La Jornada - Giovedì 9 marzo 2006
Nel Giorno della Donna, deplora il ruolo delle "false leader", come Marta Sahagún
Il delegato Zero incontra i lavoratori dell'industria della gomma in Queretaro

HERMANN BELLINGHAUSEN - Inviato

Queretaro, Qro. 8 marzo - Nel Giorno Internazionale della Donna, come parte di un giorno di attività dell'altra campagna con i giovani della capitale queretana, il subcomandante Marcos per due ore ha "occupato" una stazione della Radio Università di Queretaro ed ha condotto un agguerrito ed irriverente programma dedicato alla condizione femminile ed alla repressione e bigottismo presenti nello stato.

Così, per due ore. Radio Insurgente, La Voce dei Senza Voce, ha catturato le onde hertz ed ha portato fino a qua le arie delle montagne del sudest messicano.

Marcos ha intervistato donne indigene e meticcie che hanno testimoniato e criticato il sessismo, la società patriarcale, il razzismo e la violenza di genere. In questa incursione radio è stato accompagnato da due cantautori contestatori. Uno era El Bambi, anarcopunk che ha cantato la sua canzone "Chinga tu madre" che, come suggerisce il suo nome, è di protesta. L'altro era Andrés Contreras, "El juglar de los caminos", veterano cantante delle gesta zapatiste che ha intonato anche alcune strofe contro i governi e la Chiesa cattolica reazionaria, incluso i due ultimi papi.

Nel suo meno noto ruolo di conduttore radiofonico, attività che svolge molto bene, il subcomandante Marcos ha dato voce "ai senza voce", così che la stazione radiofonica molto ascoltata dell'Università Autonoma di Queretaro ha potuto offrire anche huapangos, musica di Juanga, sorprese ai suoi ascoltatori.

Una donna ñahñú ha parlato del trattamento che subisce quotidianamente per le strade di Queretaro. Una studentessa universitaria ha invitato ad opporsi alle pratiche maschiliste ampiamente invalse qui e nel resto del paese. Alla radio si è discusso di anarcofemminismo, del ruolo della donna nelle lotte di liberazione nazionale, del diritto di decidere della propria vita e del proprio corpo e delle pratiche di un femminismo indigeno e contadino.

Riempiendo di fumo e cenere la stazione del programma Sonido Rebelde, che normalmente trasmette la radio, il subcomandante Marcos ha mandato un saluto speciale alle prigioniere politiche in Queretaro e nel resto del paese, ed un altro alle lavoratrici del sesso. Durante il programma di Radio Insurgente, alla radio sono giunte decine di telefonate con messaggi e saluti.

Una delle partecipanti al programma condotto da Marcos ha deplorato il ruolo delle "false leader", come Marta Sahagún in Fox, che degradano le rivendicazioni femminili nel paese. Un'altra ha parlato dei maltrattamenti del suo compagno e padre di sua figlia, come dell'ostilità del personale medico quando ha partorito, a causa dei suoi tatuaggi e al del suo aspetto decisamente punk.

Alla fine del programma speciale, il delegato Zero ha condotto un meeting di universitari nella spianata del rettorato. Dopo aver ascoltato circa 30 oratori, davanti a più di un migliaio di studenti, accademici e impiegati amministrativi, il subcomandante Marcos ha letto un messaggio delle anarchiche, "compagne che così si esprimono in questo giorno", ha detto: 'Alle donne, l'unità ci sta costando la vita. Siamo maltrattate, pugnalate, bastonate. Molte di noi scoprono la sessualità attraverso i bassi istinti di qualche depravato, come le bambine abusate delle denunce fatte dagli attivisti per i diritti umani, come quelle assassinate di Ciudad Juárez".

Il delegato zapatista ha ringraziato per le "lezioni di ribellione" qui ricevute attraverso il considerevole malcontento degli studenti di questa università.

Con i sindacalisti in resistenza

Questo martedì l'altra campagna ha incontrato i sindacalisti, in particolare i licenziati della Uniroyal. È stata una riunione emozionante e ricca di proposte, sul terreno minato delle nuove pratiche istituzionali in relazione ai diritti del lavoro. Il segretario di "Lavoro e Conflitti del Sindacato Nazionale dei Lavoratori della Uniroyal" ha raccontato della sede del sindacato: "L'abbiamo strappata ai charros della CTM". Ha aggiunto che "il comitato esecutivo capeggiato da Jesús Sánchez Cristóbal ci tradì vilmente, in combutta con la multinazionale francese Michelin, simulando una chiusura di due impianti e licenziando 650 lavoratori. Firmarono alle nostre spalle la chiusura ed un contratto capestro che garantiva che l'impresa potesse riaprire senza rispettare la legge dell'industria della gomma".

Ora chi lavorano in questo impianto è sottoposto ad un brutale sfruttamento, "con salari da miseria, giornate obbligatorie di 12 ore senza diritti fondamentali. Questo contratto capestro cancella perfino il diritto di sciopero, con la complicità di quelli che erano i consulenti giuridici del sindacato, gli avvocati di nome Calleja, un clan di gangsters guidato dall'ex ministro della Corte Suprema, Juan Moisés Calleja, il principale avvocato della CTM. Firmarono questo contratto invece di opporsi al nostro licenziamento, quando si suppone che avrebbero dovuto difenderci".

