Una testimonianza diretta sulla repressione poliziesca contro la libertà di stampa e la Otra Campaña a Oaxaca
A seguito della manifestazione di solidarietà con i migranti negli Stati Uniti del Primo Maggio, poliziotti in abiti civili hanno arrestato illegalmente due giornalisti di Narco News ed altre cinque persone
James Daria e Dul Santamaría - La Brigata Ricardo Flores Magón per Narco News da Oaxaca - 7 maggio 2006

Lunedì primo maggio hanno avuto luogo i festeggiamenti annuali per il giorno dei lavoratori nella città di Oaxaca, Messico. Quest'anno, tuttavia, è stato diverso poiché migliaia di lavoratori hanno manifestato la loro solidarietà con i lavoratori-migranti Messicani e Latinoamericani in generale che vivono negli Stati Uniti (i quali, anche loro, hanno manifestato in centinaia di migliaia, a nord della frontiera), e per il boicottaggio delle imprese statunitensi. Molti cortei sono stati organizzati dalle diverse organizzazioni dei lavoratori e sociali di Oaxaca. Il più grande è stato quello organizzato dalla Sezione 22 del Sindacato Nazionale dei Lavoratori dell'Educazione. Era presente anche un cospicuo numero di organizzazioni, aderenti e simpatizzanti dell'Altra Campagna Zapatista.

Il corteo principale è partito intorno alle 10 del mattino dal Mercato dei Fiori ed ha attraversato la città per terminare nella piazza centrale, lo Zócalo. Quando il corteo è passato davanti alle compagnie statunitensi e multinazionali, alcuni manifestanti più radicali si sono staccati dal corteo per "chiudere" simbolicamente gli esercizi commerciali, "attaccandoli" con vernice, pietre e scritte. Un McDonald's, una concessionaria Volkswagen e varie banche sono state "chiuse" in segno di rifiuto dei prodotti statunitensi e stranieri in generale. Scritte di solidarietà con i lavoratori emigranti e con il boicottaggio contro gli Stati Uniti sono comparse in tutta la città.

Il corteo ufficiale è terminato nello Zócalo dove sono stati fatti i discorsi usuali. Mentre le organizzazioni dei lavoratori tradizionali riempivano la piazza, il contingente dei simpatizzanti dell'Altra Campagna ha svoltato l'angolo e proseguito su Macedonia Alcalá, il passeggio pedonale dei turisti, verso il consolato statunitense. Alcuni manifestanti hanno attaccato un Burger King imbrattando le finestre di vernice color sangue ed appiccicando sui vetri cartelli che dicevano "chiuso". Al passaggio del corteo le saracinesche si abbassavano per proteggere i negozi: il Fast Food era realmente chiuso. Più che una vittoria simbolica per i manifestanti, la "chiusura" di questi esercizi è servita per contribuire al boicottaggio contro le compagnie straniere che sfruttano i lavoratori in tutto il mondo e per causare perdite a queste compagnie.

La marcia si è conclusa ad un isolato dalla chiesa di Santo Domingoe di fronte al centro commerciale che ospita il consolato degli Stati Uniti. L'edificio mostrava segni di proteste precedenti e c'erano cartelli e striscioni in inglese e spagnolo con le rivendicazioni dei manifestanti. I simpatizzanti dell'Altra Campagna hanno appeso strisioni sulle pareti dell'edificio che accusavano gli Stati Uniti di razzismo e discriminazione. Con l'arrivo di un altro gruppo di manifestanti, le organizzazioni aderenti all'Altra Campagna si sono allontanate tranquillamente dirigendosi verso lo Zócalo per unirsi al resto della manifestazione. Durante il corteo non sono stati compiuti arresti.

Repressione Poliziesca

Reporter di Narco News sono stati presenti tutto il giorno per documentare gli eventi. Dul Santamaría ha partecipato al corteo mentre James Daria ha scattato fotografie dall'esterno del corteo. Dopo un ora , i due hanno lasciato lo Zócalo incamminandosi su calle 5 de Mayo; si trovavano vicino all'angolo con Hidalgo quando sono stati intercettati da poliziotti in abiti civili.

James è stato bloccato da dietro da un uomo in abiti civili che gli ha afferrato lo zaino e l'ha spinto contro una parete. Altre 8 persone, anch'esse in abiti civili, hanno spinto i due dietro l'angolo di un edificio per nascondersi alla vista dei passanti. Un uomo ha cercato di aprire lo zaino di James con la forza dicendo che voleva la macchina fotografica digitale con la quale aveva scattato le foto. James ha stretto la macchina fotografica e non gli ha permesso di prenderla. James ha proposto all'uomo di consegnargli la scheda di memoria con tutte le foto in cambio del loro rilascio. L'uomo ha accettato e James gli ha dato la batteria. L'uomo ha preso la batteria pensando che fosse la memoria e James è stato sbattuto violentemente contro la parete da tre uomini che gli torcevano un braccio dietro la schiena. Le foto non sono mai cadute nelle nelle mani dalla polizia. James diceva all'uomo che gli stava facendo molto male ma l'uomo ha risposto di non preoccuparsi perché non gli avrebbe lasciato segni, per non lasciare delle prove.

