La Jornada - Venerdì 6 gennaio 2006
È ora che ci decidiamo a fare quello che nessuno farà per noi, afferma
NEL 2006 CHI SARÀ ELETTO SOLO CHI CI METTERÀ IN CARCERE O CI DERUBERÀ
Nel paese del cambiamento i ladri sono liberi mentre gli attivisti sociali sono in carcere

ANGELES MARISCAL E HERMANN BELLINGHAUSEN - Corrispondente e Inviato

Tuxtla Gutiérrez, Chis. 5 gennaio - Il subcomandante Marcos ha chiesto oggi alle porte del palazzo di governo del Chiapas, in questa capitale, davanti a circa 2 mila persone, "se dobbiamo lavorare perché qualcuno arrivi al potere e faccia quello che ha fatto il governo dello stato del Chiapas contro il movimento degli insegnanti della sezione 7 e dei lavoratori della sanità".

Ha ricordato ai presenti che cosa ha fatto il governo dello stato contro i maestri. "Quello che voi già sapete. Chiese a quei compagni di dialogare. I compagni si fidarono, andarono per dialogare e furono arrestati. Da allora, nonostante le mobilitazioni, non sono stati ancora liberati.

Questo è il paese del cambiamento: i grandi ladri e criminali sono liberi, e gli attivisti sociali stanno in carcere". Ed ha annunciato che domani, quando l'Altra Campagna ed il Delegato Zero si dirigeranno a Tonalá, "passeremo per El Amate e manderemo un saluto come compagni di lotta" ai dirigenti imprigionati dal governo di Pablo Salazar Mendiguchía.

"Quanto lavoro e sforzi molti di voi hanno fatto perché ci fosse un governo diverso ma che ha fatto le stesse cose dei governi precedenti?", ha chiesto ai presenti nella sua seconda apparizione pubblica a Tuxtla Gutiérrez.

"Nel 2001 siamo venuti qui a chiedere il vostro aiuto per il riconoscimento dei diritti e della cultura indigena. Molta gente di Tuxtla ci ha sostenuto nella marcia della dignità indigena. Purtroppo molti politici non hanno dato riconoscimento a questi diritti. Da allora sono trascorsi questi anni e noi abbiamo preparato quella che si conosce come la Sesta Dichiarazione della Selva Lacandona e l'Altra Campagna".

Il palazzo del governo era chiuso. In alto, sugli addobbi natalizi dorati, si leggeva la parola "Auguri".

Davanti alla congiuntura politica del presente anno elettorale, Marcos ha dichiarato: "Dobbiamo decidere che cosa fare, se scommettere su una persona faccia
quello che dobbiamo fare noi
".

Circondato da una guardia del corpo formata da giovani zapatisti incappucciati, il Delegato Zero è stato ricevuto da rappresentanti del magistero, dei commercianti del mercato e dei movimenti sociali. Presentandolo, il maestro Valdemar ha chiesto di penalizzare il saccheggio delle risorse naturali ed ha parlato dell'avanzamento neoliberista nel paese.

Davanti alla contesa elettorale che si avvicina, il subcomandante Marcos ha detto: "Ognuno ha il suo cuore, noi non vi consideriamo dei bambini o degli stupidi, sappiamo che la decisione che prenderete viene dalla vostra testa, ed il vostro cuore sa che cosa fare. Non veniamo a dire a nessuno che cosa fare. L'Altra Campagna cerca uomini e donne, giovani, maestri e studenti, bambini o bambine, che sono disposti a dedicare i loro sforzi per trasformare questo paese in qualcosa di veramente nuovo, giusto, libero e democratico".

Ha aggiunto: "Noi veniamo a dire che non bisogna lavorare per dare il voto a nessuno, perché nessuno risolverà quello che dobbiamo risolvere da noi. Dovete scegliere se dedicare i vostri sforzi per portare al potere un'altra persona e poi, negli anni, vedere che non è cambiato niente. Sempre a scommettere se quello che ci sarà adesso farà meglio e se non sarà così ladro e autoritario. Anche se nel tempo ci rendiamo conto che è uguale o peggiore che quelli che lo hanno preceduto".

Con riferimento al veloce e falso imborghesimento della capitale chiapaneca: "I venditori del mercato vendono con sempre maggiore difficoltà i loro prodotti e crescono sempre più centri commerciali dei grandi capitalisti che si appropriano del denaro della gente perché secondo questo modo vendono più a buon mercato, ma sappiamo che questa è bugia".

Con riferimento al movimento magistrale, il Delegato Zero ha detto: "Ogni volta che i maestri lottano per una retribuzione migliore vengono perseguiti e repressi, mentre il governo spende milioni in campagne di discredito in cui si dice che loro sono fannulloni. Noi abbiamo visto quanto devono soffrire e lavorare per insegnare a scuola".

Davanti alla presenza di numerosi agenti dei servizi di intelligenza e di sicurezza nazionale che scattavano in continuo foto ai presenti, Marcos ha proseguito: "Come se il governo potesse ingannarci e farci credere che i cattivi sono i maestri, quando i cattivi sappiamo che sono quelli del governo. Nella selva lacandona abbiamo sentito che il governo va dicendo che il cento percento dei chiapanechi è contro il movimento magistrale, mentre noi diciamo 'un momento, noi siamo chiapanechi e noi diciamo che non siamo contro il movimento magistrale'.

In quel momento eravamo in silenzio perché stavamo preparando questa parola che ora state ascoltando. Ma anche nel nostro silenzio eravamo vicini a questi fratelli ed insieme a loro stiamo chiedendo la libertà dei compagni incarcerati per il crimine di essere attivisti sociali. Loro non hanno rubato, non si sono arricchiti. Hanno lottato solo per i loro diritti.

Questo è il futuro che ci aspetta. Dobbiamo scegliere. La sola cosa che cambierà è che eleggeremo chi ci metterà in prigione, chi darà l'ordine di spararci, chi ordinerà di aumentino i prezzi, chi firmerà il decreto per derubarci della terra, chi firmerò il decreto per toglierci i luoghi in cui viviamo. Questa è la sola cosa che cambierà", ha rimarcato.

"Dunque, compagni e compagne, decidete se dedicare i vostri sforzi per questo o se sia meglio dedicarli all'Altra Campagna. So che c'è gente onesta e sincera che crede che si possa fare anche da quella parte. Provate, ci vediamo tra sei anni e vedrete che non sarà cambiato niente. Li invitiamo a fare insieme un movimento", ha concluso.

(tradotto dal Comitato Chiapas "Maribel" - Bergamo)

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