La Jornada - Venerdì 5 maggio 2006
Ampia solidarietà nazionale ed internazionale con Atenco
La repressione, un "attacco diretto" all'altra campagna
HERMANN BELLINGHAUSEN

Oggi c'è stata una vasta risposta sociale in Messico ed in altre parti del mondo lì, dove i mezzi di comunicazione di massa non vedono né vogliono vedere. Una valanga di proteste e mobilitazioni ha fatto seguito alla brutale incursione della polizia mexiquense (cioè statale, eufemisticamente con la benedizione federale) contro la popolazione di San Salvador Atenco. Dopo averla criminalizzata nel più alto tribunale della nazione, che sono i notiziari televisivi e le radio commerciali, per l'incredibile crimine di essersi difesa, questa popolazione contadina può essere tranquillamente torturata dal vivo ed in orario centrale senza che il telespettatore capisca qualcosa di quanto sta vedendo. Senza che l'informazione a portata del pubblico dica qualcosa al riguardo. Senza che il sottosegretario di Governo né il generale e capo della polizia dello stato di Messico si disturbino a considerare l'esistenza di quelli che chiamavamo "diritti umani". Il suo precursore - in più di un significato - Arturo Montiel, già aveva dichiarato che questi diritti "non sono per i topi".

Blocchi delle strade a Città del Messico ed in altri stati della Repubblica. Occupazione di consolati messicani in Austria e San Francisco, California. Atti di protesta a Roma, Vancouver e Barcellona. Questa notte si è tenuta una riunione di organizzazioni civili e collettivi dell' altra campagna alla quale hanno partecipato più di 700 persone per discutere le azioni di protesta e per chiedere giustizia per la popolazione di Atenco. Una decina di gruppi di Vancouver, Canada, ha consegnato alla rappresentanza diplomatica del nostro paese un documento per denunciare che "il governo federale di Vicente Fox, in coalizione con PRI e PRD, non ha nessun tipo di scrupolo a reprimere, uccidere ed imprigionare la popolazione più povera del Messico".

L'attacco poliziesco contro Atenco è considerata un'aggressione diretta contro l'altra campagna, tanto dal Fronte dei Popoli in Difesa della Terra come dal Coordinamento dell' altra campagna nel Distrito Federal.

Durante il giorno si sono succeduti blocchi in diversi punti della città in appoggio agli atenquenses. Due nel Periférico Sur, altri su Insurgentes - all'altezza della Città Universitaria - come sulla strada Xochimilco-Cuernavaca, Vallejo ed Azcapotzalco. Inoltre, sono state bloccate le strade a Puebla, Pachuca e Texcoco, la strada di Chalco e sono stati confermati blocchi stradali nelle capitali di Michoacán e Tlaxcala. Nel pomeriggio ce n'è stato un altro nel villaggio di San Gregorio, a sud del Distrito Federal.

Alla rimozione del blocco di oltre sei ore della strada Messico-Texcoco, al quale hanno partecipato centinaia, è stato diffuso un comunicato del Fronte dei Popoli in Difesa della Terra, nel quale si responsabilizzano direttamente i governi federale, statale ed il municipale di Texcoco, "poiché il conflitto nasce dalla loro inettitudine e chiusura nel non risolvere un conflitto che si poteva risolvere con il dialogo, e che essenzialmente si basava sul fatto di concedere spazi per i venditori di fiori e legumi che si producono nella regione".

Aggiungono: "Smentiamo decisamente quello che i mezzi di comunicazione ed i rispettivi funzionari della classe politica hanno voluto mostrare come un problema con cui si vuole 'destabilizzare il paese con le elezioni alle porte', inoltre: smentiamo che dietro il conflitto esistano interessi oscuri.

Al contrario, affermiamo che tutta la montatura dettata da Los Pinos e dagli scagnozzi del Governo di Toluca risponde essenzialmente a due cose, e che l'accaduto è solo un pretesto per compiere la loro vendetta che non avevano potuto attuare dal momento che queste stesse comunità, che hanno resistito alla costruzione dell'aeroporto nel 2001, erano riuscite a mandare all'aria il loro megaprogetto, ed hanno così arrestato i compagni che hanno difeso degnamente le nostre terre. D'altra parte, denunciamo la repressione che si è avuta dopo il passaggio dell' altra campagna per le comunità del Messico per invitare all'organizzazione e solidarietà tra quelli che sono in basso".

Nella riunione di organizzazioni civili di ieri sera, realizzata nel quartiere Doctores, si è deciso che oggi partirà una carovana di solidarietà dall'Università Autonoma Chapingo verso San Salvador Atenco; domani, sabato 6, si effettuerà lì un'assemblea nazionale di solidarietà e si è chiesto che domenica 7 si installino tavoli informativi in tutte le località del paese dove ci sono aderenti all' altra campagna.

D'altra parte, si è confermato che oggi comincerà il Congresso Nazionale Indigeno nella comunità di Atlapulco, nel municipio mexiquense di Ocoyoacac. Molti delegati sono già in cammino verso la località da giovedì.

