La Jornada - Venerdì 6 gennaio 2006
IL DELEGATO ZERO ACCUSA LOPEZ OBRADOR DI MENTIRE E DI CIRCONDARSI DI SALINISTI
Sottolinea che il viaggio è iniziato solo da tre giorni "e sta già sollevando un polverone"
HERMANN BELLINGHAUSEN - Inviato

Chiapa de Corzo, Chis. 5 gennaio - Nel primo riferimento diretto al PRD e al suo candidato presidenziale durante l'Altra Campagna, il subcomandante Marcos oggi ha detto che l'alternativa López Obrador è falsa: "Lui non è di sinistra, e l'ha detto molte volte. Potete pensare quello che volete, ma sta dicendo bugie. Si sta circondando di tutta la squadra di Salinas de Gortari".

Nella sua allocuzione agli aderenti della Sesta, ha detto: "Alcuni di voi sono preoccupati che i leader si vendano. Da nostra parte non preoccupatevi. Non siamo i vostri leader, ma i vostri compagni. In questi 12 anni ci hanno offerto di tutto e non abbiamo preso niente. Non abbiamo automobili, proprietà, né fattorie, ma una capanna che i compagni ci danno quando passiamo. Non ci sono conti bancari né niente. Se non abbiamo accettato prima quando ci hanno offerto perfino la Segreteria di Governo federale in cambio della firma per la pace nel 1994, non vedo che cosa possano offrirci adesso. Possono solo offrirci la Presidenza della Repubblica. E come ho già detto, per essere Presidente bisogna essere vile".

E qui è stato interrotto dagli applausi del pubblico riunito nel museo Angel Albino Corzo di questa città, dove i movimenti sociali rivendicano di essere gli eredi del popolo markamé, (o chiapa), praticamente sterminato durante la conquista.

Alla luce della dignità

"C'è una parola che vuole dire molto e si chiama dignità. La dignità è quando si rispetta se stesso nel rispetto dell'altro. La dignità ha dato origine al movimento zapatista. A tutta la cultura e la conoscenza".

Afferma che gli indigeni del Chiapas, "in un determinato momento hanno detto: dobbiamo rispettare noi stessi, dobbiamo decidere se vogliamo continuare
ad essere ignorati, che nessuno ci veda, e continuare a nascere e morire assolutamente ignorati. Allora, dalla nostra dignità abbiamo detto 'basta'
".

Segnala che il problema dell'Altra Campagna "è se rispettiamo noi stessi. Se non ci rispettiamo, non ci rispetteranno. Quello che è in gioco nella campagna elettorale è un profondo disprezzo per tutti voi, per la vostra intelligenza. O qualcuno crede che quegli annunci televisivi sono per gente intelligente, e se voteremo per il PRI, il PAN o il PRD"?

Dopo aver ascoltato un uomo che ha detto di sostenere l'EZLN e promuovere il voto per Andrés Manuel López Obrador, il subcomandante Marcos ha dichiarato: "Il problema che avete con López Obrador è falso, compagni. Ci si può ingannare dicendo 'no, perché adesso va bene. Lo portate alla Presidenza. E tra uno o due anni, 'chin, è andata male, e adesso chi arriva. Vediamo se Marcos se ne occuperà'. No, accidenti".

E dice: "Fate quello che vi dice il vostro cuore, ma fate pensare questo cuore e mettete la parola dignità. Rispettate voi stessi e pretendete che chi vi parla vi rispetti e vi prenda in considerazione. In campagna elettorale voi non valete altro che per avere una credenziale di elettore. L'Altra Campagna è un'altra cosa. C'è qui gente, ha parlato, ho ascoltato e preso appunti. E c'è gente che non ha parlato, ma l'ho ascoltata ugualmente ed ho preso appunti".

Annuncia che l'Altra Campagna "verrà a parlare con voi, non in una riunione come questa, a casa vostra. Mentre andate a prendere l'acqua. E lì ci racconterete quello che sente il vostro cuore, la vostra indignazione, il vostro coraggio, il vostro rompersi la schiena tutto il giorno e alla fine vedere che è uguale. E vedere che quelli che vi hanno offerto qualcosa, sono sempre più ricchi e non fanno assolutamente niente.

Adesso, qui, hanno parlato alcuni compagni che dicono di promuovere il voto. Nessuno ha detto loro niente. Quasi due anni fa, a Zinacantán, i compagni zapatisti andarono a portare acqua ad alcuni compagni che non l'avevano, l'avevano tagliata perché erano in resistenza e non volevano ricevere aiuto dal governo. E perché avevano rifiutato incarichi di sindaci municipali, perché noi zapatisti non lottiamo per il potere. Lì l'autorità è perredista, e voi non avete detto niente".

