La Jornada – Mercoledì 8 novembre 2006
Dal 2004 si oppongono con mobilitazioni e blocchi alla voracità degli industriali
Ejidatari di Zacatecas sconfiggono gli assalti di costruttori e industrie minerarie
Marcos: il Fronte Ampio Progressista chiede che noi ci mettiamo i morti e loro i legislatori
HERMANN BELLINGHAUSEN

Ejido la Tesorera, Zacatecas, 7 novembre - Con le compagnie costruttrici e minerarie che dal 2004 stanno cercando di farli fuori, a questi ejidatari succede come nella canzone Sueño con serpientes di Silvio Rodríguez: ne ammazzano uno e ne compare un altro più grande. Non appena si è tolta di mezzo l'industria Plata, legata all'allora governatore perredista Ricardo Monreal, è arrivata la compagnia Rivera y Rivera, ancor più aggressiva. Sono riusciti a sconfiggerla, agli inizi di questo anno, anche con mobilitazioni, blocchi e negoziazioni mal sopportate dalle autorità. Ora su di loro incombe la Minera Company, filiale del gigante Peñoles, "il re dell'arsenico collaterale", che sembra venire per tutto; se riesce a passare, sarà la fine dell'ejido.

Un finale che non si è consumato grazie anche, come si legge su uno striscione che oggi accoglie il delegato Zero, "La Tesorera si è ormai svegliata". Da che cosa? Da una lunga agonia che illustra come pochi casi l'effetto distruttivo della modernizzazione neoliberale, montata sul disastro rurale e sull'esodo in massa di contadini verso il nord della frontiera, quella maledizione zacatecana che ha fatto dello stato il primo "produttore" di emigranti, al punto di avere più gente sua negli Stati Uniti (circa 2 milioni) che in Zacatecas, dove la popolazione si aggira intorno al milione e mezzo, e 38 municipi hanno tassi di crescita inferiori allo zero.

Un ex-emigrante ha detto nella riunione degli aderenti della Sesta Dichiarazione della Selva Lacandona nel patio di una modesta casa privata: "Perché (Vicente) Fox dice che c'è meno disoccupazione e non ne spiega la ragione? Perché noi troviamo lavoro negli Stati Uniti. Qui non c'è lavoro, ma questo non lo dice".

Un anziano ha affermato: "Non lasceremo che rovinino il poco che ci resta. Lottiamo non più per noi, ma per i nostri figli ed i loro figli, anche se adesso non sono qui. Con le imprese costruttrici siamo stati sul punto di andarcene. Ci hanno fatto male. E quelli che hanno partecipato alla battaglia elettorale non li abbiamo più visti venir qua a chiedere che cosa ci manca, in che cosa possono esserci utili".

Fondata nel 1765, nel periodo di splendore dell'argento di Zacatecas, "era una comunità molto tranquilla", dice un ejidatario. Tutto ciò è cambiato con l'arrivo dell'impresa costruttrice Plata, di proprietà di Luis Humberto Godoy, presunto prestanome dell'allora governatore Monreal. La società si "sistemò" col commissario ejidale per estrarre ghiaia e granito, a sua volta prodotto dell'antico sfruttamento minerario, per costruire l'autostrada Zacatecas-San Luis Potosí, che passa a breve distanza. Una delle donne che hanno parlato davanti a Marcos ha dichiarato: "La Tesorera ha fatto la strada per San Luis. È stata la nostra pietra, la nostra acqua, la nostra terra. Non l'hanno fatta le imprese, né la governatrice (Amalia García)".

Di fronte all'andirivieni di camion pesanti che ad ogni viaggio si portavano via 30 tonnellate di roccia proprietà dell'ejido, la gente si è organizzata per fermarli. A metà del 2004 hanno fatto ricorso alla Procura Federale del Consumatore ed alle autorità locali; dopo un periodo di indifferenza, alla fine gli ejidatari sono stati ascoltati e Plata si è ritirata. Ma solo perché arrivasse Rivera y Rivera, impresa che oltre ad estrarre roccia, ha installato un impianto di produzione di asfalto che ha provocato un grave inquinamento ambientale.

Le esplosioni dell'impresa hanno danneggiato le abitazioni, le vie respiratorie ed il sistema nervoso di bambini e donne. Si calcola che ci siano mille viaggi di camion carichi di roccia attraverso l'ejido. Gli abitanti hanno così deciso di bloccargli il passaggio, e dopo che nel novembre del 2005 la Polizia Statale aveva tentato di sgomberarli con gas lacrimogeni e tenute antisommossa, il governo ha ritirato la ditta costruttrice.

Ad ogni vittoria dell'adesso organizzata comunità, arriva una nuova sfida. Minera Company pretende lo sfruttamento intensivo di minerali su un'area di 12 chilometri. Questo farebbe sparire queste terre. Contro di ciò mira la nuova resistenza. "Ci hanno divisi, pagano ma non quanto basta". Nel 1994 è nata l'Associazione Civile Ya Basta per resistere alle condizioni di abbandono. È un villaggio tipicamente di espulsi: strade deserte, donne sole, bambini ed anziani. Il Procede è arrivato nel 1996 e davanti al bisogno, molti ejidatari vendettero le loro proprietà. Ciò nonostante, la resistenza si è estesa, come lo prova la presenza alla riunione dell'altra campagna di rappresentanti di Noria de Angeles, Santa Elena, Nigromante, La Blanca, Troncoso e Tacoaleche.

Il subcomandante Marcos ha sottolineato che La Tesorera e Tacoaleche sono eccellenti esempi di quello che fa il neoliberalismo. "C'è il paradosso che si spopola il luogo e contemporaneamente si sta ripopolando. Il capitalismo arriva in un posto, lo distrugge, lo spopola, lo risistema e ripopola". In questo caso si tratta di distruggere l'ejido e la terra comunale, e ricavarne braccianti agricoli per le nuove grandi tenute.

"È un bene che siamo venuti a scoprire Zacatecas, per farla finita una volta per tutte con l'argomento idiota di chi ancora desidera che forse gli zapatisti o l'altra campagna possano coincidere col movimento del PRD. Non solo non abbiamo niente a che vedere con loro, ma loro stanno chiaramente dall'altra parte. Davanti alle denunce di quello che succede col governo di Amalia García e prima di Monreal, è necessario rimarcarlo perché chi insiste nel confonderci con loro, dimentica che quei ladri dirigono la presunta sinistra del Fronte Ampio Progressista, nel quale ci invitano perchè noi ci mettiamo i morti e loro i deputati e i senatori. Noi non andiamo per questa strada", ha concluso Marcos.

(tradotto dal Comitato Chiapas "Maribel" - Bergamo)

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