Tra le centinaia di feriti e fermati nella "esemplare" giornata di "ripristino dell'ordine" delle autorità presumibilmente mexiquenses, non si conosce il numero di feriti e detenuti che sono aderenti dell' altra campagna, ma c'è almeno un caso molto grave. Alexis Berumea, studente di economia dell'Università Nazionale Autonoma del Messico, presenta due fratture del cranio, esposizione di massa encefalica e 30% di ematoma cerebrale, per aver preso in testa un gas lacrimogeno lanciato dalla polizia mexiquense. Siccome la polizia impediva l'arrivo delle ambulanze (compresa una della Croce Rossa Internazionale), il giovane è rimasto 12 ore senza assistenza medica, nascosto in una casa privata.

Praticamente gli oltre 220 detenuti in Atenco sono considerati membri dell'altra campagna, dato che lì l'adesione alla Sesta Dichiarazione della Selva Lacandona è stata collettiva. Per il resto, questa notte è stata confermato la cattura di cinque membri della Karavana dell'altra campagna che viaggia con il subcomandante Marcos per tutto il paese: il dottor Guillermo Selvas e sua figlia Mariana, e Leticia Ramírez Pacheco (i tre si trovano, ufficiosamente, nella prigione di Santiago); Bertín Reyes Ramos, brillante giovane dirigente del Fronte Popolare Rivoluzionario (nella prigione di Almoloyita), e la fotografa di nazionalità tedesca Samantha Dietmar. Nessuno è stato dichiarato, ma dell'ultima si è saputo che si trova a disposizione della Procura Generale di Giustizia dello Stato di Messico, perché potrebbero esserci a suo carico imputazioni che impedirebbero la sua liberazione o potrebbe essere espulsa. Non si hanno notizie di altri due giovani della Karavana, di nazionalità spagnola; si sa solo che si chiamano María e Cristina. Tutti loro erano arrivati a San Salvador Atenco la notte di mercoledì per solidarizzare con l'allora solo la minacciata gente delle comunità.

Le reazioni internazionali

Numerosi collettivi europei si sono pronunciati oggi rispetto all'allerta rossa dichiarata dall'EZLN e la violenza istituzionale in Texcoco e San Salvador Atenco. Dall'Italia, Francia, Grecia, Germania, Stato Spagnolo e Austria è stato diffuso un documento che dichiara: "Preoccupati per i fatti accaduti, e di fronte alla repressione brutale esercitata dalla polizia e dalle autorità, rispondiamo all'appello della Commissione Sesta dell'EZLN e dell'altra campagna. La commissione intergalattica chiede solidarietà per la liberazione delle persone arrestate ed il ritiro della polizia da San Salvador Atenco. Riteniamo questo una provocazione intollerabile di fronte ad alcune rivendicazioni giuste e ci uniamo alle azioni pacifiche per difendere i diritti e le istanze del basso".

Nel frattempo, le proteste a Vancouver hanno avuto ripercussioni: "Nonostante il governo messicano abbia sviluppato in Canada un'efficace politica dei media affinché non si conoscano i suoi arbitri, nell'ultimo mese l'informazione sul Messico è stata - più che in occasioni precedenti - non al centro dell'attenzione, ma comincia ad avere visibilità. Per prima c'è stata la questione dei lavoratori agricoli immigrati, poi gli immigrati negli Stati Uniti ed ora San Salvador Atenco".

La relazione dei manifestanti riporta: "L'ascoltato programma 'Latino Soy' ha fornito un'informazione puntuale della protesta davanti agli uffici del consolato messicano, in Heasting-ovest, dalle undici all'una del pomeriggio, per chiedere la sospensione della repressione in Atenco e Texcoco, la liberazione degli oltre cento prigionieri politici arrestati, assistenza medica ai feriti e l'uscita immediata della PFP da Atenco".

Gli organizzatori ed i partecipanti alla protesta appartengono a "No One Is Illegal-Vancouver, Bus Riders Unión, Latín América Connexions, Building Bridges, CIPO-Vancouver, FMLN-Vancouver, familiari dei prigionieri politici in Messico, la Surda, MAWO, la Lega Internazionale dei Popoli in Lotta ed il Partito Comunista della Columbia Britannica, tra altri. Hanno sfilato sui marciapiedi gridando slogan come 'Fox repressore', 'Zapata vive, la lucha sigue' e 'Libertà per i prigionieri politici'.

I partecipanti hanno specificato che le loro azioni si inseriscono nel contesto dell'altra campagna e rispondono all'appello dell'EZLN contenuto nel comunicato del tenente colonnello Moisés. "È la prima di molte altre attività che realizzeremo se il governo del PAN di Vicente Fox non fermerà la repressione, libererà i prigionieri politici e non cesserà la persecuzione dell'altra campagna". Hanno annunciato una riunione questo 5 maggio a partire dalle quattro del pomeriggio nel locale di Mosaic, "per tracciare congiuntamente la linea da adottare di tutti gli aderenti alla Sesta Dichiarazione in Vancouver davanti al clima di repressione presente in Messico".

(tradotto dal Comitato Chiapas "Maribel" - Bergamo)

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