieri individui non identificati hanno tentato di incendiare gli uffici dei dirigenti dell'aorganizzazione popolare.

Sabato, all'alba, degli sconosciuti hanno dato fuoco alla porta dell'edificio dove ha sede la Nuova Sinistra di Oaxaca. Il locale è di proprietà dei leader dell'APPO, César Mateos e Flavio Sosa.

Mateos ha denunciato che l'azione è stata perpetrata dal governo dello stato, "perché temono che risolviamo il conflitto col governo federale".

Ha dichiarato che sono responsabili: Jorge Franco (ex-segretario di Governo dello stato, che è accusato di star dietro a tutto l'operativo di repressione contro l'APPO), Heliodoro Díaz Escárraga (attuale segretario di Governo) e Lino Celaya (segretario della Protezione Cittadina, che giovedì scorso è stato sgomberato dai suoi uffici dall'APPO).

Ha detto che l'aggressione riflette il nervosismo del governatore Ulises Ruiz "che vede già molto vicina la sua destituzione". Gli uffici che hanno tentato di incendiare sono attualmente utilizzati come dormitorio da membri dell'APPO, ma per fortuna in quel momento erano vuoti.

In città la mobilitazione si è ravvivata con l'arrivo di centinaia di dirigenti di organizzazioni universitarie di tutto il paese per partecipare al primo Incontro Nazionale Studentesco.

Tra gli arrivi ci sono due leader storici del magistero ed ex-guerriglieri: David Cabañas Barrientos (fratello di Lucio) e Felipe Canseco Ruiz, ex membri del PROCUP (Partito Rivoluzionario Operaio Clandestino Unione del Popolo).

Guerriglieri nel decennio degli anni '70, e fin quasi alla fine degli anni '90, hanno sottolineato il rischio di un'esplosione sociale "molto grande" nello stato ed in tutto il paese, nel caso che le autorità federali rispondano con la repressione al dissenso sociale. Canseco Ruiz ha detto che l'apparizione di nuovi gruppi armati non è stato assolutamente un "montaggio" e che possono crescere visto che la protesta sociale si sta acutizzando.

Ha però richiamato quei gruppi a contenere le loro azioni. "È il momento della lotta politica e pacifica di massa per arrivare a delle trasformazioni. Tentare di aprire la strada con la repressione affonderebbe il paese in una situazione terribilmente dolorosa".

(tradotto dal Comitato Chiapas di Torino)

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