I fatti che ricordava Marcos accaddero il 10 aprile del 2003 a Zinacantán, municipio molto vicino a Chiapa de Corzo: "non attaccammo il PRD. Raccogliemmo acqua in bidoni, la portammo su un camion e gliela portammo. Consegnammo l'acqua e dicemmo loro (ai perredistas) 'fratelli, bisogna dialogare, non siamo nemici'. Stavamo andandocene quando ci spararono. Non ci ammazzarono perché sono stupidi e non mirano bene, e perché i compagni sono allenati militarmente e si difesero bene. E anche qui voi non gli avete fatto niente", ha protestato.

Con riferimento alla partecipazione precedente di uno dei contadini che occuparono una proprietà nella zona cañera, ha detto: "ha appena parlato un fratello che sta in una proprietà di Rutilio Escandón, senatore del PRD e precandidato al governo dello stato. Quando mai si è visto che uno zapatista ha una proprietà". Più avanti, il Delegato Zero avrebbe detto che è una vergogna che ci siano senatori proprietari terrieri.

"Siamo nell'Altra Campagna, e non faremo il gioco di nessun candidato. È brutto che usiate queste riunioni per promuovere un candidato o un altro, perché non è il comportamento che auspichiamo, rispettateci. Perché se non c'è rispetto, allora anche noi agiremo duramente. Questo non è il vostro posto. Né il posto del PRI, del PAN, del PRD e del PT. Questo è il posto della gente che non ha partito politico istituzionale".

Osserva: "Se volete provarlo, provatelo. E dopo sei mesi, un anno non accadrà niente o sarà la stessa cosa, o peggio. Noi diciamo che sarà peggio". Poi si è riferito agli aderenti della Sesta che hanno parlato a Palenque e qui: "Il compagno del CUT, il compagno di Ixtapa, il compagno della zona cañera non lo sanno, ma qualcuno li sta ascoltando a Tijuana, dove sta cercando di passare il confine perché non ha lavoro; un operaio di Nuevo Leon; o in Michoacán, ed altri contadini che stanno dicendo, 'quello che sta succedendo a quel compagno accade anche a me'. E la prima cosa che dirà è 'uniamoci", aggiunge il delegato della Commissione Sesta dell'EZLN.

"Ero venuto per conoscervi. Ritornerò con i miei compagni comandanti e resteremo qui non tre ore, ma mesi. Non in una riunione. 'Andiamo nel mio quartiere', direte. E noi, 'andiamo'. Alla fine di questo non avremo una carica, ma saremo compagni".

Nella riunione hanno parlato persone della Sierra Madre, Motozintla, Villaflores, Ixtapa. E sono state ripetute le proteste contro le tariffe elevate dell'energia elettrica, una costante nei villaggi del Chiapas, dove paradossalmente si produce la maggior parte dell'elettricità del paese che viene perfino esportata. "Che cosa succede se tutti questi movimenti di resistenza si uniscono? Vediamo se è la stessa cosa. Vediamo se il governo può disprezzarci", aggiunge il delegato zapatista.

"Quelli che sono impegnati con le elezioni, vadano da un'altra parte. E' una strada diversa. E non va verso il basso. Va in alto. E dall'alto tutti abbiamo ricevuto disprezzo, umiliazione ed insulti. Perché tutte le campagne elettorali sono un insulto. Si spendono capitali. Si mettono d'accordo tra loro, saltano da un partito all'altro.

Se guardate bene, la squadra di López Obrador è come quella di Roberto Madrazo e di Felipe Calderón. Dicono, 'questa è la casa, era dipinta col tricolore del PRI, con l'azzurro del PAN, ora la dipingeremo di giallo e nero del PRD'. A noi che cosa importa di quale colore la dipingono. Loro ci vivono come vogliono, ci marciscono dentro, dentro ci fanno le loro porcherie, si arricchiscono, e noi continuiamo a restarne fuori, per strada a guardare, aspettando".

A questo punto Marcos ha detto che sarebbe meglio buttare giù la casa, perché nessun partito ha compiuto il suo dovere. "Per questo continuiamo incappucciati e arrischiando la vita. Non possono fermarci. Può andarci male o bene. Ci andrà bene? Non ditelo a nessuno. Ma supponete che vada male. Voi potrete guardare in faccia i vostri figli, e soprattutto guardarvi allo specchio senza provare vergogna".

La democrazia, la libertà e la giustizia "sono un qualcosa che ci appartiene", assicura. "Se aderirete, vi unirete ad un grande movimento, non ne avete idea. Perché abbiamo iniziato solo da tre giorni e già si è sollevato un polverone. Sapete come? Come nel caso de la 'bola'. E lì non importavano i partiti politici. Si mettevano d'accordo".

Ciò nonostante, ha detto, "non stiamo invitandovi alla lotta armata, perché questa la fa solo qualcuno. Stiamo invitando tutti, secondo quello che sapete
fare, ad aderire. Andiamo piano, ma andiamo insieme
".

(tradotto dal Comitato Chiapas "Maribel" - Bergamo)

logo

Indice delle Notizie dal Messico


home