La Jornada - Martedì 5 settembre 2006
Ong chiedono di fermare le minacce di sgombero nei Montes Azules
ELIO HENRIQUEZ - CORRISPONDENTE

San Cristóbal de las Casas, Chis, 4 settembre - Organizzazioni non governative nazionali ed internazionali hanno chiesto ai governi federale e statale di fermare le minacce di sgombero contro gli abitanti di quattro comunità indigene ubicate nella riserva dei Montes Azules da 22 anni.

"Pensiamo che il governo dovrebbe garantire immediatamente la sicurezza ed i diritti delle comunità di Ojo de Agua el Progreso, San Jacinto Lacanjá, Flor de Cacao e Viejo Velasco Suárez, che hanno firmato accordi di riconoscimento e di regolarizzazione col governo dal 1984" - affermano le organizzazioni Global Exchange, il Centro dei Diritti Umani Fray Bartolomé de Las Casas, Maderas del Pueblo del Sureste e Xinich, i cui membri hanno partecipato ad una missione di osservazione nei giorni passati.

In un documento divulgato per Maderas del Pueblo del Sureste, si afferma che le quattro comunità citate hanno firmato recentemente col governo ulteriori accordi per il loro riconoscimento e la loro regolarizzazione, per cui che non devono essere sgomberate.

La missione di osservazione è stata organizzata dopo che il centro Fray Bartolomé de Las Casas ha denunciato che funzionari e poliziotti statali e municipali fanno pressione ed intimoriscono gli abitanti delle quattro comunità per ottenere una loro riubicazione forzata e li minacciano con lo sgombero violento se non accettano.

"Nonostante le accuse governative, quelle quattro comunità vivono in quelle terre da 22 anni, dopo essere stato forzate a liberare altre terre che occupavano dal 1972" - hanno spiegato.

Secondo la relazione, non sono chiare le ragioni esatte per le quali i quattro insediamenti sarebbero essendo esclusi dal processo di legalizzazione delle terre.

Secondo Miguel Ángel García, di Maderas del Pueblo del Sureste, tre comunità (Flor de Cacao, San Jacinto Lacanjá e Ojo de Agua el Progreso) si ubicano in terreni dove c'è ancora una grande quantità di legname prezioso che i comuneros lacandoni vogliono sfruttare.

(tradotto dal Comitato Chiapas di Torino)

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