Nel frattempo Dul è stato bloccato da una donna che l'ha afferrato per il braccio destro, torcendoglielo dietro la schiena. Questo braccio era ingessato per una recente frattura alla mano. La donna in abiti civili gli ha torto la mano ferita fino a causargli un dolore fortissimo e Dul ha gridato di dolore dicendo alla donna che stava facendole molto male. Dul non ha mai opposto resistenza, ma questo alla donna non interessava. Per farla smettere un ufficiale in uniforme della polizia turistica ha quindi afferrato brutalmente Dul trascinandolo verso un furgone della polizia. Dul ha subito spintoni ed insulti verbali perché non riusciva a salire rapidamente sul furgone a causa delle condizioni della sua mano.

James e Dul sono stati circondati da persone che non erano in uniforme e che non si sono mai identificati come ufficiali della polizia. Quando hanno chiesto perché li avessero fermati, gli aggressori hanno risposto perché erano responsabili delle scritte realizzate durante il coteo, cosa che è completamente falsa. Le accuse erano assurde in particolare per Dul, poiché non gli era possibile scrivere con la mano destra ingessata. Gli ufficiali di pubblica sicurezza in abiti civili li hanno consegnati alla polizia turistica obbligandoli a salire su un furgone. A questo punto la polizia non aveva ancora preso i cellulari dei giornalisti e durante il tragitto verso la stazione di polizia di Santa María Coyotepec hanno potuto fare alcune chiamate ed inviare messaggi per avvertire i loro amici ed i membri della comunità Oaxaqueña del loro arresto. Grazie alla solidarietà di molta gente che ha aiutato i due giornalisti, organizzazioni legali e umanitarie sono state così avvertite.

Alle 1:50 circa, nella parte ovest della città, vicino alla chiesa di La Soledad, due studenti universitari ed un'insegnante di nazionalità statunitense sono stati arrestati in maniera simile. Jessica Amber Seares, di Saugarties, di 31 anni, proveniente da New York; Hillary Chase Lowenberg, 21, di Bethesda, Maryland; ed Andrew William Saltzman, 21, di Gates Mills, Ohio, erano a Oaxaca come parte di un gruppo di studenti universitari che studiano i movimenti sociali in Messico. Jessica Amber Seares e Hillary Chase Lowenberg stavano osservando il corteo principale aa distanza fino al consolato statunitense. Poi sono andate verso lo Zócalo dove hanno raggiunto il loro amico Andrew William Saltzaman che non aveva visto il corteo perché si era perso. Gli studenti volevano vedere la manifistazione in quanto attinente ai loro studi.

Nello Zócalo un uomo ben vestito ha avvicinato Andrew, che porta capelli lunghi e sembra un hippy, cerando di vendergli della droga. Andrew ha rifiutato e si è allontanato a piedi, pensando che l'uomo poteva essere un poliziotto in borghese. I tre studenti dopo il corteo hanno lasciato lo Zócalo per andare a mangiare un gelato sui gradini della chiesa di La Soledad. In calle de Independencia, Andrew e Jessica sono stati afferrati da tre uomini in abiti civili che non si sono mai identificati come poliziotti. Hanno gridato e, secondo il loro racconto, gli uomini hanno fatto cenno ad un vigile urbano affinché chiamasse qualcuno ed in breve tempo sono arrivati due furgoni con almeno cinque poliziotti in divisa. Andrew e Jessica sono stati trascinati sui gradini della chiesa. A questo punto anche Hillary è stata afferrata mentre osservava spaventata quello che ha pesanto fosse un sequestro. Quando ha chiesto cosa stesse succedendo, gli aggressori hanno risposto che erano responsabili delle scritte e degli atti di vandalismo e che c'erano prove fotografiche che lo documentavano. Queste accuse sono state fabbricate dalla polizia per giustificare l'arresto. Le due donne sono state obbligate a salire a bordo di un furgone ed Andrew su un altro. I poliziotti in divisa gli hanno coperto la testa con la sua stessa maglietta prima di "infilarlo" violentemente sul furgone il cui pavimento era coperto di scudi antisommossa. Poi sono stati trasferiti al quartiere generale della polizia statale preventiva in Santa María Coyotepec.

Più o meno contemporaneamente a sud dello Zócalo in calle Miguel Cabrera, di fronte al mercato 20 de Noviembre, due giovani di Oacaxa che avevano partecipato pacificamente alla marcia, Moisés Altamirano Bustos, di 23 anni, ed Asabais López Cortés, di 24, venivano fermati da due poliziotti in abiti civili. I due giovani hanno fatto resistenza perché i due uomini non si erano identificati come poliziotti. Sono stati chiamati rinforzi ed i due giovani manifestanti sono stati violentemente immobilizzati da un gruppo costituito da 10, 15 ufficiali in divisa. Secondo il loro racconto i due giovani sono stati picchiati dalla polizia ed hanno subito abusi fisici durante il loro arresto. Anche i due sono stati portati alla prigione di Santa María Coyotepec, accusati di vandalismo contro la concessionaria della Volkswagen. Il giornalista Dul Santamaría ricorda di averli visti nel corteo. I due giovani camminavano tranquillamente e non hanno commesso atti di vandalismo né graffiti. I due erano erano vestititi in abiti punk ed una volta in prigione hanno detto a James di essere stati scelti probabilmente per il loro abbigliamento.

