La Jornada - Domenica 6 agosto 2006
Lo Stato israeliano è quello terrorista, protetto da quello statunitense
Protesta all'ambasciata degli Stati Uniti: esigono la sospensione del fuoco in Libano e Palestina
MARIANA NORANDI

Circa cinquecento persone si sono riunite ieri a mezzogiorno di fronte all'ambasciata degli Stati Uniti per esigere la sospensione dei bombardamenti sul Libano, da parte di Israele appoggiato dal governo statunitense.

La protesta era stata convocata dall'organizzazione Iniziativa Messicana Contro la Guerra, ed ha un carattere globale: contemporaneamente a Città del Messico c'erano manifestazioni in ripudio dell'offensiva, in città della Tailandia, delle Filippine, degli Stati Uniti, in Inghilterra, Belgio e anche nella capitale israeliana, Tel Aviv.

Sotto una pioggerellina, insegnanti, studenti, giovani, membri della comunità gay, anziani e persone dei presidi di Paseo de la Riforma hanno partecipato attaccando striscioni alle barriere che proteggono l'ambasciata, ripudiando le aggressioni contro Libano e Palestina.

Arturo García, membro dell'organizzazione dei diritti umani Café de la Red, ha letto un frammento della lettera che il giornalista Carlos Payán ha inviato all'ambasciatore d'Israele in Messico, nella quale ripudia la guerra: "Nell'olocausto c'è stato un crimine attivo, quello che hanno commesso i nazisti, ma anche un crimine di omissione, quello che hanno commesso tutti quelli che sono stati in silenzio di fronte a quelle atrocità. Da parte mia non voglio incorrere nel crimine di omissione, non voglio stare in silenzio di fronte a quello che considero un massacro sistematico scatenato dallo Stato d'Israele".

García che portava una tunica ed un turbante da beduino, ha anche letto una dichiarazione in cui denunciava la partecipazione degli Stati Uniti nel conflitto tra Libano ed Israele e pure un saluto dell'organizzazione mapuche Meli Wixan Mapu, inviato da Santiago del Cile in solidarietà: "Le responsabilità dell'Esercito sono spaventose, e dichiariamo che lo Stato israeliano è il terrorista, protetto dagli Stati Uniti. Senza dubbio il concetto di terrorismo - usato a destra e sinistra dagli stati - continua ad essere un'arma per permettere e facilitare i peggiori oltraggi, massacri ed interventi".

L'atto è terminato con una performance di carattere pacifista basata su un poema di César Vallejo.

(tradotto dal Comitato Chiapas di Torino)

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