La Jornada - Sabato 7 ottobre 2006
Nella Sierra del Chiapas non ci sono strade né c'è modo di sopravvivere
ANGELES MARISCAL - CORRISPONDENTE

Tuxtla Gutierrez, 6 ottobre - Nel Sierra del Chiapas ci sono ancora comunità isolate; le imprese costruttrici si sono ritirate per le condizioni a rischio nella zona ed in alcuni punti il rimboschimento non è neanche iniziato. "Non ci sono ponti, non ci sono strade né i mezzi per sopravvivere", dice l'Altra relazione della ricostruzione, elaborata da rappresentanti delle comunità che un anno fa hanno subito la furia dell'uragano Stan.

Nei municipi di Bejucal de Ocampo, El Porvenir, La Grandeza, Mazapa de Madero, Motozintla e Siltepec sono 734 comunità i cui 123.932 abitanti sono in una situazione di grave emarginazione.

Nel maggio scorso, a causa dell'oblio in cui si trovavano, gli abitanti di queste zone hanno deciso di formare il Coordinamento dei Commissari Ejidali, Agenti Municipali ed Organizzazioni Sociali del Sierra Madre del Chiapas. Così hanno cominciato a restaurare le sue comunità e riassestare l'ecologia.

Giovedì scorso, presentando l'Altra relazione nella località di Belisario Domínguez, municipio di Motozintla, hanno spiegato che "non si nega che ci sia stata ricostruzione, ma è troppo poca. A prima vista si può vedere che tutta l'opera si è incentrata nella ricostruzione della strada statale, ma nelle comunità più appartate, dove la povertà è estrema, non si sono ricostruiti ponti, neanche provvisori, muri di contenimento, scuole, guadi e neanche le scuole".

"In Siltepec, non siamo neanche al 20 per cento della ricostruzione"

Nel municipio di Siltepec, per esempio, non siamo neanche al 20 per cento delle opere di ricostruzione - ha detto Efigenio Morales Carvajal. Nelle comunità 23 de Abril e San Fernando las Nubes i bambini non sono tornati a scuola e le condizioni di benessere e sviluppo si limitano alla sussistenza.

Hanno spiegato che la ricostruzione degli strade non avanza: "esistono comunità alle quali non si può ancora accedere per la mancata pulizia dell'alveo dei fiumi e per la mancata apertura di strade. Non ci sono ponti e quindi adesso che siamo nella stagione delle piogge, varie imprese hanno lasciato lì abbandonate le opere e lavorano con poco personale".

Gli agenti municipali hanno confermato che alcune imprese hanno abbandonato le opere, "se ne sono andate col 30 per cento di anticipo".

Edelmiro López, presidente della Federazione Indigena Ecologica del Chiapas, ha denunciato che una delle situazioni più gravi è la distruzione delle culture di caffè e di mais e fagioli degli abitanti del Sierra.

Secondo un studio realizzato in 150 comunità della Sierra, tra il 60 e l'80 per cento delle coltivazioni di caffè sono state perse come risultato delle slavine. Questa situazione non è cambiata, perché i fondi statali e federali per il recupero della capacità produttiva sono arrivati solo a pochissime comunità.

Nella riunione, a cui erano presenti 396 comunità, è stato detto che in generale l'avanzamento della ricostruzione non ha raggiunto neanche il 40 per cento.

(tradotto dal Comitato Chiapas di Torino)

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