La Jornada – Sabato 4 novembre 2006
Marcos: non proponiamo un nuovo presidente né governo, ma il rinnovamento del paese
HERMANN BELLINGHAUSEN - Inviato

San Pedro de las Colonias, Coah., 3 novembre - Centinaia di contadini e cittadini aspettavano questo pomeriggio il subcomandante Marcos alla periferia di questo villaggio, reputato una delle culle della Rivoluzione. Da qui sono passati Madero e Villa, ed il vecchio cardenismo trovò basi solide. Qui è nata la parte migliore dall'agrarismo messicano, e pertanto fin da subito è stato rifiutato il salinismo.

Cantando corridos e mambi, gridando slogan e dimostrando una calda stima per il leader ribelle, i lagunari hanno sfilato con lui in corteo verso il centro di San Pedro.

In un meeting di strada nel Barrio Nuevo, i cui abitanti tengono un presidio da nove mesi contro un distributore di benzina imposto e potenzialmente molto pericoloso, Marcos ha ricordato che nel 1988 gli abitanti di questa località lagunare sfidarono l'allora candidato Carlos Salinas de Gortari, e lo ripudiarono (con lanci di pomodori).

"In un modo o nell'altro si è teso un ponte da quell'88 al '94, tra voi e noi. Da questi due estremi, qui a Coahuila e là in Chiapas, si alzò la voce e la mano per sfidare Salinas de Gortari e quello che rappresentava. Sappiamo che lui ha giurato di vendicarsi ed è annichilito con tutto il suo potere a San Pedro de las Colonias", ha detto.

Per "punizione" per quel rifiuto, il salinismo ridusse crediti e programmi locali e promosse la maquila, le privatizzazioni e l’abbandono delle campagne. La Comarca in quegli anni era neocardenista, ed anche ora ci sono alcuni governi municipali del Partito della Rivoluzione Democratica. Ma, ha segnalato il delegato Zero, "la gente che avete appoggiato perché arrivasse al potere vi ha lasciato soli, vi ha dimenticato, e San Pedro de las Colonias stava morendo senza che quelli che avevano promesso di difendervi e darvi migliori condizioni di vita nemmeno se ne ricordassero. Tutti sappiamo bene di chi stiamo parlando".

Nell'altra campagna, ha aggiunto, "non promettiamo un nuovo presidente, un nuovo governo, promettiamo un nuovo paese. Sappiamo che la ribellione che cresce in voi, nel vostro sangue e nella vostra dignità, è necessaria per quello che vogliamo fare. Da soli non possiamo farcela; c'è bisogno della voce, delle braccia, dei piedi, del cuore degli uomini e delle donne di San Pedro de las Colonias".

Resistenza popolare

In relazione al distributore di benzina che gli abitanti di questo quartiere respingono, Marcos ha detto: "Quanto vale la vita di un bambino? Dipende, se è il figlio del governatore Moreira vale molto, se è figlio vostro non vale niente". A pochi metri dalla contestata stazione di servizio, Margarita Corral parla a nome degli abitanti. "Siamo padroni delle nostre proprietà", ha detto. "L'uso del suolo lo decidiamo noi, e nessun altro".

Doña Margarita accusa il governo municipale di aver concesso alla proprietaria - un potente investitore di nome Facuse - il permesso per il distributore di benzina attraverso un consultazione truffaldina svolta nel quartiere.

La stazione, molto piccola, si trova tra calle Galeana e Lerdo, tra una tortillería, una panetteria, una cantina, un'officina di pneumatici e molte case private, a poca distanza da un asilo ed una scuola primaria. Sono già stati depositati 80 mila litri di carburante, a scarsa profondità e violando le regole di sicurezza, ma gli abitanti hanno installato un presidio "ribelle" e fino ad oggi ne hanno impedito il funzionamento.

Il delegato Zero ha dichiarato a questi cittadini in resistenza: "Vi chiediamo di restare qui, il nostro impegno è portare la vostra lotta in altre parti. Vi dicono che non correte rischi. Se non c'è pericolo, perché Moreira non si porta il distributore di benzina a casa sua, o a casa del presidente municipale? Sappiamo che questa non è l'unica preoccupazione che avete, ma siete un esempio per Coahuila e per il resto del paese".

L'imposizione del distributore di benzina non "è l'unica sofferenza che c'è qua, la distruzione dell'ejido, la distruzione della produzione, l'introduzione delle maquiladoras, il supersfruttamento dei giovani e come scende sempre più la qualità della vita".

Un rappresentante contadino di San Pedro denuncia che il governo restringe le aree di semina degli ejidatari per proteggere le terre private "ed i nogales [alberi da frutto] dei caciques". Lamenta inoltre che non esiste nemmeno un buon ospedale e che le politiche ufficiali tendono alla scomparsa dei contadini.

Riguardo a questo, Marcos ha osservato: "Si vuole spopolare La Laguna. Che queste terre tornino nelle mani dei grandi latifondisti e si ricominci a vivere, come già succede in altre parti del paese, come ai tempi di Porfirio Díaz". Ma se allora si è alzata la voce della gente ed è stato quello a trasformare il nostro paese, ora bisogna farlo di nuovo, ha proseguito. "Ma non da soli, ma unendoci tutti dal basso".

"L'ejidatario sa che per ottenere un credito deve dimostrare di avere denaro. Se avesse denaro non lo chiederebbe. Dove sono le macchine, i fertilizzanti? Tutto il lavoro che ha fatto fiorire La Laguna come orgoglio per il paese e per l'America è ora nelle mani dei grandi ricchi".

Arrivando nella Comarca Lagunare di Coahuila sono ormai 27 gli stati della Repubblica che l'altra campagna ha percorso in basso e a sinistra. Al tramonto, su strada per la città di Torreón, il delegato Zero si è fermato nella comunità El Hormiguero, dove gli agricoltori lo hanno accolto con fervore e gli hanno esposto i loro problemi, simili a quelli di tutta la regione; cioè, hanno reso testimonianza della "guerra" intrapresa dal neoliberismo governativo contro i contadini e l'autosufficienza alimentare.

(tradotto dal Comitato Chiapas "Maribel" - Bergamo)

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