La Jornada – Venerdì 6 ottobre 2006
Corridos e ballate percorrono Oaxaca
L’ispirazione poetica e musicale alimenta il movimento

HERMANN BELLINGHAUSEN - Inviato

Oaxaca, Oax., 5 ottobre - Il movimento magistrale e popolare ha sparato l'idiosincrasia poetica e musicale degli oaxaqueñi e, grazie alla sua modesta ma ingegnosa appropriazione della tecnologia, la sua voce va in onda. Dalle prime ore seguite al fallito sgombero del presidio dei maestri da parte della polizia il 14 giugno, canzoni, corridos, cumbie e ballate percorrono case, strade e mercati. Sono ormai onnipresenti, contagiose, collettive.

Nelle feste di strada proliferate nei giorni seguenti, mentre nasceva l'APPO ed il movimento dei maestri della sezione 22 del SNTE compiva una svolta importante, il cantante Uriel Montiel, chitarra in mano, lanciava quello che è diventato subito l'inno della lotta: Oaxaca debes de levantarte/Oaxaca vamos a luchar/por los niños/la paz/por la humanidad/por tu libertad. Questa veemenza iniziale fa ormai parte della memoria di adulti e bambini.

"L'insurrezione radiofonica" ha molto a che vedere nella diffusione popolare del nuovo volto locale nella resistenza, ma anche le decine di banchetti che vendono compact-disk e DVD a 10 e 20 pesos, con la musica e le immagini di quello che è successo e continua a succedere qui.

Presto seguiría Pablo Jacinto, con il suo Corrido del 14 de junio, e la Rondalla Magisterial di Armando Guzmán ha arricchito il repertorio interpretando i suoi pezzi con voce sottile e chitarre sempre presenti a manifestazioni e meeting.

Questa sera stessa, mentre si aspettano notizie dalle tavole e controtavole al Governo, il maestro Guzmán ha intonato nel chiosco dello zocalo il suo famoso Al son de la victoria: Vamos todos a cantar/esta frase popular/como dice la canción/ya cayó ya cayó. /Alegra tu corazón /barricadas de colores /gracias pueblo por tu amor. /Presidentes y colonos/cacerolas y mandilones/palmas palmas a Oaxaca/APPO con sus profesores./Si tú estás del otro lado/ven conmigo a la razón./Oaxaca, tú eres ejemplo/de todita la nación.

Sentimenti in cui si incrociano sacrificio, allegria, eroismo ed indignazione si rispecchiano in decine di composizioni nuove e storiche, dal simbolo oaxaqueño Dios nunca muere e la rivoluzionaria Carabina 30-30, fino agli scomparsi José de Molina e Amparo Ochoa, e l'insuperabile trova latinoamericana dei '70 che, tra altre, ha regalato l'inno definitivo al movimento locale con Venceremos (Desde el hondo crisol de la patria/se levanta el clamor popular...).

Raccontata e riraccontata in versi, canzoni, documentari fatti in casa e testimonianze divenuti materiali permanenti, l'esperienza di questa lotta, sulla quale oggi pende la spada di Damocle in uniforme da marinaio e poliziotto, è radicata nella coscienza collettiva. Da Radio Palntón a Radio Universidad, la Televisione e la Radio Cacerola, poi Radio APPO ed ora La Ley del Pueblo, gli oaxaqueñi vivono a voce alta.

Speciale popolarità godono le cumbie di Che Luis, La megamarcha, El desalojo, Levántate oaxaqueño e La cumbia magisterial. "Si salimos a la calle /sí señor /a luchar por ese anhelo /sí señor /lograremos ese cambio /sí señor /que pide y exige el pueblo".

Víctor Gómez Albores, altro cantautore del momento, in Viva la resistencia dice che il popolo si è svegliato ed invita a far sentire la propria voce: "Que se te oiga tu voz, maestro/levanta tu brazo gigante./Libera este pueblo nuestro/del déspota gobernante./Hasta la victoria siempre/resiste y sigue adelante".

Circola anche un inno della costa: " Arrincónamela para arriba/arrincónamela para abajo/arrincónamela vida mía/arrincónamela, sí, pa bajo", e intonano: "Ay, ay, ay, india del alba/este gobierno no entiende/nuestro pliego petitorio./Como ellos ganan millones/detrás de un pinche escritorio/cuando vayan a Pochutla/les voy a hacer su velorio".

L’instancabile “juglar de los caminos”, Andrés Contreras, percorre le vie di Oaxaca spingendo il suo caratteristico "diablito" con altoparlanti e chitarra ed i suoi dischi in vendita. Canta ovunque, compresa la radio popolare, la sua già celebre melodia-discorso Ulises Ruiz: "Pueblo ya prepárate para la resistencia/y para la lucha toma tu herramienta./Contra este maldito gobierno priísta/nada de rosarios ni de penitencias, con el estribillo que ya repiten muchos en las calles; Ulises Ruiz/qué mal gobernador/de los que conozco/yo creo que es el peor".

Così, cantando ed ascoltando, gli oaxaqueñi restano in attesa di quello che li aspetta: soluzione o repressione.

(tradotto dal Comitato Chiapas "Maribel" - Bergamo)

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