I sette arrestati sono stati accusati di vandalismo e distruzione di proprietà privata nonostante la mancanza di prove. James, Dul, Andrew, Jessica e Hillary furono accusati di aver danneggiato il Burger King e due abitazioni private. Moisés ed Aabais sono stati accusati di aver compiuto atti vandalici contro la concessionaria Volkswagen. Dopo gli arresti la polizia si è recata in ogni posto colpito per avvisare i padroni o impiegati che i responsabili erano stati già arrestati ed erano detenuti. Hanno chiesto loro di andare alla stazione di polizia per firmare i documenti che confermavano la colpevolezza degli arrestati. La polizia non ha presentato alcuna prova ai rappresentanti degli edifici danneggiati ma hanno solo assicurat loro che i detenuti erano i responsabili. La polizia ha cercato di chiudere rapidamente il caso ingannando i quattro statunitensi e la messicana affinché firmassero un documento e pagassero una multa che avrebbe chiuso il caso senza conseguenze penali. Ma dopo aver ricevuto assistenza legale, nessuno dei cinque ha firmato i documenti ed hanno contestato le false accuse a loro carico. Se avessero firmato quei documenti ci sarebbero state conseguenze legali per le vittime innocenti. È da notare che la polizia non ha eseguito nessun altro arresto in relazione ai fatti sopra citati ma ha arrestato solo passanti innocenti, come ha poi dimostrato la procedura legale.

È importante citare come la polizia ha agito durante e dopo il corteo. Durante la manifestazione , la polizia non ha arrestato nessuno né commesso alcun tipo di aggressione. Si è limitata a filmare e scattare foto infiltrandosi nella marcia. Mentre la maggioranza della gente era riunita nello Zócalo, agenti senza divisa si infiltravano in piccoli gruppi di presunti manifestanti, fuori della vista dei passanti. Nei tre casi gli arrestati sono stati violentemente fermati da gruppi di persone che non si sono identificati come polizia ma stavano evidentemente lavorando in coordinamento con la polizia in divis. In questo caso lo stato non ha cercato di scontrarsi frontalmente con i manifestanti con grandi schieramenti di polizia in tenuta anti-sommosa, ma ha utilizzato piccole unità di tipo paramilitare, in abiti civili che rapidamente bloccavano i sospetti senza richiamare l'attenzione pubblica. E lo Stato ha sufficiente potere per manipolare e costruire prove e disseminare le sue menzogne attraverso mezzi di comunicazione che lui controlla.

Dentro e fuori della prigione

Tutti gli arrestati ingiustamente accusati sono stati portati nella prigione della polizia preventiva dello Stato di Oaxaca a Santa Maria Coyotepec. Mentre erano in prigione i detenuti hanno creato rapidamente un vincolo di unità e solidarietà per potere sopravvivere alla situazione. Le vittime innocenti della violenza statale sono stati quindi portati in due posti diversi ed hanno finito per passare la notte di lunedì nella prigione del Ministerio Público statale a San Antonio de la Cal. Grazie alla mancanza di prove ed alla pressione locale, nazionale ed internazionale tutte le accuse contro i sette alla fine sono state ritirate. I cinque stranieri sono stati rimessi in libertà, senza pagare nessuna cauzione, attorno alle nove di sera di martedì 2 maggio. Siccome non avevano lo stesso rappresentante legale, Moisés ed Asabais hanno fatto un accordo con la concessionaria Volkswagen. La compagnia ha ritirato le accuse in cambio del pagamento dei danni. Il costo dei danni era molto più basso della cauzione ed i due giovani hanno pensato che l'accordo era meglo che restare in prigione. Sono stati rilasciati intorno alle 3:30 del pomeriggio di mercoledì 3 maggio. Tutte le accuse contro i sette sono state ritirate e non ci dovrebbero essere ulteriori complicazioni legali.

Nessuno dei sette innocenti avrebbe potuto uscire di prigione e sfuggire al braccio repressore dello stato senza l'aiuto e la solidarietà generosamente offerta dalle varie persone ed organizzazioni che li hanno aiutati. La Red Oaxaqueña Zapatista, Radio Planton, Enlace Zapatista e Narco News sono stati molto efficienti nel diffondere la notizia dell'arresto a diverse organizzazioni umanitarie. L' Universidad de la Tierra ha fornito un'assistenza incredibile e molte persone hanno portato ai "prigionieri" acqua, cibo, vestiti ed appoggio morale. Gli avvocati coinvolti hanno prestato un'assistenza legale meravigliosa portando al ritiro di tutte le false accuse ed alla liberazione rapida degli accusati. E si devono ringraziare anche tutte quelle persone che non conosciamo e che in qualche modo ci hanno aiutato.

(tradotto dal Comitato Chiapas "Maribel" - Bergamo)

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