Dopo la chiusura simulata dell'impresa, ha aggiunto il dirigente della Uniroyal, "fecero lo stesso con i compagni della Goodyear Oxo, dove anche lì la CTM li tradì. Gli stessi Calleja erano i rappresentanti legali e l'impresa, in questo caso gringa, licenziò 1.354 lavoratori. Poi c'hanno provato con i compagni di Euskadi, ma lì si sono scontrati contro un muro, perché lì non c'erano i Calleja, ma c'era un sindacato democratico, indipendente e di lotta, con rappresentanti onesti, che fecero uno sciopero che è stato d'esempio per tutti noi.

Tutti sappiamo come finì quello sciopero di tre lunghi anni. Ora sono comproprietari di quell'impianto, il più moderno del paese e dell'America Latina. Un trionfo storico. Oltre che incoraggiarci con la loro esperienza di successo, i compagni di Euskadi ci hanno aiutato a riorganizzarci. Ci siamo riorganizzati, abbiamo chiesto di rimetterci insieme, contro i charro, ed abbiamo recuperato i nostri beni sindacali. Abbiamo nominato una nuova rappresentanza sindacale".

Juan Pablo Mendoza, membro del Sindacato dell'Università Autonoma di Queretaro, ha rivendicato la lotta dei minatori ed ha fatto riferimento al forum organizzato per i licenziati della Uniroyal. Ha citato alcuni esempi di precarietà in Querétaro, come le donne nelle maquiladoras che lavorano in condizioni disumane e la situazione di usurpazione nei municipi della Sierra Gorda. Ha sottolineato che il Congresso del Lavoro ed i deputati non soddisfano le richieste del mondo del lavoro, così come i sindacati corporativi, "un altro male del movimento operaio che attenta alle libertà democratiche, perché attaccare la contrattazione collettiva non ha supporto legale".

Secondo Mendoza, fare sindacalismo è difficile in Queretaro a causa del governo panista "che è filo CTM". I lavoratori "sono oppressi dai loro stessi sindacati".

Enrique Gómez, del Partito Operaio Socialista, organizzazione molto vicino alla lotta di Euskadi, ha sottolineato "il recupero dei beni sindacali e la lotta contro i charros della CTM che pretendevano di svendere il movimento. La disputa per il controllo dell'assemblea fu il centro della lotta. Arrivò un gruppo armato, inviato dalla Confindustria, che minacciò i lavoratori che se avessero proseguito, li avrebbero sistemati".

Ha ricordato che i lavoratori viaggiarono in tutto il paese per denunciare la repressione della Michelin. "Questa è una delle prime compagnie nella produzione di copertoni, con 30 mila lavoratori, e non gli importò trasferire gli impianti in altri posti né licenziare questi lavoratori. Michelin attualmente continua a funzionare ma con un altro nome. È necessario continuare a lottare contro le multinazionali".

Citando il caso di Pasta de Conchos, dove i minatori preparavano uno sciopero contro le condizioni precarie di sicurezza ed il supersfruttamento a rischio delle loro vite, ha detto: "Il governo vuole gettare una cortina di fumo su questo caso, occultando la sua responsabilità per la morte dei minatori". Ha affermato che l'altra campagna "getta le basi per creare un movimento nazionale ed internazionale contro il capitalismo che è il principale responsabile", ed ha proposto, come nel caso di Euskadi, "l'espropriazione delle fabbriche, perché i capitalisti violano la Costituzione". Anche Pasta de Conchos deve essere espropriata, "prima che la compagnia la chiuda di nascosto".

Esteban Hernández, rappresentante dei lavoratori licenziati di Tornel, ha sottolineato un'altra volta l'intrallazzo della CTM con i padroni. "La politica di licenziare e travolgere i nostri diritti e punire sono il pane quotidiano. Ora, con meno personale, si produce la stessa quantità di copertoni; questo significa supersfruttamento. Tre anni fa iniziammo la lotta per democratizzare il sindacato e ci licenziarono".

Un altro lavoratore della Uniroyal, Octavio Ramos Luna, ha esteso l'accusa di umiliazioni di impresari e charros al presidente Vicente Fox che, quando aprirono il nuovo impianto con un altro nome, "arrivò dicendo che si stavano aprendo nuove fonti di impiego, ma non era vero. Molti compagni si depressero. Presto o tardi calpesteranno anche gli altri lavoratori".

Manuel Luna Sánchez, dello stesso sindacato, ha precisato che non furono solo 600 i licenziati, "ma più del doppio, perché sono stati colpiti i nostri figli, limitando il loro diritto all'istruzione, alla salute e ad altri diritti. Alla nostra età è difficile trovare lavoro".

Alfonso Joel Sánchez, dirigente del Sindacato dei Lavoratori al Servizio dei Tre Poteri di Queretaro, ha affermato davanti al delegato Zero: "Noi lottiamo per riscattare i principi del sindacalismo. Siamo 4 mila lavoratori e rispettiamo il vostro modo di pensare. C'è costato convincere i compagni che la nostra lotta è di scontro con questo regime. Siamo cresciuti in consapevolezza, anche se manca ancora tanto. I compagni della Uniroyal ci danno motivo di andare avanti".

(tradotto dal Comitato Chiapas "Maribel" - Bergamo)

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