La Jornada – Martedì 7 novembre 2006
Rassegna degli articoli principali

Cinque organizzazioni rivendicano le esplosioni

Rivendicando la paternità delle esplosioni nel tribunale elettorale, nella sede nazionale del PRI ed in una succursale bancaria, diverse organizzazioni armate rivoluzionarie hanno annunciato che queste azioni "politico-militari" si estenderanno alle 40 principali industrie nazionali e transnazionali, così come contro le istituzioni politiche e governative "false" che hanno finanziato ed attuato la "frode di Stato" e che stanno dietro la "violenza istituzionalizzata neoliberale" intrapresa contro il popolo del Messico.

La APPO si dissocia dalle bombe esplose nel DF

L'Assemblea Popolare dei Popoli di Oaxaca (APPO) si è dissociata dalle esplosioni avvenute a Città del Messico ed ha ribadito la sua richiesta di un dialogo diretto col presidente Vicente Fox; nel governo di Ulises Ruiz si è assicurato che non ha potuto chiedere licenza perché i gruppi di potere di fatto nello stato lo pressano per adempiere agli impegni presi dal momento della sua candidatura. Questo, hanno affermato, ha ritardato la sua uscita dal governo.

ONG: sembra che la PFP non sia venuta a ristabilire pace e tranquillità, ma il contrario

Dall'inizio del conflitto nella città di Oaxaca, più di 150 giorni fa, sono morte 17 persone per i diversi fatti di violenza verificatisi nella capitale; sei sono morte tra il 27 ottobre e ieri. Questi dati appaiono nell'ultimo aggiornamento di un elenco che diverse organizzazioni sociali hanno realizzato riguardo a persone arrestate, scomparse, ferite e morte.

(a cura del Comitato Chiapas "Maribel" - Bergamo)

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