La Jornada – Venerdì 9 giugno 2006
Gli eccessi commessi sono di lesa umanità e devono essere perseguiti d’ufficio
ONG responsabilizza Fox ed Abascal delle morti a San Salvador Atenco
Il fantasma della repressione è ritornato nella vita politica, avvertono studiosi

EMIR OLIVARES ALONSO

La Lega Messicana per la Difesa dei Diritti Umani ritiene che il presidente Vicente Fox, come comandante supremo delle Forze Armate; il segretario di Governo, Carlos Abascal, ed i membri del gabinetto di sicurezza nazionale hanno "un'alta responsabilità" in quanto accaduto a San Salvador Atenco, ed ora nella morte dell'universitario Alexis Benhumea, ha dichiarato Adrián Ramírez, presidente di questo organismo.

Dopo aver partecipato al forum di 24 ore di lezione esaustiva contro la brutalità e per la libertà, organizzato dagli studenti della Facoltà di Lettere e Filosofia dell'Università Nazionale Autonoma del Messico (UNAM), l'attivista ha segnalato che le violazioni dei diritti umani avvenute in quello villaggio rappresentano delitti di lesa umanità, per questo lo Stato deve perseguirli d'ufficio, cosa che fino ad ora non ha fatto. Ha aggiunto che insieme ad altre organizzazioni non governative ed alla famiglia di Alexis faranno ogni azione affinché il suo assassinio non resti impunito.

Ha dichiarato che le azioni governative in Atenco "erano dirette" ed ha aggiunto che le televisioni "hanno pagato" l'approvazione della Ley Televisa trasmettendo solo le immagini dei poliziotti picchiati (...).

Gli organizzatori del forum hanno spiegato che con questa idea si tenta di evitare scioperi, "azione per la quale è molto nota questa facoltà", per dare priorità alla discussione. Per 24 ore continue, nelle installazioni di questa scuola, si sono svolte discussioni, attività culturali, artistiche ed accademiche.

L'attrice Jesusa Rodríguez ha offerto un breve concerto nella caffetteria della facoltà, nel quale ha criticato l'atteggiamento del subcomandante Marcos che ha invitato ad interrompere il processo elettorale se non saranno liberati i detenuti a Santiaguito. "È porsi su un piano assurdo. Quello che dobbiamo fare è creare la coscienza che il paese in questi giorni sta mettendo in gioco troppe cose per fare una sciocchezza".

Il presidente dell'Organizzazione Multidisciplinare per la Salute della Popolazione Indigena ed Emarginata, Fernando Rubí - che ha chiesto in varie occasioni di entrare a Santiaguito - ha detto che la sinistra deve riproporre la sua strategia per esigere giustizia, poiché "non ha imparato a sacrificare i protagonismi. Non abbiamo imparato la grande sfida di creare ed innovare per proporre".

Luis Hernández Navarro, ccollaboratore di questo quotidiano, si è riferito al movimento dei migranti come uno dei più rilevanti dell'attuale congiuntura. "È un movimento del futuro che è già arrivato. Rivendica uguaglianza, ma anche il riconoscimento della differenza. Lotta contro il razzismo e contro la discriminazione, non solo per un lavoro. È un movimento dal contenuto progressista".

Per Ricardo Gamboa, accademico della facoltà, "il fantasma della repressione che sembrava ormai dimenticato sta ritornando nella vita politica messicana", per questo, ha dichiarato che è necessario creare una commissione civica che "lavori per la verità, e benché non possa arrestare i responsabili, che questi passino alla storia come colpevoli".

Al forum che terminerà oggi alle 10 di mattina, hanno partecipato accademici, artisti, giornalisti ed attivisti, tra i quali, Jaime Avilés e Marco Peláez, collaboratori di de La Jornada.

(tradotto dal Comitato Chiapas "Maribel" - Bergamo)

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