La Jornada – Martedì 5 dicembre 2006
Le organizzazioni che fanno parte dell’altra campagna discutono di anticapitalismo
I politici messicani hanno delegittimato le istituzioni: collettivo Rebeldía
In marcia la consulta nazionale per definire un programma di lotta, i cosiddetti “sei punti
HERMANN BELLINGHAUSEN

In questo momento di crisi e sistemazione del sistema di Stato che approfondisce la denazionalizzazione come progetto storico della destra e dell'estrema destra, le organizzazioni politiche dentro l'altra campagna hanno deciso di discutere su che cosa è ora l'anticapitalismo. I loro accordi base non comprendono, esplicitamente, nessuna intenzione di riformare e reincanalare lo Stato ed il potere, ma di cambiarlo a fondo, dal basso e a sinistra.

"I clandestini della politica stanno cominciando ad ottenere quello che spetta loro di diritto: prendere nelle loro mani il controllo del proprio destino", ha dichiarato Sergio Rodríguez Lazcano, membro del collettivo Rebeldía e direttore della rivista dello stesso nome. Ritiene che la democrazia rappresentativa è in crisi. "La classe politica messicana è riuscita a delegittimare le istituzioni, mettere in crisi l'idea che è possibile cambiare la situazione politica del paese e generare la convinzione che i tre poteri sono falsi".

Nel contesto della Conferenza delle Organizzazioni Politiche di Sinistra (Copai), l'analista ritiene che il gabinetto di Felipe Calderón "è la migliore dimostrazione che non hanno un piano per affrontare la crisi di legittimità". La preoccupazione del nuovo governo "è rispondere alla voce del padrone formando un gabinetto che rispetti due caratteristiche: far bella figura col padrone e dirgli che ora il Messico si impegnerà in una politica di sicurezza studiata dagli Stati Uniti. Per questo, tanto il generale come l'ammiraglio (i nuovi titolari della Difesa e dell'Armata) provengono da relazioni solide con l'esercito e la marina del vicino paese". Calderón vuole anche "dare fiducia ai centri finanziari sul mantenimento ed approfondimento di una politica di consegna dei beni della nazione al grande capitale". Emerge che il segretario del Fisco "è allievo diletto della scuola di Chicago e del Fondo Monetario Internazionale".

Nel caso di Oaxaca, prosegue Rodríguez Lazcano, "l'insieme della classe politica non si è resa conto che ancora una volta gli era esploso sotto il naso un movimento sociale-politico. Per questo la sua reazione istintiva è stata di unificarsi contro questo. Due azioni hanno messo in evidenza quello che realmente pensano di questo grande movimento: la richiesta unanime di tutti i partiti che intervenisse la Polizia Federale Preventiva, e la dichiarazione altrettanto unanime dei governatori dei 31 stati e del Distretto Federale in appoggio ad Ulises Ruiz e di condanna di un movimento che osava promuovere la caduta di uno di loro. Fino ad oggi, né tra le fila del Partito della Rivoluzione Democratica né in quelle di López Obrador si è fatta menzione di questo".

Come parte del processo che porterà ad un programma nazionale di lotta, la Copai ha realizzato quattro conferenze pubbliche in questo anno. La più recente, il 2 dicembre nel Distretto Federale. Fanno parte della Copai l'Esercito Zapatista di Liberazione Nazionale, il Partito dei Comunisti, Unità Operaia e Socialista-Fronte Popolare (Uníos-FP) ed il Fronte Popolare Francisco Villa Independiente e vi partecipa anche Rebeldía.

Da parte sua, spiegando il punto di partenza della sua organizzazione, Lucas Alvarez, di Uníos-FP, ha espresso, nella conferenza della Copai svolta a Monterrey lo scorso 17 novembre, l'idea fondante della sua organizzazione: "Trovare i ponti di unità per costruire un ri-aggruppamento della sinistra messicana con posizioni classiste rivoluzionarie. Siamo nella disposizione di confluire in gruppi, collettivi ed organizzazioni che non necessariamente rivendicano il socialismo come parte centrale della soluzione dei problemi che vive il nostro paese; semplicemente purché si sia d'accordo con alcune istanze e nel preservare l'indipendenza politica delle nostre organizzazioni rispetto alle istituzioni dello Stato e degli organismi padronali".

Il tema dell'indipendenza politica della classe operaia e del popolo rispetto alla classe padronale ed alle sue istituzioni "è oggi il centro delle differenze tra le forze democratiche e di sinistra nel paese. Così abbiamo gruppi ed organizzazioni che rivendicano essere dell'ambito rurale operaio e popolare, che nella loro lotta per concretizzare le loro rivendicazioni economiche e sociali sono molto combattive e classiste, ma in politica claudicano davanti ai personaggi della classe padronale, ai suoi candidati e partiti. Questa situazione permea sempre di più gli intellettuali ed i militanti della vecchia sinistra".

Le organizzazioni della Copai hanno accompagnato il viaggio della Commissione Sesta dell'EZLN per il territorio nazionale ed ora si avviano a partecipare al piano nazionale di lotta dell'altra campagna che questa settimana realizza su scala nazionale una consultazione sulle sue definizioni base (i cosiddetti "sei punti"). A questa partecipano, con forum, contributi, posta elettronica e diverse riunioni, tutti i collettivi, organizzazioni politiche e sociali, popoli indios, organizzazioni non governative, famiglie ed individui aderenti alla Sesta Dichiarazione della Selva Lacandona. La consultazione è iniziata oggi e si concluderà domenica prossima.

(tradotto dal Comitato Chiapas "Maribel" - Bergamo)

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